Vittoria della svolta

0

Dopo la battaglia di Palermo tutte le squadre dovranno tenere in considerazione il Cosenza.

In ogni campionato ci sono squadre e campi particolarmente ostici il cui risultato è destinato a segnare un’intera stagione. Salerno, Lecce, Foggia, quando il Cosenza è riuscito a vincere su questi campi nel prosieguo ha disputato grandi campionati, se non addirittura vinti. Oggi non so se questo si ripeterà, però è certo che ieri i lupi hanno dato un segnale forte e chiaro al campionato di serie B ed anche a qualche telecronista: battere il Palermo, una delle favorite alla vittoria finale, davanti a 25 mila spettatori ed in modo meritato, non lasciando alcuna recriminazione agli avversari, significa che il Cosenza c’è e bisognerà dargli conto.

Nella prima parte di questa stagione la squadra di Caserta aveva già dimostrato di avere personalità anche dinanzi a squadre di categoria superiore, mettendo in mostra un gioco molto aggressivo e tanti attaccanti, mettendo da parte atteggiamenti passivi e timorosi che avevano caratterizzato le stagioni precedenti. Qualche indecisione nell’affermare la propria identità nelle partite di Brescia e con il Sudtirol ed una cattiva gestione delle energie con il Modena stava cambiando il verso di questa stagione, ma per fortuna c’è stato un ripensamento, stimolato o meno, ed a Palermo abbiamo visto in campo una squadra di forte personalità, che ha affrontato a muso duro avversari non teneri, conscia delle proprie possibilità e potenzialità, vogliosa di poter dire la sua in questo campionato che sembra lasciare spazi ad altri protagonisti.

Presentarsi al Barbera con 4 attaccanti non è roba da tutti e non stiamo parlando di spregiudicatezza, ma consapevolezza dei propri mezzi e presa di coscienza del lavoro svolto durante la settimana. L’avessimo fatto anche a Brescia e con il Sudtirol avremmo qualche punto in più in classifica. Ma ci sta, molti giocatori sono nuovi, il mister è nuovo, bisogna avere anche il tempo di capire, di meditare le scelte, senza tenere conto poi delle alchimie che si sviluppano in campo e rendono un cambio efficace o meno. Insomma, come scritto altre volte, questa squadra ha grandi potenzialità ed un organico importante, il più forte dell’era Guarascio, ora bisogna saperli mettere in campo e sfruttare adeguatamente le caratteristiche tecniche di ogni singolo calciatore.

Ieri il Cosenza si è presentato a Palermo con Forte, Tutino, Mazzocchi e Marras e con un certo Canotto in panchina, a mio avviso nulla da invidiare a Brunori, Di Mariano e Di Francesco ed a Palumbo ed Insigne subentrati nel secondo tempo.

Durante la partita poi non si è vista alcuna supremazia territoriale dei padroni di casa, i rossoblù hanno controllato abbastanza facilmente i rosanero ed a dire il vero creato anche le occasioni più nitide. Già ad inizio partita il tiro di Tutino che ha sfiorato il palo, poi il rigore in movimento sbagliato da Forte, il palo di Mazzocchi, l’altra occasione di testa di Forte ed il gol di Canotto, sono tanta roba.

 

Difesa e centrocampo hanno controllato senza andare mai in affanno nonostante l’inferiorità numerica in mezzo al campo: il Cosenza in fase di non possesso ha giocato con un 4411, con la catena di destra composta da Cimino, Zuccon e Marras a controllare Aurelio, Segre e Di Francesco, e la catena di sinistra con D’Orazio, Calò e Mazzocchi a controllare Mateju, Henderson e Di Mariano, con Stulac che veniva preso in carico con un continuo scalare di marcature ora da Zuccon, ora da Calò, con Tutino e Forte che facevano da primo intralcio ai centrali avversari. Meroni e Venturi si preoccupavano di Brunori ed a scalare in seconda battuta sugli altri attaccanti.

Non sono mancati alcuni momenti in cui si sono perse le marcature sia in mezzo che sulle fasce proprio perché il Palermo si riversava con almeno 8 uomini in avanti, ma il gioco di squadra, con un continuo sostenersi tra uomini e reparti, le linee sempre strette e corte,  hanno fatto si che i padroni di casa si rendessero pericolosi in pochissime occasioni.

La squadra di casa è apparsa via via sempre più nervosa, visto che non riusciva a passare in vantaggio, ma adeguatamente tutelata da un arbitraggio diciamo “all’inglese”, che ha finito per favorire il gioco spigoloso di Lucioni e co. Scontri anche molto duri in campo, che sono costati una ferita lacero contusa a Marras. Bisogna dire altresì che i rossoblù non si sono mai tirati indietro, anzi il faccia a faccia tra Tutino e Lucioni ha dato il segnale che i lupi non avevano nessuna intenzione di mollare. Il turbante indossato stoicamente da Marras ed i volti tirati di Cimino, Zuccon, Mazzocchi, dello stesso Caserta, la dicono lunga su come i ragazzi hanno sofferto per portare a casa un risultato positivo.

La vittoria poi è arrivata grazie alla panchina lunga del Cosenza di questa stagione. Avere la possibilità di poter inserire Sgarbi, Viviani, Rispoli prima, con cambi ruolo su ruolo ed infine Voca e Canotto per gestire con un attaccante in meno ed un centrocampista in più il finale di gara si è rivelata la mossa vincente. Avere la possibilità di inserire Canotto quando tutti gli avversari sono stremati potrà portare vantaggi anche in altre partite, magari inserendolo verso l’ora di gioco. La chicca è stata inserirlo a sinistra, sul piede opposto in modo da mandare al tiro il buon Luigi, ed i frutti si sono visti.

Il Cosenza deve sicuramente colmare un vuoto che ha lasciato a sinistra in attesa che torni utile anche Florenzi. Il Cosenza, volente o nolente, non dispone di un’ala sinistra pura, infatti i cross da quella fascia arrivano, quando può, solo da D’Orazio e non certo da Mazzocchi che può solo accentrarsi, costringendolo anche a partite di sacrificio in copertura.

Lode a Mazzocchi per il grande impegno che sta profondendo, riuscendo ad andare anche in gol quando gli è possibile. In quella zona potrebbe giocare Florenzi visto che il ruolo di trequartista spetta a Tutino.

Insomma Caserta potrà sbizzarrirsi come vorrà ed adattare i calciatori alle contingenze di avversari e risultato. L’importante sarà mantenere sempre la stessa identità, visto che la personalità è insita in calciatori come Marras, Tutino, Canotto, Forte, Rispoli, Micai etc, etc.

 

Screenshot da Sky  

Articolo precedenteAntonio Greco, un “fratello” rossoblù in Tirolo
Articolo successivoL’iniziativa del Cosenza calcio dopo le difficoltà dei tifosi rossoblù a Palermo
Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

Rispondi