I lupi sbancano Brescia ed ora aspettano una ricompensa extra dal mister.
Alvini ha impostato questa stagione sulla forza del gruppo e sul gioco di squadra. Ogni sua scelta bada principalmente a non ledere questo principio, anzi a fortificarlo sempre di più attraverso le sue affermazioni, ma anche con segni tangibili come può essere una cena con i propri giocatori. Non dispone di individualità di rilievo nella propria rosa, lo ha fatto intendere lui, lo sanno i calciatori del Cosenza, lo ribadiscono gli osservatori esterni e gli addetti ai lavori. Dispone di tanti giocatori giovani, alla loro prima esperienza in B o con poca esperienza nel campionato cadetto, ma proprio perché giovani facilmente plasmabili, certamente più idonei a seguire ed interpretare un’idea di calcio e rappresentare plasticamente un’identità di gioco. Dispone poi di alcune “chiocce” che servono per cementare il tutto e dare sostanza a questa identità.
Non a caso mister Alvini non perde mai occasione per ribadire che non ci sono titolari in questo gruppo e che ognuno anche quando dovesse subentrare rappresenta un punto di riferimento. Sono tutti protagonisti nelle scelte di Alvini e così anche alcuni calciatori che sembravano non essere tenuti in considerazione hanno trovato posto tra i primi undici ed anche in continuità. Il reparto difensivo ha visto ruotare tutti i componenti ed ora si aspetta anche l’infortunato Sgarbi, solo Gyamfi è rimasto ai margini; a centrocampo idem, hanno ruotato tutti ed in tutti i ruoli e così in attacco, dove sono stati utilizzati tutti ed ognuno ha avuto le proprie chance.
La necessità inoltre di avere a disposizione sempre calciatori in forma, pronti ad un notevole impegno fisico, detta i tempi di un sapiente turn over e non meno la necessità di far riflettere alcuni su qualche castroneria fatta durante la partita. Insomma tutti sono consapevoli di essere importanti per questa squadra, ma non indispensabili e di conseguenza accettano di buon grado la panchina o la tribuna in favore del proprio compagno di squadra. Una strategia corretta per avere sempre il massimo da ognuno ed i fatti stanno dando ragione, al momento, ad Alvini.
Ovviamente non ci sono solo le questioni tecniche da curare, ma per cementare un gruppo c’è bisogno anche di vivere insieme oltre il campo da gioco, di trovare condivisione nei momenti di svago senza invadere gli spazi privati di ognuno, solleticare un pizzico di goliardia e di sano cameratismo e quale miglior modo se non quello di cenare insieme con il conto pagato dal mister che deve mantenere la promessa fatta alla vigilia della partita?!
Partita, si alla fine c’è anche quella da commentare e con grande piacere, visto che si tratta di una vittoria corroborante da tutti i punti di vista: quinto risultato utile consecutivo, nono punto e seconda vittoria consecutiva esterna. Questa è la ricetta per uscire dalle sabbie mobili di una classifica carente non certo per demerito della squadra che ad oggi sarebbe 4^ a 18 punti in classifica. Alla base di questi 18 punti virtuali, ahinoi, c’è un rendimento simile tra partite esterne ed interne: con una sola sconfitta, a Mantova, tre pareggi e due vittorie, per un totale di 9 punti in sei partite, mentre al Marulla altre due vittorie, tre pari e due sconfitte, per altri 9 punti in sette gare. Il Cosenza sembra avere qualche difficoltà in più in casa perché non vince dal 15 settembre, ma le prestazioni sono sempre buone, caratterizzate quelle interne semmai da qualche ingenuità in più.
A Brescia, campo ultimamente favorevole, i lupi hanno sfoderato un’altra grande prestazione tutta grinta, cuore e gamba, annichilendo ancora una volta gli avversari, incapaci di organizzare la propria manovra, frastornati dal pressing rossoblù. Ma non solo, visto che il Cosenza ha creato svariate azioni, una delle quali ha portato al vantaggio di Zilli, perfettamente imbeccato da Florenzi.
il primo gol di Zilli
Poco dopo l’azione che ha portato al fallo su Ricciardi ed al raddoppio su rigore di Mazzocchi. Due gol dei nostri attaccanti, finalmente tornati al gol dopo mesi di astinenza (ambedue sono alla prima rete stagionale) e questo non può che fare bene alla squadra e dare merito al lavoro di un tecnico che sta cercando in tutti i modi di colmare questa carenza in fase realizzativa.
Il raddoppio su rigore di Mazzocchi
A Brescia si è presentato con un 3412, con la linea difensiva composta da Venturi, Dalle Mura e Caporale, una mediana a 4 con esterni Ricciardi e Ciervo e i due mediani Charlys e Kouan, Florenzi tra le linee con compiti di appoggio alle punte Mazzocchi e Zilli, ma anche di supporto al centrocampo.
In pratica quello che per tutta la prima parte del torneo ha fatto Kouan lasciando nel sottoscritto qualche perplessità. Con Florenzi più avanzato e Kouan in mediana la squadra gira meglio nel rispetto delle caratteristiche dei due calciatori: il primo molto più veloce e tecnico, in grado di superare facilmente l’avversario in dribbling, il secondo molto più forte fisicamente e capace di tamponare in ogni dove. Entrambe non hanno i tempi e la visione del gioco del regista, meglio Charlys in questo senso anche se non dotato del lancio lungo in verticale, alla Calò per intenderci. Ha 20 anni però e tutto il tempo per appropriarsi di questo fondamentale di cui è dotato Mauri, il quale però non riesce a trovare spazio tra i titolari. Se a gennaio si trovasse questo tipo di calciatore ed un attaccante da doppia cifra, il futuro prossimo potrebbe essere ancor più tranquillo. In difesa con Dalle Mura invece si è trovato quel difensore veloce e tecnico che mancava, con il rientro di Sgarbi ci si potrebbe “accontentare” di questo pacchetto arretrato.
Nel secondo tempo la squadra ha cominciato a sentire la fatica di un primo tempo giocato a ritmi forsennati, il doppio vantaggio ti porta inconsciamente a rilassarti un pò e così ti viene a mancare la lucidità e la cattiveria giusta per chiudere la partita, come capitato a Florenzi e Mazzocchi. Il Brescia non aspettava altro e approfittando di un errore di posizionamento dei rossoblù ha accorciato le distanze con Bjarnason.
l’azione che ha portato al gol di Bjarnason
Da quel momento in poi i locali hanno cercato di buttarla in rissa o di trovare qualche rigore sporco, i lupi non sono riusciti ad addormentare la partita attraverso il palleggio e sull’ennesimo cross Bianchi viene completamente ignorato da Martino e co raggiungendo così facilmente il pari.
il pari siglato da Bianchi
La frittata sembra fatta, i soliti limiti sembrano tarpare le ali ai rossoblù, ma questa volta, al contrario di Mantova, la voglia di dare un calcio alla penalizzazione e quel pizzico di follia dei giovani danno la forza di portare in area avversaria al 95° ancora ben 7 lupi affamati ed a Charlys tempo e modo per trovare la vittoria.
il definitivo vantaggio dei lupi con la rete di Charlys
Insomma, la solita squadra pazza, questa squadra è na ciotia per dirla con una classica espressione “veneta” e bisogna prenderne pregi e difetti almeno fino a gennaio. D’altronde a rimarcarlo è lo stesso Alvini nel dopo partita; “Abbiamo preso un gol dove abbiamo lavorato male. Questo è un difetto che purtroppo noi abbiamo, perché siamo una squadra giovane, è una crescita che dobbiamo fare..” poi aggiunge: “È importante che la squadra riesca ad esprimere sempre la sua idea, poi è logico la devi leggere, devi saperla palleggiare meglio in alcuni momenti e non l’abbiamo fatto nel secondo tempo..” ed infine per far volare tutti basso aggiunge: “Il campionato di serie B è difficilissimo e lungo, è logico che poi la qualità delle rose viene fuori, noi dobbiamo fare un calcio sostenibile, con quello che hai, valorizzando i giovani. Quest’anno il Cosenza ha tanti giocatori di proprietà, cosa che il Cosenza non faceva prima, alcuni giovani sono in un percorso, è logico che questo poi puoi pagarlo e la soluzione è fare un calcio con una propria identità..”.
Appurato dunque che questa squadra configura, strutturalmente, dei limiti che possono portare ad un confronto impari con altre realtà che prima o poi verranno fuori e una società che deve fare un calcio sostenibile, l’unico modo per compensare questo gap è trovare una propria identità ed una idea di gioco. Cosa che mister Alvini sta sicuramente facendo, in attesa che questo allenatore venga premiato a gennaio con qualche innesto di esperienza, visto che il -4 è una zavorra troppo pesante tale da condizionare il campionato in virtù di qualsiasi obiettivo si voglia raggiungere.
Significative in questo senso le parole del mister dette sempre ieri a fine partita: “questa squadra è mentalmente forte, perché se dopo quattro giornate avevamo 4 punti e ci siamo trovati a 0, poi a 6 ci hanno detto che ci davano dei punti e siamo rimasti a 6..!!” ergo, c’è qualcuno che a gennaio deve farsi perdonare qualcosa!
Il presidente Guarascio ripreso dalle telecamere di DAZN a Brescia
Screenshot da DAZN