Finalmente una partita di calcio ..!

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Viali schiera criterio e semplicità e torna il calcio al Marulla. Vietato però cullarsi sugli allori, la squadra va rinforzata. 

Buona anche la prestazione del Palermo, non quella dei loro tifosi.

Era ora! È la prima volta che rivedo con gusto la partita del Cosenza dopo averla assaporata minuto per minuto al Marulla. Per troppe settimane abbiamo visto un abbozzo di calcio, un vano tentativo di stupire con elucubrazioni tattiche che mal si adattavano alle caratteristiche tecniche dei calciatori in rosa e che avevano reso questa squadra sterile, incapace di produrre un’azione offensiva, portare al tiro i suoi attaccanti quando non erano impegnati a fare i terzini! Non voglio essere ingeneroso nei confronti di Dionigi, persona garbata e seria, ma il volersi intestardire su alcune sue scelte (compresa quella di escludere Calò) hanno portato lui all’esonero e stavano portando il Cosenza nel baratro. Necessario quindi intervenire per porre rimedio ad una scelta che aveva ingenerato forti dubbi già all’annuncio.

A Viali è bastato mettere in campo i giocatori con criterio: una difesa a quattro con un terzino che spinge e l’altro che copre anche perché costretto a giocare sul piede opposto; un regista coperto da una mezz’ala di contenimento e una di inserimento; una punta vertice sostenuta da un’ala ed un trequartista libero di muoversi tra le linee avversarie. Cose semplici. A Viali è bastato rimettere un po’ d’ordine nelle sue idee dopo aver sbagliato completamente la partita di Pisa, ma anche questa è una cosa normale se pensiamo che era arrivato da due giorni a Cosenza e non avendo una grande conoscenza dei giocatori a disposizione. L’aver scelto come paramento i giocatori più utilizzati da Dionigi lo ha portato fuori strada, con i risultati che tutti abbiamo visto. Però quegli ultimi 20 minuti, da quando è subentrato Calò, gli hanno permesso di ritornare sulla strada maestra e battere con pieno merito il Palermo.

Mister William Viali

Ora però non ci si illuda ancora una volta di avere la squadra per arrivare ai play off. Questa è sempre stata una squadra che, impegnandosi al 1000×1000 e guidata con un pò di criterio, può tentare di mantenere la categoria. Dovessero arrivare alcuni puntelli di categoria: un portiere, terzino sinistro, un centrale ed un attaccante, potrebbe fare un campionato tranquillo con qualche soddisfazione, nulla più. Le vittorie si programmano per tempo, creando un progetto e non vivendo sempre di emergenze. Anche la scelta di Viali non è stata programmata, bensì un ripiego dopo mille rifiuti, ma potrebbe essere, qualora il tecnico milanese si dovesse confermare, una buona base per programmare campionati meno stressanti. Non vorrei che questa vittoria si tramutasse nell’ennesima scusa per rinviare passi improrogabili, ancor più necessari oggi che c’è un tecnico nuovo che ha una visione di calcio differente dal precedente e che avrebbe bisogno di sostanziare la sua strategia tecnico-tattica con calciatori a lui graditi.

La vittoria di ieri è trovata e non cercata, in funzione del fatto che non si è puntato direttamente su Viali. Non è una medaglia da appuntare al petto, ma lo stigma delle scelte sbagliate fatte in precedenza e non perpetrate solo per l’intervento della critica costruttiva e della sommossa popolare. Questa società non ha nulla da vantarsi e gli spalti ancor più vuoti, frutto della rinnovata contestazione, ne sono l’esempio crudo e lampante. E non si dica che il presidente Guarascio è il colpevole designato, perché la contestazione era stata messa da parte nella serata dei 22 mila e con le 10 mila presenza alla prima di campionato, con le targhe ed encomi ricevuti durante tutta l’estate, con gli svariati contratti di sponsorizzazione. La contestazione è il frutto di scelte approssimative reiterate che hanno compromesso anche il campionato attuale.

La vittoria di ieri deve essere il punto di partenza per programmare con serenità la salvezza da conquistare con il lavoro dell’allenatore e dei ragazzi e con l’agire concreto della società sul mercato, attraverso scelte pianificate, frutto di oggettive esigenze tecniche e non casuali opportunità.

In tutto questo c’è di buono che possiamo ritornare ad analizzare una partita di calcio, in cui si sono affrontate due squadre che hanno fatto di tutto per superarsi a vicenda. Il Palermo di Corini è venuto a giocarsi la partita a viso aperto, convinto di poterla vincere, contro una squadra in netta difficoltà al fine di rilanciare il proprio campionato. Alla fine ha perso, così come hanno perso i loro tifosi presentatisi al Marulla imbottiti di bombe carta che hanno creato il panico tra i tifosi locali e arrecato danno agli steward. Non mi dilungo sulla violenza negli stadi che è ormai diventata solo retorica se, a conti fatti, si chiudono intere città per consentire l’arrivo di tifosi e poi si permette che gli stessi entrino negli stadi “armati”!

Ritornando alle cose belle, quelle di cui vorremmo scrivere sempre, possiamo apprezzare tanta semplicità e concretezza, sostanzialmente un 4-3-3, con D’Urso trequartista, libero di svariare su tutto il fronte offensivo, da sinistra a destra, di creare, inventare, fare quello che ha sempre fatto, con minimi compiti di interdizione in fase di non possesso; Merola, che agisce da ala in sovrapposizione con Rispoli o da punta di profondità o in appoggio a Larrivey che invece rimane il terminale offensivo. In mediana un Calò imperioso, che sventaglia a destra e a sinistra, verticalizza con saggezza, crossa in maniera precisa e calcia pericolosamente sui calci da fermo, protetto da Voca ed ispirato da Florenzi. Con lui in campo la squadra appare ordinata e anche Voca assume più personalità, chiamato da Viali a difendere in mezzo al campo, ma anche a coprire Rispoli sulla catena di destra. Il quid in più lo fornisce Florenzi che, come dice Viali, riempie gli spazi come un calciatore di due metri e 100 kg. A questo aggiunge tutta la sua qualità per inserirsi al momento giusto per andare alla conclusione o supportare gli attaccanti. In difesa abbiamo visto ancora sincronismi non perfetti: Rigione e Meroni troppo distratti, anticipati con estrema facilità da Di Mariano e Brunori nello scambio che ha portato al gol del secondo. Marcature allentate anche sul secondo gol di Brunori, con un Rigione ancora euforico per il secondo gol stagionale. Rigione ancora protagonista in negativo sul rigore concesso ai rosanero, anche se in quel caso bisogna dire che la distanza era troppo ravvicinata per colpevolizzare il nostro centrale. Viali dovrà lavorare su questi aspetti per migliorare la fase difensiva.

La sequenza del gol di Florenzi

Come riferito allo stesso Viali in conferenza stampa post partita, non ricordavo da tempo tante verticalizzazioni (con Dionigi mai vista una) che affettano il campo e aprono a nuove opportunità offensive; tanti cross in mezzo che giustificano la presenza in campo di Larrivey, guarda caso tornato al gol alla sua maniera (prima ridotto a rincorrere palloni a centrocampo se non rifilato in panca); tanti gol, creati su azione però e non da calcio da fermo. Un gioiello lo scambio tra Martino e D’Urso che ha portato al cross per Larrivey. Avevamo dimenticato che in una partita si potessero svolgere queste azioni!

Il secondo gol di Rigione

la terza rete di Larrivey

Sul 3 a 2, saggiamente, visto che i calciatori avevano dato tutto, Viali decide di portare la sua prima vittoria a casa e schiera un pullman davanti alla porta di Bisoliniana memoria. Prima passando al 4-4-2 con Calò e Voca mediani e Florenzi e Brescianini esterni,

e addirittura un 4-1-4-1 con Venturi davanti alla difesa, stessa soluzione di Bisoli a Crotone nella scorsa stagione, con Brignola e Florenzi prima e Kornvig dopo esterni e Voca e Brescianini mediani, Martino, Rigione, Meroni e Camigliano sulla linea difensiva. C’era l’esigenza di schierare la contraerea visto che in difesa si traballava ad ogni cross degli ospiti. Il fatto di aver dovuto schierare Camigliano terzino la dice lunga sul buco che è stato creato in quella zona del campo in fase di mercato.

Il Palermo è stato, di riffa o di raffa, fermato, il resto lo ha fatto Leonardo Marson. Brunori calcia in modo lento, ma al ragazzo va il merito di averci creduto e salvato il risultato. Meritato il suo posto in conferenza stampa. Credo si sia conquistato il posto da titolare anche se rimane l’esigenza di avere tra i tre portieri almeno uno di grande esperienza.

Il rigore parato a Brunori da Marson

Ora quindici giorni per ottimizzare le cose positive e migliorare gli aspetti negativi. Raggiungere almeno quota 20 prima del giro di boa non appare più una chimera. Il calendario ci dà una mano: Cittadella, Venezia e Cagliari in trasferta; Perugia e Brescia consecutivamente in casa e poi l’Ascoli. Restiamo fiduciosi all’inizio di questa nuova alba.

 

Foto di Ernesto Pescatore –  Screenshot da Sky 

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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