Ma qual è la vera maglia del Cosenza?
Diciamo la verità, la maglia del Cosenza versione Nike è piaciuta al 99% dei tifosi. Rimane da capirne il perchè. Per qualcuno che si spaccia per intellettuale questi interrogativi risulteranno banali, per chi ci vede la storia dei costumi e della tradizione di una società il discorso cambia.
Dietro ogni tessuto c’è la ricchezza di un club; dietro ogni riga: orizzontale, verticale ed obliqua, dietro il design della maglietta c’è lo stile di una città, l’idea di un sognatore, la vision di una società di calcio; dietro la scelta di un colore c’è sempre un perché, un’emozione, una suggestione.
Si narra che i colori del Cosenza, i magici rosso e blu, con tonalità molto calde, siano stati scelti in onore delle squadre vincenti dell’epoca, il Genoa ed il Bologna. Ci si immedesima senza dubbio in squadre che vincono, così come altre società hanno scelto i colori vincenti del Milan, Inter, Torino e Juventus. In una maglietta di calcio c’è una visione politica: nel campionato dell’ex Unione sovietica la gran parte delle squadre avevano i colori rossi o al limite bianco.
C’è tutta l’evoluzione stilistica e della manifattura, passando dalle pesanti maglie di lana di inizio secolo a quelle anti strappo di oggi, da quelle semplici e lineari degli anni ’60 e ’70 a quelle funzionali ai messaggi degli sponsor, prima uno, poi due ed adesso anche tre o quattro, fin dove c’è spazio ed a secondo degli obiettivi di marketing e merchandising ipotizzati.
A Cosenza, il solo nominare un marchio storico, da alcuni identificato come il più importante marchio sportivo del mondo, ha fatto salire l’entusiasmo di molti decibel. Tutti pronti ad acquistare, dai ragazzi ai giovani rampanti, fino alle persone più mature, due colori unici, ma anche un brand da sfoggiare per Corso Mazzini. Poi magari non tutti potranno permettersela perché il costo non è alla portata di tutte le tasche, mettendo in moto così anche processi di squilibrio sociale.
Di certo ognuno però potrà esprimere, anche grazie ai social, una opinione personale, magari senza andare troppo per il sottile. Abbiamo accennato al fatto che alla gran parte dei tifosi è piaciuta ed anche molto. A pochi altri non è piaciuta, magari perché non la riconducono alla tradizione cosentina, altri per la striscia oro, fattore che invece secondo me la caratterizza anche se sarebbe stato meglio renderla ancor più unica con una striscia verde, per ricordare i colori della città.
Ma sarebbe anche utile capire qual è la maglia tradizionale del Cosenza. Rivisitando le tante magliette indossate dai lupi emerge un fattore: il Cosenza non ha una maglia tradizionale perché ne ha avute tantissime, troppe per individuarne una tipica del Cosenza calcio. A fasi alterne, proprio per quanto scrivevo prima, ogni momento storico, socio economico, di opportunità o sensibilità, ha proposto un design diverso: a bande larghe verticali come quella di oggi, a strisce strette verticali, a bande larghe orizzontali, con strisce oblique, rosse sul fronte e blu sul retro, con colori caldi o sbiaditi, rosse con spalle e maniche azzurre, con strisce verticali e baffi sulle spalle.
Insomma un repertorio così vasto che ne ha impedito una identificazione chiara come le maglie delle grandi squadre, riconosciute in tutte il mondo. Così che ogni tifoso cosentino ha idealizzato una propria di maglietta. Io, per esempio, identifico il Cosenza calcio con la maglia a bande larghe verticali con colori caldi, molto caldi, proprio come quella della Nike. Sarà perché quando ho cominciato a seguire il Cosenza, sul finire degli anni sessanta, la maglietta era con questo design e così ogni altro tifoso si identifica con la prima maglietta rossa e blu che ha visto indosso ai propri beniamini che correvano sul prato del S. Vito.