Vola Uccello, vola

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FOTO BORIS LEE

Salvatore Iaccino non è morto.

E’ semplicemente…volato. Altrove.

Perché lui era uno di quegli Ultras di Cosenza, nato libero. Pronto a spiccare il volo fin da subito.

Non si può dire abbia avuto una vita semplice: spesso le sue ali sono state ingabbiate, maltrattate, derise, sgualcite, imbrattate, ma UCCELLO è tornato. Lì sui gradoni della Curva Sud. A tifare Cosenza. Sempre.

Sì esatto. UCCELLO non è morto. Ha solo spalancato le ali ed è volato. Lassù in alto. Dove Bergamini, Catena e Marulla lo stavano aspettando nel Paradiso rossoblù, accogliendolo in coro: “UCCELLO VOLA! LALALALALLALA’!”

E lui è volato. Per davvero questa volta.

Ma non piangete per Salvatore, perché credetemi, lui non avrebbe voluto.

Salvatore era un uomo estremamente sensibile e meravigliosamente libero che non s’è mai piegato agli stereotipi imposti da politici e politicanti.

Perché UCCELLO tornava sempre a casa. Tornava sempre su quei gradoni del San Vito Gigi Marulla… alle volte un po’ ammaccato dalle brutture del mondo; altre un po’ meno presente a se stesso per tutti i lavaggi di cervello che “quelli lì” gli avevano fatto; altre ancora un po’ più melanconico a causa delle delusioni e delle ingiustizie inferte da coloro che dicevano di volerlo aiutare.

Da adesso in poi, anche se UCCELLO non tornerà più in Curva Sud, noi continueremo a cantare, invocando quell’inno di Libertà pulito, semplice, diretto e socchiudendo gli occhi velati di lacrime, immagineremo ancora di vedere Lui. UCCELLO. Nostro fratello. Libero di volare. Libero di essere l’uccello che ha sempre desiderato essere.

Buon volo, Salvatore.

Adesso sei libero per davvero.

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