La condotta arbitrale ha agevolato il pareggio del Lecce e non è la prima volta che il Cosenza viene danneggiato, ma ieri si sono sentite solo le urla di Bisoli.
“Il Cosenza merita rispetto”, ha tuonato mister Bisoli ieri in sala stampa, purtroppo, è già la terza volta che è costretto a farlo.
Quando è sceso a Cosenza sapeva che avrebbe dovuto affrontare una mission impossible, ma non aveva magari calcolato il terzo incomodo, ossia l’arbitro di turno, quello che dovrebbe essere il giudice imparziale del calcio, ma che poi, da essere umano molto debole, si lascia condizionare, non tutti ovviamente, dalla sudditanza psicologica. È così che nella scelta della data del recupero tra Cosenza e Benevento prevalgono più gli interessi di una società potente come quella di Vigorito che non quella di un Cosenza che spende poco e male, allo stesso modo si tutelano gli sforzi economici di uno Sticchi Damiani che deve approdare in serie A per prendere una boccata di ossigeno in termini di contributi. È la vita, meglio evitare la rampogna di un Cellino o di un Berlusconi che quella di un Guarascio che, per altro, non arriva mai. E così che l’arbitrotto di turno che deve fare carriera, se deve proprio scegliere, preferisce fare il duro ed integerrimo in un Marulla deserto contro una società sull’orlo della retrocessione più che dinanzi ad una società proiettata verso la serie A.
Ma il vero problema è che se non avesse protestato Bisoli l’oltraggio subito ieri sarebbe passato nel dimenticatoio come tanti altri, tanto ormai si è assuefatti a questa condizione di vittima sacrificale abbandonata al destino della retrocessione. Guarascio non ha mai protestato per gli arbitraggi, tranne poi fare una protesta insensata e fuori luogo per le famose sostituzioni nella partita con la Salernitana di due anni fa, ma il signor Goretti perché ieri non ha preso il posto di Bisoli nelle proteste, di una sua squalifica ce ne saremmo fatti una ragione, ma l’assenza di mister Bisoli, forse anche per più di una giornata, si farà sentire e non poco, visto come segue lui la partita.
L’impressione che emerge è che ognuno tenda a pararsi il fondo schiena e che del Cosenza non freghi niente a nessuno, tranne a quattro super malati del Cosenza che lo seguono ovunque e dovunque.
Così ieri sera cartellini a go go solo per il Cosenza, ben nove a fronte di uno solo dei “malcapitati” lupi giallorossi, ritrovatisi contro una banda di delinquenti assatanati delle loro caviglie immacolate. Sta di fatto però che il Cosenza, guarda caso, era la squadra con meno cartellini gialli della serie B e solo ieri è diventata la terza. La cosa stona e non poco, ma ormai, ci si è fatto il callo. Con tutta la squadra ammonita è evidente che il gioco e gli interventi sono stati condizionati per la paura di rimanere in inferiorità numerica e perdere l’ennesima occasione di portare a casa una vittoria più che salutare. Non contento di questo il signor Marinelli, tutto tronfio ed impettito, ha concesso ben sei minuti di recupero, poi arrivati praticamente ad otto, giusto il tempo per dare la possibilità al Lecce di pareggiare una partita che avrebbe meritato di straperdere per l’altrettanto atteggiamento altezzoso tenuto in campo.
Qualcuno si accorgerà di questo trattamento riservato ancora una volta al Cosenza? Non credo proprio. Nessuno ne parlerà, tranne qualche sperduto cronista di provincia che verrà additato come il solito tifoso che se la prende con l’arbitro per le inefficienze della propria squadra! Forse hanno ragione loro, quelli che si atteggiano a super professionisti del giornalismo che non si ribassano a commentare le miserie del calcio.
Detto di questo ennesimo affronto subito dal Cosenza calcio, ma anche dalla città di Cosenza, perché le due cose viaggiano insieme, non ci resta che apprezzare e sperare nella grinta e volontà espressa dai ragazzi di Bisoli dalla mezz’ora in poi.
Il rigore parato da Matosevic
Giusto il tempo di metabolizzare il gol subito all’avvio che aveva sconfortato tutti e ripartire dopo il rigore parato da Matosevic (che Falcone gli abbia ceduto qualche segreto?). Confermato anche ieri che questa squadra subisce tremendamente la pressione della posizione di classifica. Troppo debole psicologicamente, tanto che ha bisogno, come confessato anche da Bisoli, di continue sollecitazioni e scossoni per uscire dallo stato di catalessi in cui entra nel momento in cui subisce una rete. Quando accade, soprattutto i calciatori, si rendono conto di quanto sia difficile rimediare, tenuto conto della inferiorità tecnica rispetto a talune squadre e di quella psicologica derivante dalla classifica compromessa. Ogni volta diventa quindi una battaglia interiore tra il proprio desiderio di venirne fuori e la presa d’atto della difficoltà oggettiva a farlo.
La prima rete di Larrivey
La parata di Matosevic li ha rinfrancati e fatto capire che l’obiettivo, quanto meno del pari, era possibile. In questo ha contribuito la più grande prestazione di Millico a Cosenza. Suoi gli spunti più importanti della partita, oltre al gol eccezionale ed all’assist per Larrivey, almeno altre due occasioni nitide.
Il raddoppio di Millico
Poi non si può non notare la prestazione di Florenzi che, con il suo dinamismo, compensa la non poderosa struttura fisica. Buona la prova in generale di una difesa che ha tenuto botta alla prima in classifica ed a quello che era l’attacco più forte del campionato. Matosevic è stato impegnato molto di rado e questo è il segnale tangibile di una prestazione importante macchiata dal gol subito nel finale in una mischia tremebonda. Il Lecce, che solitamente arriva in rete in maniera molto fluida, ha palesato enormi difficoltà a trovare spazio nella difesa silana e la solidità difensiva è uno degli obiettivi di Bisoli.
L’esultanza dei lupi al gol di Millico
La mediana invece mostra i soliti segnali di cedimento: Carraro e Voca completamente fuori partita, mentre nel secondo tempo Palmiero e Vallocchia hanno ridato un senso alla manovra offensiva e protetto la difesa in modo importante. Anche il Cosenza ha fatto poche azioni, ancora una volta non è riuscito ad innescare Laura, ma le azioni più belle le hanno collezionate i rossoblù.
Il tutto ci fa tornare a sperare in una continuità di risultati che consenta di arrivare ameno ai play out. Fossero arrivate le vittorie di Crotone e di ieri parleremmo di altro, ma quest’anno si soffrirà ancora.
Foto di Ernesto Pescatore