Il nuovo tecnico dovrà lavorare molto per dare alla sua squadra una nuova identità, il resto lo dovranno fare Gemmi e Guarascio.
Doveroso, più di ogni altra volta, rivedere la partita giocata a Pisa, anche il nuovo tecnico William Viali ha detto che lo farà. C’è da mettere mano pesantemente a questa squadra, non solo sull’aspetto psicologico, ma anche tatticamente e tecnicamente, come ha ribadito lo stesso Viali, e anche sul mercato. Arrivato nella serata di martedì a Cosenza, ha condotto il primo allenamento mercoledì, giusto il tempo per conoscere i nomi dei calciatori in rosa, anche quelli fuori dal progetto tecnico, creando qualche incomprensione, visto che nella sua prima conferenza stampa ha dovuto scusarsi dell’accaduto. Più logico e normale se avesse potuto allenare la squadra già da lunedì, ma purtroppo la gestione dell’esonero di Dionigi è stata completamente sbagliata da Gemmi. In questo limitato lasso di tempo Viali ha deciso di mettere in campo a Pisa i calciatori che avevano avuto più minutaggio con Dionigi (testuale), per non creare “scossoni” tattici (come dichiarato in conferenza stampa) ma, evidentemente, anche perché non sicuro di conoscere bene gli uomini a disposizione. A questo punto è importante che impari in fretta perché il Cosenza non può aspettare, già sabato prossimo si preannuncia una partita vitale per le sorti del campionato. Gli 11 punti che sono stati orgoglio di tanti fino a cinque partite fa, adesso sono una miseria a 7 partite dal giro di boa, posto che per tentare di salvarsi bisogna girare almeno a 20 punti.
Insomma, per incompetenza e presunzione, ci si ritrova per il quinto anno consecutivo in B con l’acqua alla gola. L’ennesimo mercato condotto all’insegna del risparmio, bloccato dopo le due vittorie più illusorie della storia del Cosenza calcio, con la presunzione di avere creato una squadra da serie A. A nulla sono valsi gli appelli di alcuni, compreso il sottoscritto, che invitavano ad ingaggiare un portiere esperto, un terzino sinistro, un centrale di difesa, a mettere più “presenze” in campo, visto che la squadra è colma di giovani di serie D, C e provenienti dalle formazioni primavera. A stento è arrivato Giacomo Calò (al secolo Jack) che però è stato messo a riscaldare la panchina perché non adatto al gioco di Dionigi che avrebbe voluto una mezz’ala di contenimento come Capezzi.
Ora quindi Viali si trova a gestire una situazione di classifica deficitaria nel campionato più difficile degli ultimi anni; una squadra con la fiducia sotto i tacchi, con l’impellenza di trovarne cause e soluzioni, in un campionato che conosce molto poco e senza alcuna esperienza (se non quella di alcuni suoi collaboratori, come da lui stesso ammesso) e con una tifoseria delusa e sempre più incazzata che non perdonerà niente a nessuno.
Simone Baroncelli e Viali durante la partita di ieri
A cominciare dalla prestazione di ieri a Pisa. Come accennato, difficile venire fuori dalle macerie lasciate in eredità, ma non ci si può nemmeno aspettare gioco propositivo, non passivo, come ha dichiarato Viali, se si mettono in campo calciatori che hanno tutt’altre caratteristiche che quelle di inventare gioco. Voca e Vallocchia sono due mediani, due spaccalegna che il loro lavoro lo fanno anche bene, ma se si pretende da loro di far girare la squadra, uno da regista e l’altro da mezz’ala di inserimento, abbiamo ancora le idee confuse. Né tantomeno l’inserimento di tanti attaccanti, dopo un primo tempo durante il quale non si è tirato mai in porta, in perfetto stile dionigiano, può portare ad essere pericolosi se non hai in mezzo al campo calciatori in grado di innescarli. Abbiamo quindi concluso un primo tempo subendo il primo gol sul palo del portiere, con una difesa in balia delle onde, un centrocampo senza idee e nessuna azione e tiro in porta e nessun cambio fino al 55°, né più e né meno come faceva Dionigi.
Il primo gol di Morutan del Pisa
Unica differenza il modulo, più un 4-3-3 che un 4-3-2-1 perché a ben vedere Merola e Butic hanno agito sulla stessa linea di Larrivey. Anche tanti corner, ma con i corner non si vincono le partite, tanto che al 62° ci si ritrova sotto di 3 gol, con un Morutan fatto diventare il nuovo Messi. Rivedere i tre gol per rendersi conto che urge un lavoro capillare per rendere dignitose le prestazioni di questa squadra, in questa serie B.
La terza rete di Morutan
Abbiamo tirato tanti corner come non mai in questo campionato!! Beh, se siamo ridotti a questo per risollevarci dai 15 gol subiti in 5 partite siamo messi davvero male ed evidentemente qualcuno non si rende conto della gravità della situazione. Fino all’ora di gioco abbiamo visto solo una manovra estemporanea, frutto di iniziative personali, per lo più di Martino (ottima prova la sua) e mai collettive, tanti giocatori in area avversaria e mai capaci di rendersi pericolosi sui tanti corner è un’aggravante non una nota positiva.
Sul 3 a 0 poi, si è visto qualcosina da cui ripartire. Il Pisa aveva mollato e abbassato di molto il baricentro, da parte rossoblù invece l’inserimento di calciatori dai piedi educati come D’Urso e Calò ha permesso alla squadra di tenere palla (siamo passati dal 47% di possesso palla del primo tempo al 61% del secondo) di mettere in mezzo qualche pallone in modo più preciso e sono arrivati i tanto agognati tiri in porta: la prima vera occasione da gol è arrivata al 51°, a dire il vero, con il colpo di testa di Vaisanen su corner; poi una girata di Larrivey al 70°, un colpo di testa di D’Urso al 74°, sempre su corner, che ha preceduto il Gol all’82° su una bella azione iniziata da Calò, poi cross di Martino e assist per il romano.
La rete del 1 a 3 di D’Urso
Sempre in questa frazione di gioco un tiro di Rispoli e l’occasione capitata a Brignola. Insomma tutto concentrato negli ultimi venti minuti e con un Pisa sfamato, però si è visto che mettendo gli uomini giusti al posto giusto si può tentare di ripartire, in attesa del mercato di riparazione.
Per dare un segnale al campionato, come sta facendo il Perugia del nuovo DS Castagnini, non sarebbe male ingaggiare qualche svincolato: ci sarebbero il portiere Marchetti, Ariaudo e Ragusa che aspettano una chiamata, ma si finirà per dire che per rimetterli in sesto ci vorranno mesi e quindi meglio aspettare i saldi post natalizi!
Presidente Guarascio non è più tempo di rimanere perplessi, è ora di cambiare strategia, la B è un patrimonio troppo importante per tutti, anche per lei.
Screenshot da Sky