VITTORIA ..!!

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Nel primo tempo i grigi bloccano i lupi, ma Bisoli cambia volto al Cosenza nella ripresa, raggiungendo la vittoria dopo quattro mesi.

Netto fallo di mani di Kolaj al 20° non rilevato dal pessimo Mariani.

Il calcio ti toglie e ti dà allo stesso tempo. Il Cosenza avrebbe meritato di più i tre punti a Crotone che oggi, ma quello che non ha avuto allo Scida lo ha guadagnato al Marulla. Vittoria fondamentale, soprattutto dal punto di vista psicologico, che prendiamo senza fare troppo gli schizzinosi. Basta pensare a cosa sarebbe successo in caso di sconfitta per apprezzare senza se e senza ma la vittoria odierna.

Non è stata una bella partita, sicuramente non come quella in terra pitagorica, ma migliore di quella di Como, per una escalation di risultati che quantomeno ridà speranza ai tifosi rossoblù, oggi ritornati in circa 3000. Importante è stato il loro contributo in termini di sostegno alla squadra che, sfiduciata dopo il gol subito, ha trovato nel calore del proprio pubblico la forza per ribaltare la gara, come ha sottolineato lo stesso allenatore. Nel silenzio, anzi con i fischi di qualche giorno fa, probabilmente sarebbe finita molto peggio. È innegabile quindi che, nonostante la contestazione, sia fondamentale per la salvezza avere l’apporto di più tifosi possibili.

Come abbiamo accennato, la partita non è stata bella, anzi, per lunghi tratti del primo tempo è stata angosciante, visto che il Cosenza non riusciva a trovare nessuno sbocco offensivo, con un Pisseri praticamente inoperoso, il resto lo ha fatto la rete del difensore Di Gennaro. Il tabellino del primo tempo dice tutto: un solo tiro in porta a fronte di un 55%, molto sterile, di possesso palla. Il tutto perché Longo ha ordinato ai suoi di chiudere tutte le linee di passaggio e non permesso al Cosenza di agire in profondità. Bloccati Laura e Caso, il Cosenza non si è reso mai pericoloso, incapace di trovare alternative nella manovra. I grigi apparivano anche più in forma, sempre in anticipo sulle seconde palle, ma agevolati anche dal fatto di non dover fare la partita, ma di aspettare i lupi per ripartire in contropiede. Il vantaggio, su calcio piazzato, ha conferito agli stessi ancor più serenità.

La rete di Di Gennaro

È apparso evidente a tutti che nel secondo tempo bisognava cambiare marcia, pena una sconfitta disastrosa, e Bisoli questa volta ha agito per come necessitava, comprese le lavagne che sono volate negli spogliatoi (testuale dichiarazione dello stesso Bisoli in sala stampa). C’è da far notare anche che il nostro allenatore non aveva granché margini di manovra, tenuto conto che mancava Ndoy, nel riscaldamento ha perso Liotti e durante la partita Palmiero e che sul Cosenza pesa come un macigno l’assenza di Gori. Peggio di così non poteva andare, anzi no, poi è dovuto uscire anche Rigione! Mettiamo in conto anche che la squadra giocava la sua quinta partita in 14 giorni, ma questo valeva anche per l’Alessandria.

Nella ripresa dunque Bisoli passa ad un modulo più offensivo, il 4-2-3-1: fuori Gerbo e dentro Larrivey, Situm si abbassa a terzino sinistro, Kongolo e Voca davanti alla difesa e Florenzi, Caso e Laura a supporto della punta vertice rappresentata dall’argentino. Non cambia molto, nel senso che le azioni offensive non si moltiplicano, ma la pressione risulta più costante, agevolata anche dal fatto che, col passare del tempo, gli ospiti si sono abbassati a protezione del vantaggio, utilizzando anche numerose perdite di tempo. Ma il Cosenza con Larrivey in campo ha più soluzioni, ma anche l’ingresso di Sy – al posto di Rigione – ha portato i suoi vantaggi. Obiettivo di Bisoli era avere due terzini, a sinistra Sy e a destra Situm, che potessero sostenere la manovra. Si sono aperte altre linee di passaggio che i grigi hanno controllato con meno facilità risptto al primo tempo. Dai e dai, al 60° arriva il gol di Camporese, praticamente la copia conforme di quella di Di Gennaro.

La rete di Camporese

Raggiunto il pari, i rossoblù acquisiscono forza e coraggio, continuano a tenere gli avversari nella loro tre quarti, pur non producendo molte occasioni da rete, ma sicuramente tanta pressione. In una di questa azioni Parodi commette un’ingenuità colossale: sia lui che Larrivey corrono cercando di intercettare un cross di Laura, ambedue con il naso in aria. Sta di fatto però che l’argentino si trova in vantaggio sulla palla e Parodi lo tocca quel tanto da farlo cadere nell’area di rigore.

Il fallo di Parodi su Larrivey

Il rigore realizzato da Larrivey

Mariani ci pensa una frazione di secondo e poi decide per il penalty. Un modo per farsi perdonare un arbitraggio molto scadente, che ha concesso all’Alessandria tanti falli e perdite di tempo ingiustificati, compreso il fallo di mani di Kolaj, al 20°, con lo stesso arbitro a pochi metri e non rilevato.

Il fallo di mani di Kolaj non rilevato nè da Mariani e nè dalla VAR

Sul dischetto si porta, manco a pensare diversamente, El Bati che spiazza con freddezza Pisseri.

Poi un quarto d’ora di estrema sofferenza per i tifosi (e non solo) non tanto per la pericolosità dell’Alessandria, quasi nulla, ma perché era troppo fresco il ricordo del recupero in extremis del Crotone. Alla fine, tutto è bene quel che finisce bene. Il Cosenza acciuffa al quintultimo posto l’Alessandria e si porta a 4 punti dalla Spal, contemporaneamente mantiene inalterate le distanze dal Vicenza (vincitore sul Pordenone) in attesa della partita del Crotone che potrà al massimo rimanere a -5. Per il momento va bene così. Ora bisogna cercare di recuperare più infortunati possibili, ma anche energie e forza nervose, fra appena tre giorni bisognerà recarsi a Frosinone. 12 partite da affrontare in considerazione del fatto che ancora non si è fatto niente, ma che la squadra è incerottata si, ma viva grazie ad un allenatore che avrà fatto anche i suoi errori, ma quantomeno ha dato un’anima ad una squadra sfiduciata.

Foto di Ernesto Pescatore

 

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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