Mi ha fatto piacere la vostra presenza in questo giorno. È giusto ringraziare la proprietà nel volermi, prendendosi una responsabilità. Ringrazio chi mi ha preceduto per il grande lavoro fatto. Io vorrei far conoscere l’uomo, vengo in punta di piedi con tanta umiltà in una terra che mi ha dato tantissimo. Mi aspetto di avere l’aiuto della tifoseria che deve essere supportato dai risultati. Chi viene qui deve essere un onore, Cosenza è una piazza che deve essere ambita ed essere la prima scelta. L’allenatore è figlio di tante cose ma poi vengono successi ed insuccessi. Noi vogliamo stupire e per noi è un compito intrigante. Sono sfide che a noi piacciono. Io parlo poco dei nomi dei calciatori, io ho una idea di gioco e ci saranno giocatori funzionali ad una idea di gioco. Io preferisco gente che butta l’anima e non si lamenta. Cerco di proporre un calcio propositivo. Da sempre a Cosenza, da avversario, mi ha sempre colpito il furore agonistico, il Cosenza deve ripartire dal pubblico dell’ultima giornata. Dionigi quando sposa una causa darà tutto per questa causa. È una sfida che spero di ripagare, vogliamo alzare l’asticella. Il pubblico ha sofferto in questi anni e sarebbe per me orgoglio dare qualcosa di diverso. Io sono stato sempre nel destino del Cosenza e più volte accostato. Per chiarire la scelta dell’anno scorso, sono tante volte subentrato, la mia priorità dopo Brescia era quella di iniziare dall’inizio. In quel periodo svariate squadre mi hanno contattato, avevo un contratto con il Brescia che non era facile da chiudere, che poi hanno portato a restare fermo senza panchina. In Italia abbiamo una mentalità antica, all’estero giocano giovanissimi. Esperienza non corre e qui bisogna correre, poi ci sono dei giocatori di esperienza che devono correre. Noi allenatori dobbiamo avere coraggio, ci vuole pazienza.
