Nonostante la sconfitta i lupi escono a testa alta dal Tardini, seppur con i limiti di sempre. L’arbitro Prenzoni scontenta tutti. Ultimi 4 giorni di mercato per chiudere il cerchio.
Prima di ogni altra considerazione è meglio mettere in chiaro una cosa: il Cosenza ieri ha giocato con una delle formazioni più forti della serie B, guidata da un tecnico come Pecchia che la categoria l’ha già vinta appena qualche mese fa e con il migliore gioco della cadetteria. Un organico dal valore cinque volte superiore a quello del Cosenza, con elementi come Vazquez e Bernabè, Man e Mihaila e dell’ultimo arrivato Ansaldi, giusto per citare i primi che mi vengono in mente. Poi si possono fare chiacchiere da bar e dire che con le figurine non si vince, ma se vogliamo fare invece discorsi seri e professionali il valore tecnico dei giocatori bisogna tenerlo ben in considerazione altrimenti non ci sarebbe distinzione tra calciatori che giocano in serie C e quelli che giocano in serie A.
Tutta questa premessa per dare il giusto peso alla prestazione del Cosenza di domenica, una prestazione gagliarda, tutta anema e core, di quelle che piacciono ai tifosi rossoblù, perché i ragazzi di Dionigi si sono spesi fino all’ultima goccia di sudore per portare a casa un risultato positivo, basta vedere come sono usciti stremati Brignola e D’Urso, chiamati a fare un lavoro che non hanno mai fatto nella loro vita da calciatori e per questo ancor di più da apprezzare anche se con i risvolti negativi di cui parlerò in seguito.
La forza dei lupi sta nello spirito di gruppo, Dionigi ha parlato di mettere al bando l’io ed esaltare il noi, e a vedere e rivedere la partita di ieri c’è riuscito perfettamente. Almeno questo merito glielo si può riconoscere senza doversi per forza imbarcare in dietrologie inutili. Non è riuscito ancora a far capitalizzare la manovra offensiva alla squadra e questo potrebbe diventare un serio problema nel tempo, ma vorrei giudicarlo anche ad organico completo, visto che ancora gli ultimi arrivati non sono disponibili mentre sarebbe sempre opportuno aggiungere un po’ di qualità in più che non guasta mai.
Dunque, se partiamo dal presupposto che la squadra è riuscita ad irretire il gioco del Parma con un pressing alto ed asfissiante, la giusta distanza tra i reparti e lo spirito di gruppo, tanto che i già citati Man e Mihaila non hanno mai avuto campo per portare pericoli verso la porta di Matosevic, Bernabè e Vazquez hanno dovuto sudare sette camicie per impostare qualche azione e che il gol è arrivato in maniera fortunosa (se Inglese lo ripete altre 100 volte quel tiro non finirà mai più in quell’angolino) da calcio piazzato, siamo un passo avanti e possiamo renderci conto delle reali possibilità di questa squadra, altrimenti rientriamo nel famoso bar e pensiamo che la stessa squadra, con un organico fatto da tanti giovani di belle speranze e qualche veterano può lottare per i play off e dominare a Parma.
Crociati che nella prima parte del secondo tempo hanno anche legittimato il vantaggio quindi nulla da obiettare sulla sconfitta che però, ribadisco, non fa assolutamente male proprio perché la squadra lotta e non molla mai, in attesa di poter ancora migliorare in quella fase offensiva deficitaria da sempre.
Quando i rossoblù riusciranno a concretizzare la transizione positiva e riusciranno a creare densità non solo tra tre quarti e centrocampo, ma anche in area avversaria allora potremmo dire che il lavoro è stato completato. Ma fin quando la punta vertice, Larrivey o Butic che siano, saranno lasciati soli tra almeno due centrali avversari ed i due trequartisti saranno impegnati più a sostenere il centrocampo che l’attacco e fin quando non si metterà più qualità a sinistra, ruolo fondamentale nello schema di Dionigi, vorrà dire che ci dovremo accontentare di bloccare gli avversari, sfruttando qualche loro disattenzione come successo a Benevento.
Ieri il Cosenza è partito, questa volta si, con il 4-3-2-1 (anche se tanti, ora che non è stato fatto, hanno scritto di un 4-2-3-1, mah!), con Voca vertice basso e braccetti Florenzi e Brescianini, anche se per i motivi prima esposti i due trequartisti erano spesso costretti a giocare sulla linea delle mezze ali per un 4-1-4-1. Brignola e D’Urso li ho visti rincorrere gli avversari più che farsi rincorrere e Butic, come Larrivey in altre occasioni, non ha avuto un pallone uno giocabile ed in queste condizioni è difficile fare male ad una squadra come il Parma. Nel secondo tempo la squadra è calata nell’intensità ed il Parma, come scritto, ha legittimato il vantaggio.
Dionigi ha cercato di rimediare prima sostituendo Panico con Gozzi che però appare ancora acerbo e spesso fuori tempo; poi sostituendo i due trequartisti, che ormai non ne avevano più, e passando, con l’inserimento di Martino e Larrivey, al 3-5-2, con Rispoli, Rigione e Vaisanen, centrali, Martino e Gozzi quinti di centrocampo, Florenzi, Voca e Bresciani a supporto delle due punte Butic e Larrivey. La musica non cambia però perché anche Brescianini ha finito la birra e idem Butic che ha corso a vuoto per l’intera partita senza beccare un pallone, anzi uno quando ha tirato alto sulla traversa. Entrano così Vallocchia e Zilli, ma il Parma è troppo esperto per lasciarsi sfuggire la prima vittoria in campionato. Giusto così, il Parma deve vincere la B, il Cosenza deve salvarsi il prima possibile e per farlo con un pò di serenità in più dovrebbe fare un ulteriore sforzo in questi ultimi giorni di mercato.
Ultima nota perl’arbitro Perenzoni, da serie C. Ha sbagliato praticamente tutto, riuscendo nell’impresa di scontentare tutti. Quanto abbia influito sul risultato è difficile dirlo, forse nulla, ma rimane il dubbio sul fallo commesso ai danni di Voca prima del gol del Parma e sul mancato sanzionamento di Romagnoli per il fallaccio su Florenzi..!!