Max Alvini, “Non alleno per vivere: vivo per allenare”.

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Presentiamo il toscano che si è fatto da solo, gentile ma feroce in campo, appassionato di Pupo

Di Massimiliano Alvini affascina la carriera, non sicuramente un raccomandato, di quegli allenatori con più nome che punti, ma un self made man, uno che ha scalato tutte le categorie facendo gavetta e vincendo campionati su campionati. Dice: “sono contento perché ho fatto un viaggio lineare, pulito..”.

Rappresentante di suole per calzature nell’azienda di famiglia, comincia a giocare a calcio nelle squadre di periferia di Firenze e Pistoia, di cui poi diventa allenatore (Signa e Quarrata), poi la scalata con il Tuttocuoio, squadra che porta dalla Promozione alla C2 in sei anni. La parentesi sfortunata a Pistoia chiude la sua parentesi in terra natia, 16 anni in Toscana e si apre il ciclo con l’Albinoleffe, due anni di buoni risultati poi l’esonero al terzo anno. Ma il bello deve ancora arrivare, nel 2019 viene ingaggiato dalla Reggiana, dove vince il campionato di serie C dopo aver vinto i play off, venendo premiato anche con la “Panchina d’oro”. L’anno dopo si ritrova per la prima volta in serie B. La Reggiana arriva 18^ e retrocede. Successivamente arriva a Perugia dove ottiene il suo miglior piazzamento in cadetteria, 8° con annesso play off. Si mette in evidenza e da qui il grande salto in serie A. È Giacchetta a volerlo alla Cremonese, a premiarlo per una lunga carriera fatta di tanto lavoro e sacrificio. Ma la squadra è troppo debole per la massima serie e ne pagherà le conseguenze con l’esonero. Tenta il riscatto quando viene chiamato dallo Spezia per un pronto ritorno in serie A, ma qualcosa va storto e viene esonerato.

Ora la grande occasione di rivincita a Cosenza, sua prima volta a sud, una piazza caliente ed appassionata come Max Alvini. Ai microfoni di Calcio Spezia ha dichiarato: “Una bella sfida, ma sono felice”. Viene descritto come un allenatore molto passionale, timido e gentile, ma sportivamente feroce, con una maniacale gestione mentale dei propri ragazzi e preparazione delle partite in funzione degli avversari. Famose le sue camminate davanti la panchina, seguendo passo passo i propri calciatori a cui urla ogni piccolo movimento. Poi quando decide di caricare i suoi ragazzi fa suonare “Su di noi” del compaesano Pupo!

Il Cosenza ha più volte incrociato il toscano Alvini: ricordo il suo calcio aggressivo fin da quando allenava il Tuttocuoio. La prima volta fu il primo settembre 2013, a guidare il Cosenza era Cappellacci che batté Alvini per 2 a 1. Le cronache riportano di un Tuttocuoio schierato con il 3412. Al ritorno, stesso risultato a favore dei lupi e toscani con il 4312. Con mister Alvini ci si incontra nuovamente il 12 dicembre del 2020, quando con la sua Reggiana batte per 1 a 0 il Cosenza di Occhiuzzi. Al ritorno in Emilia fu 1 1. I moduli adottati 3412 e 4312. L’anno dopo Alvini affronta il Cosenza di Zaffaroni con la maglia del Perugia, 1 1 in Umbria, modulo 3412 e vittoria al S.Vito_Marulla con un 1 a 2 rifilato ad Occhiuzzi. Ultimo incontro in questa stagione, il 28 ottobre a La Spezia, 0 a 0 con il Cosenza di Caserta. Gli spezzini si schierano con un 352 con Esposito in regia, Bandinelli e Zurkowsi braccetti e Antonucci in appoggio a Franceso Esposito.

Alvini ha dichiarato di non avere un modulo preferito, ma di adattarlo alle caratteristiche dei calciatori a sua disposizione. Certo è che usa molto la difesa a tre ed un trequartista di riferimento anche con il rombo a centrocampo e due attaccanti. Con il 3412 molto importanti sono i due esterni, chiamati a supportare sia la fase difensiva con la difesa a 5, il centrocampo e gli attaccanti. Con il Perugia utilizzò Kouan e Ghion (il centrocampista del Catanzaro di Vivarini) come mediani e D’Urso trequartista, gli esterni Beghetto e Falzerano, al ritorno Segre e Burrai come mediani, con Kouan trequartista e Falzserano e Lisi esterni. Con la Reggiana usò il 4312 con Radrezza regista, Varone (ex Cosenza) e Del Pinto braccetti, Laribi trequartista, Ardemagni e Kargbo di punta, a Cosenza schierò Rossi e Varone mediani, Radrezza trequartista, Kirwan e Libutti esterni.

 

Ora non ci resta che aspettare per vedere quale modulo utilizzerà in base alla squadra messa a sua disposizione del duo Ursino_Delvecchio, magari rivedendo la coppia Antonucci – Tutino ..!!

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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