UN TIFOSO PER ECCELLENZA: LUCA DI DONNA

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Il Cosenza sta attraversando un periodo abbastanza delicato e molto negativo dal punto di vista dei risultati. Dopo la terza sconfitta consecutiva traballa sempre di più la panchina del tecnico Davide Dionigi. Abbiamo analizzato il momento dei lupi insieme ad uno stimato professionista e noto imprenditore del panorama nazionale, da sempre vicino ai colori rossoblù: Luca Di Donna, commercialista, tifosissimo del Cosenza e della Juventus, socio ed Amministratore Delegato dell’azienda Quattropuntozero e Main Sponsor del Cosenza calcio per quattro stagioni dal 2018 al 2022. Consulente fiscale del Cosenza Calcio ai tempi di Carratelli e di Pagliuso, unitamente al padre Pino Di Donna.

  1. Salve Dott. Di Donna e benvenuto ai microfoni del Corriere Sportivo di Calabria. Quest’anno la musica sembra essere cambiata, in quanto si sta osservando un Cosenza diverso rispetto agli anni precedenti visto da vari punti di vista. Cosa ne pensa lei della squadra costruita dal Presidente Eugenio Guarascio e dal Direttore Sportivo Gemmi e come inquadra questo Campionato di Serie B?

Buongiorno a Lei, devo premettere che sono un grande tifoso del Cosenza e nulla più. Seguo il Cosenza e vengo allo stadio senza soluzione di continuità da circa 50 anni, dapprima insieme a mio padre e mio nonno, anch’essi grandi tifosi, poi insieme ad amici e compagni di università in giro per i campi d’Italia a seguire il Cosenza in trasferta e da ultimo unitamente ai miei due figli tifosissimi anche loro. Non sono, dunque, un addetto ai lavori e non mi permetto, pertanto, di giudicare l’operato di chi oggi gestisce le sorti del Cosenza Calcio. Rispondo, quindi, esclusivamente come farebbe uno delle decine di migliaia di  tifosi visceralmente attaccato alla maglia rossoblù . Per quello che ho potuto vedere sino ad oggi, non mi sembra di scorgere quell’importante cambiamento di rotta che tutti i tifosi auspicano da tempo e che qualcuno h, forse frettolosamente, ipotizzato ad inizio campionato. Anche quest’anno la squadra che il Ds Gemmi ha allestito con i mezzi messi a disposizione dalla società, non sembra esprimere valori tecnici molto differenti da quelli degli scorsi campionati, ad eccezione di qualche giocatore, che, peraltro, era già presente l’anno scorso. I giocatori più rappresentativi dello scorso campionato, che hanno contribuito in maniera determinante alla salvezza sono andati via per fine prestito e sono stati sostituiti da altri, anch’essi per la gran parte presi in prestito che, sino ad oggi, non hanno espresso ancora valori tecnici tali da far presumere che ci possa essere un salto di qualità. Del resto sono stabilmente in prima squadra molti giocatori che l’anno scorso gravitavano fra la panchine e la tribuna. Le statistiche, purtroppo, sono impietose, siamo la squadra che tira di meno in porta di tutta la B.  Si spera che giocatori come Calò, Merola ed altri arrivati a fine mercato, possano dare quella qualità in più che oggi sembra mancare. Ad oggi, ad eccezione di Florenzi, per quel poco che si è potuto vedere, non abbiamo visto all’opera giocatori capaci di saltare l’uomo e creare la superiorità numerica necessaria per creare le occasioni da goal.  Per il resto va comunque apprezzato lo sforzo del Ds Gemmi di prolungare i contratti dei giocatori giovani e promettenti, che in futuro, potranno procurare alla società le fondamentali plusvalenze che serviranno per fare il salto di qualità ad una rosa che non potrà essere formata ogni anno quasi esclusivamente da giocatori in prestito.

  1. In virtù proprio dei risultati altalenanti che sta avendo la squadra in questa stagione, secondo lei è più un problema di natura psicologica oppure prettamente tecnico-tattico?

A mio avviso, il problema è duplice perché da un lato appare indubbio che la rosa di cui dispone Dionigi ha valori tecnici modesti, dall’altro bisognerebbe colmare le carenze tecniche lavorando sulle motivazioni, sul furore agonistico, così come ha fatto Bisoli lo scorso campionato. Furore che quest’anno si è visto rarissime volte, e l’atteggiamento remissivo che vedo ogni volta nelle interviste post partita da parte del mister Dionigi, teso più che altro a giustificare le gravi sconfitte e non a spronare l’ambiente e la squadra ad una reazione veemente, è un sintomo veramente preoccupante.  Del resto in un campionato di serie B dove, salvo qualche eccezione, i valori tecnici non sono eccelsi, quasi sempre emergono le squadre che sono portatrici di motivazioni forti e costituiscono un gruppo granitico e coeso. E’ noto a tutti che il Cosenza in tempi recenti è giunto ad una insperata promozione in B ed a due salvezze in extremis in quanto l’allenatore ha saputo creare gruppo tra i giocatori ed ha saputo dare loro le giuste motivazioni.

  1. In qualità di Main Sponsor del Cosenza Calcio che esperienza ha vissuto in questi anni e che tipo di rapporto si è creato con la dirigenza rossoblù?

E’ stata un’esperienza fatta di chiaroscuri. E’ stato motivo di orgoglio avere sulla maglia della squadra del cuore il marchio della propria azienda e la grande visibilità che ciò ha comportato. Siamo un’azienda giovane, nata nel 2018, che a molti era sconosciuta quando nella stagione 2019/2020 ha esposto il proprio logo sulla maglia rossoblù. Essere stati sponsor di maglia per quattro anni consecutivi, ci ha dato una visibilità enorme ed in poco tempo il marchio 4.0 è stato riconosciuto in tutta la Provincia e la Regione, ed anche oltre tali confini. Di questo ne siamo coscienti e non possiamo che ringraziare la società Cosenza Calcio e il suo Presidente del privilegio che ci ha voluto concedere. D’altronde però, per il grande contributo economico dato alla Società e per le tante iniziative intraprese, ( il contributo economico per la realizzazione delle poltrone della Tribuna Vip, il restyling della sala riservata ai giornalisti e della sala riservata ad autorità e Sponsor nella Tribuna numerata), ci saremmo aspettati un maggiore coinvolgimento da parte della Dirigenza, che, invece, ha sempre mantenuto un distacco poco comprensibile, distacco riservato, peraltro, da quello che mi consta, a tutti gli sponsor senza distinzione alcuna. Oggi non siamo più main sponsor ed abbiamo ceduto il passo ad altre aziende importanti, ma abbiamo comunque voluto testimoniare il grande attaccamento alla squadra ed ai colori rossoblù, acquistando un pacchetto di 50 ingressi allo stadio per ogni partita interna, che stiamo riservando e riserveremo agli alunni delle scuole della provincia ed alle associazioni di volontariato che si occupano di dare sollievo a persone disagiate. Abbiamo già ospitato nelle gare precedenti i ragazzi dal Centro di Solidarietà il Delfino ed i ragazzi della Cooperativa Sociale “La Terra” e nella partita con il Frosinone ospiteremo le persone assistite dalla “Terra di Piero”. Siamo molto fieri di questa iniziativa che può far sorridere per un’ora e mezza persone che hanno affrontato ed affrontano grandi disagi e grandi sofferenze e che può contribuire a diffondere tra i ragazzi i veri valori dello sport.

  1. E’ ben noto a tutti che lo Studio Di Donna è stato un importante punto di riferimento nella Storia gloriosa del Cosenza Calcio, anche ai tempi della Proprietà della Famiglia Pagliuso. Che ricordi ha di quel periodo?

In passato mio padre si occupava di assistere il Cosenza Calcio e la famiglia Pagliuso negli svariati contenziosi tributari che la società aveva nei confronti del Fisco. E’ stata per me, giovane Commercialista, un’esperienza formativa e di vita, anche perché ho avuto modo di conoscere Paolo Fabiano Pagliuso e suo figlio Luca, persone eccezionali dotate di grande umanità e generosità. Oggi mi lega ai Pagliuso un’amicizia speciale, che per me rappresenta l’aspetto più importante da salvaguardare, soprattutto in una piccola città come Cosenza, dove si vive di rapporti, che devono essere improntati alla correttezza ed al rispetto reciproco.

  1. La sua passione e l’attaccamento ai colori rossoblù è ben nota, per cui vogliamo chiedere e sapere se a Luca Di Donna lo vedremo al Marulla solo da tifoso o in futuro potrà intervenire da co-protagonista?

Da tifoso sempre e comunque, in un altro ruolo non penso, anche se nella vita non bisogna mai dire mai. Io sono convinto che in questa Città, così come avvenuto in passato, ai tempi di Pagliuso e Carratelli, si potrebbero coagulare forze imprenditoriali serie ed importanti, tutte connotate da un fondamentale requisito, essere innanzitutto TIFOSI, per poter provare, accompagnandosi a persone competenti, a programmare e  a realizzare quel sogno che Cosenza e tutta la Provincia attendono da oltre cento anni. Non abbiamo in Città o in Provincia un mecenate che possa farsi carico da solo di realizzare il sogno dei tifosi, ma abbiamo tanti imprenditori validi e capaci che insieme, a mio avviso, potrebbero farlo. Ma questo, ovviamente è il mio pensiero. Oggi il Cosenza Calcio è proprietà del Presidente Guarascio, che è l’unica persona deputata, oggi, a realizzare il sogno dei tifosi. Io da tifoso ci spero!

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