Punto di non ritorno

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Siamo arrivati al punto di non ritorno, cosa che nessun tifoso del Cosenza si sarebbe augurato e che in fondo in fondo spera ancora si possa superare, altrimenti a cosa servirebbero fiumi di parole spese sui social, negli articoli, per strada ed allo stadio, per cercare di far cambiare lo status quo.

Articoli su articoli, trasmissioni su trasmissioni, incazzature su incazzature per fare emergere alcuni evidenti errori di questa ultima gestione societaria, ma che affondano in una strategia inadeguata ad una categoria importante e selettiva come la serie B.

Critiche pesanti, ma costruttive per cercare di deviare il corso degli eventi nel momento opportuno, ossia quando c’era da costruire l’organico che doveva affrontare uno dei campionati più difficili della serie B.

Ma allora molti pensavano al primo posto in classifica, a cominciare dal presidente Guarascio e dal DS Gemmi che hanno interrotto il mercato perché convinti di avere una squadra molto competitiva, risparmiando così i soldi per l’ingaggio di un portiere, di un terzino sinistro, di un centrale, di un centrocampista di CATEGORIA, ossia con almeno 200 presenze in serie B.

Poi si è passati a difendere gli 11 punti in 7 partite, che intanto sono rimasti sempre 11 in 8-9-10-11 partite e via dicendo fino all’allontanamento di un allenatore che dell’esonero ne ha fatto un punto distintivo della propria carriera, ma nonostante ciò cercato e voluto sempre dalla premiata ditta G&G, nonostante tutta la tifoseria fosse contraria a quella scelta.

Niente, si è andati avanti comunque perché c’era un progetto dietro che nessuno conosceva e che doveva stupire i cosentini. Il progetto però era sempre lo stesso, riuscire a risparmiare il più possibile mentre si faceva passare il cambio da Bisoli a Dionigi come una opportunità tecnica: il passaggio dal noioso 3-5-2 di Bisoli al fantasmagorico 4-2-3-1 del tecnico modenese. La verità invece era che Dionigi, così come Gemmi, sono stati scelti perché reduci da un periodo di inattività e hanno accettato, senza eccessive pretese, il solito programma minimale di Guarascio, mentre Bisoli si presentava al tavolo delle trattative dopo aver compiuto un miracolo sancito con tanto di pedalata al Santuario di San Franceso, salvando un altro Cosenza abusivo in serie B.

Mai errore più grossolano è stato compiuto, per risparmiare poi qualche decina di migliaia di euro: rinnegare un allenatore che aveva conquistato la piazza e portato 22 mila spettatori al Marulla tra lo stupore dell’Italia intera. Ma per il presidente Guarascio i calciatori sono tutti uguali, così gli allenatori. Perché spendere il doppio quando si può avere un allenatore a buon mercato, perché ingaggiare un bomber da 500 mila euro quando si può prendere in prestito il centravanti del MILAN, primavera però. In campo 11 sono loro e 11 siamo noi, tipica frase del presidente.

Sulla stessa falsa riga, ovviamente fortificati dai lusinghieri risultati ottenuti negli ultimi 5 anni di serie B: una retrocessione sul campo e qualche salvezza all’ultima giornata, si è preferito andare sul tecnico Viali anziché esaudire le richieste degli altri 5-6 tecnici contattati precedentemente, mettendo nero su bianco l’estrema fiducia posta nel primo!

Oggi tanti se la prendono con Viali, Dionigi prima, con calciatori che per 10 anni hanno fatto la serie D o la serie C, con altri provenienti dalla primavera e altri ancora al termine della loro carriera o venuti a Cosenza nel tentativo di riabilitarla, addirittura ho letto di imprecazioni per Zilli e su Florenzi.

Eppure c’era chi ad agosto scriveva di CAMBIAMENTO IN ATTO per un mezzo ritiro fatto in tempi normali!

Ma allora vi chiedo e mi chiedo a cos’è valso spendere fiumi di parole, non oggi, ma ben cinque mesi fa, se poi basta un autogol per sovvertire prassi consolidate che hanno ridotto il Cosenza a zimbello della serie B, a cosa serve perdere ore per scrivere articoli se poi la gente si ferma a leggere solo i titoli.

Siamo ad un punto di non ritorno perché se ieri allo stadio c’erano 1300 spettatori a fronte dei quasi 10 mila della prima giornata vuol dire che, come detto al DS Gemmi in sala stampa, si è fallita tutta la strategia operativa, ma non oggi, ma da quando i 4,5 milioni di euro messi a disposizione da Guarascio si sono rivelati insufficienti per confrontarsi nella serie B attuale.

Siamo ad un punto di non ritorno se calciatori e allenatori sono divenuti un oggetto misterioso per la città, quando invece dovrebbero fare da collante con l’ambiente.

Siamo ad un punto di non ritorno se si fanno arrivare decine di camionette di carabinieri allo stadio e si fanno perquisire persone di 60 anni e ragazzini di 15.

Siamo al punto di non ritorno se si multano i tifosi che alzano i cori contro la proprietà.

Siamo al punto di non ritorno se si blocca una città per tre, diconsi quattro, tifosi della squadra ospite.

Non sono d’accordo con chi vorrebbe azzerare tutto come fatto nel 2003, ma sono altrettanto convinto che non si può continuare ad andare avanti in questo modo, ormai la spaccatura tra l’ambiente e la proprietà è netta e se tutto va bene ci aspettano 5 mesi e più di calvario perché questa squadra difficilmente, molto difficilmente verrà migliorata a gennaio.

A gennaio affronteremo il mercato, molto probabilmente da ultimi in classifica. Chi verrà a giocare in una società senza progetti ed ambizioni, sull’orlo del baratro, senza tifo e con tanta contestazione, con l’ennesimo DS in scadenza, con un allenatore alle prime armi in serie B, se non riempita di soldi.

Ed il Cosenza può permettersi dei mercenari??

Siamo ad un punto di non ritorno perché la squadra non rappresenta più la città (dimenticata anche dalla amministrazione comunale che ha lasciato lo stadio in uno stato di abbandono), non rappresenta più i tifosi, ma solo una proprietà ben distinta dal contesto sociale in cui opera.

Ovviamente in un tale contesto risulta superfluo scrivere della partita, diventata solo un contorno, un atto obbligato per conseguire degli introiti, per arrivare a dei contributi, per partecipare al consolidato fiscale ai sensi degli artt.117 e ss. Del TUIR.

 

foto di Ernesto Pescatore 

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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