Vido controlla di petto ed inquadra la porta con un sinistro al volo su cui Saracco ? bravo a rispondere. Kingsley si trova per? dove deve e sulla ribattuta ha a disposizione la porta quasi vuota in cui appoggiare il pallone. ? la rete del pareggio.
Questa ? la descrizione del gol del Perugia, che di certo non sar? consegnato agli annali della categoria ma verr? conservato al suo posto nel tabellino. Gi?, il tabellino che per la terza volta su 5 partite effettivamente giocate recita 1-1. Ancora una volta. Il problema non ? il pareggio in s?, lo sa Mister Braglia, lo sa la squadra e lo sappiamo anche noi tifosi. Una squadra costruita per mantenere la categoria non pu? essere di certo una schiacciasassi che demolisce le avversarie e si trova a punteggio pieno annusando la A, sarebbe utopistico pensarci. Solitamente le squadre che condividono il destino di doversi salvare hanno uno o pi? fili narrativi comuni, dall’essere costrette a difendere in 11 dietro la linea del pallone al dover sempre inseguire l’avversario andato in vantaggio. Ecco, il Cosenza delle prime giornate ? in fondo alla classifica in un modo suo. I Lupi cattivi sono per ora smarriti ed intimoriti dal mondo reale chiamato Serie B.
Mister Braglia in conferenza lo ha detto: “La squadra ha preso paura”. Chiunque come noi fosse allo stadio o abbia seguito la partita diversamente non ha potuto fare a meno di notare come il Cosenza sia una squadra dai tanti volti. Il primo tempo (contro il Perugia, contro il Livorno, contro l’Ascoli, la descrizione vale per tutte e tre) ? bello da vedere: i rossoblu pressano, recuperano palla, sbagliano come ? giusto che sia ma lottano nel successivo contrasto. Sono l? in campo ed hanno un bel fuoco che gli arde dentro, che li spinge a dare il massimo fino a gonfiare la rete. Arriva il secondo tempo ed il fuoco si ? gi? spento. La partita del Cosenza non dura pi? di 55 minuti ormai ed il vantaggio da mantenere diventa una palla al piede. La squadra arretra metro dopo metro, gli errori si moltiplicano e del fuoco che la spingeva rimane solo fredda cenere. Il pareggio ? quasi sempre inevitabile, sembra una sentenza gi? scritta e probabilmente lo percepiscono anche i giocatori, impossibilitati ad evitarlo.
Il disfattismo non ? nelle nostre corde e sempre citando il nostro mister possiamo dire: “Appena vinceremo una partita vedrete un?altra squadra”. Ci auguriamo soltanto che il fuoco rossoblu torni ad ardere per tutti i novanta minuti e sia padre di vittorie pesanti fra le mura di chi deve giocarsi la A.