Squadra travolta e abbandonata al proprio destino da una società senza prospettive.
L’ennesima sconfitta con l’Ascoli, ho perso il conto, ma mi annoia anche tenerlo, mai come questa volta preventivata, raffigura plasticamente ed inequivocabilmente lo stato di abbandono in cui si trova il Cosenza Calcio. La strada è segnata, ma chi può non muove un dito per deviarla, eppure ci sarebbe ancora qualche margine di speranza ed altre opportunità il campionato lascerà. I competitors, in condizioni di classifica peggiori del Cosenza, si stanno dannando per cercare di porre rimedio a quelle che si sono dimostrate delle scelte errate in estate, stanno ingaggiando tanti calciatori e dato un segnale di reazione a squadra, ambiente e campionato. Stanno gridando, ai potenziali nuovi arrivi, che sono vivi e possono garantire un altro campionato di serie B, ed i risultati di ieri sono una prova visto che sia il Pordenone che l’Alessandria hanno vinto e bene. Poi magari non ce la faranno lo stesso, ma ci stanno provando, spendendo, soffiando anche calciatori al Cosenza, incitando i propri tifosi a lottare insieme a loro per ottenere la salvezza. L’Alessandria è ormai rientrata nel gruppone e tenta di dare al Cosenza e alle altre i 5 punti di distacco per non disputare i play-out!
Il Cosenza invece che segnali sta dando al mondo? Di incapacità o nessuna volontà di ingaggiare calciatori in grado di cambiare le sorti del campionato. Il mercato di riparazione del Cosenza è già fallimentare proprio perché si doveva dare quel segnale forte e deciso di volersi salvare che non è arrivato, anzi sono arrivati gli ennesimi segnali di debolezza nel momento in cui il DS Goretti non è riuscito a portare a Cosenza Da Cruz ed Asencio, eppure non risulta che i due siano stati ricoperti d’oro! E con quale stato d’animo Casasola prenderà la decisione di lasciare un Frosinone proiettato alla serie A per venire in una squadra destinata a subire sconfitte su sconfitte? Chi da domani prenderà l’aereo per venire a giocare in una squadra senza né capo e né coda, a farsi infilzare come polli allo spiedo?
Il Cosenza aveva ed ha bisogno di altri 4/5 calciatori di personalità e grande esperienza in serie B e non calciatori qualsiasi. Con tutto il rispetto per i nuovi arrivati Hristov e Liotti che sono sicuramente dei buoni calciatori, ma non hanno le caratteristiche dei trascinatori. Gli stessi nomi dei tanti che si fanno, tranne Casasola, non sono calciatori che hanno 200 presenze in serie B, ma calciatori che dovranno dimostrare di sapersi muovere nelle sabbie mobili in cui è caduto il Cosenza. Possono essere anche bravi, ma devono avere ben altre caratteristiche.
Bisognava incidere prima sul mercato e non lo si è fatto, aspettando, come tutti gli anni, che si possa venire a creare l’occasione nelle ultime ore di mercato. Ma la cosa più grave è che non si è operato preventivamente pur sapendo che la squadra era con un organico all’osso a causa del Covid e delle scelte di Goretti in un modo o nell’altro venute fuori, con giocatori già salutati dalla piazza prima che effettivamente venissero ceduti. Nessuno quindi può dirsi stupito e sconvolto dalla sconfitta di ieri, perché pur nella imponderabilità del Covid nessuno, pur potendolo fare, ha cercato di porre rimedio.
Non può essere che le difficoltà del mercato esistono solo per il Cosenza. Questo era il momento di fare il sacrificio per salvare la baracca, invece, non imparando dall’errore dell’anno scorso, quando si preferì intascare i soldi di Baez senza reinvestirli, oggi si aspetta l’occasione del mercato senza tenere conto che altre partite sono state e verranno disputate e senza tenere conto, cosa ancor più grave, del segnale che si lancia.”
Chi è causa del proprio mal pianga sé stesso” ed il presidente Guarascio non potrà inveire contro il fato cinico e baro quando invece si sono create tutte le premesse per la seconda retrocessione sul campo consecutiva.
Anche quest’anno inoltre, il Cosenza è andato al mercato con un DS in scadenza, né tantomeno si sa che fine ha fatto l’appuntamento che lo stesso Goretti si era dato per dicembre con Guarascio. Appuntamento nel quale si dovevano delineare le “strategie” per il futuro: prospettive a breve o a medio lungo termine si diceva. Il mercato ci ha detto che è stato acquistato a titolo definitivo Hristov, a cifre che si aggirano intorno agli 800 mila euro tra cartellino ed ingaggio. Un movimento da società di grandi aspettative, tranne poi impantanarsi nei giorni successivi, procedendo con i soli prestiti secchi di Liotti e Sarri ed all’orizzonte si profilano altrettanti prestiti secchi che vanno nella esatta strategia opposta.
A questo punto viene da chiedersi, visto che nessuno ce lo dice, sebbene il signor Goretti è stato più volte chiamato ad intervenire nella mia trasmissione, qual è la strategia pensata con Guarascio? Ancora tanti prestiti e un Goretti sull’uscio insieme ai tanti calciatori da lui portati e nessuna visione del futuro? A cosa è servito acquisire Hristov a titolo definitivo se poi non si ha la forza economica di prendere altri calciatori per salvare l’annata?
Il centrale difensivo Hristov
Qualcuno ci dica che c’è un senso a tutto questo o invece c’è da pensare che ci si lascia travolgere dagli eventi, lasciando la squadra al proprio destino.
E ieri la sensazione forte è che la squadra “buttata” in campo fosse un’entità avulsa dal contesto, quasi da far pensare che non fosse la squadra con 100 e più anni di storia, la squadra di Di Marzio e di Giorgi, ma una squadretta di periferia seguita da un migliaio scarso di tifosi che deve confrontarsi con l’Ascoli di Rozzi e della serie A che fu. Una squadretta che ha cercato per qualche minuto, appena sei, di darsi una dignità, ma che ha dovuto soggiacere nel momento in cui si è resa conto di trovarsi in un campionato di serie B, nel quale non può minimamente competere.
A maggior ragione se alla guida della stessa è stato posto un allenatore che non partiva certo avvantaggiato dalla retrocessione precedente. Chi lo ha scelto sapeva che avrebbe triplicato le difficoltà di Occhiuzzi nel momento in cui c’era da mettere in campo tanta esperienza? Ieri abbiamo visto un allenatore timoroso, per niente convinto delle sue scelte prima e durante la partita. Schierare un 4-3-1-2 senza mettere in campo mezze ali non è da persona lucida.
Le caratteristiche dei giocatori devono creare il modulo e non viceversa: non si può far giocare un esterno come Situm da mezz’ala, tanto più che sai di avere Carraro che a mezz’ala è adattato anche lui. Risultato? Situm tendeva a spostarsi sulla fascia, andando a pestarsi i piedi con Liotti, senza nemmeno tentare una sovrapposizione che non era stata preventivata. Alla fine, centrocampo inesistente e Situm sostituito con una mezz’ala vera, Vallocchia! Difesa completamente inedita e con un Bittante ritornato in campo dopo mesi che si è trovato a contrastare l’uomo più in forma e tecnico dell’Ascoli, con un passo molto diverso rispetto alle lunghe leve di Bittante. Tempo qualche minuto è prendiamo il gol proprio da quella zona, con un Collocolo lasciato completamente solo dalla nuova coppia Hristov-Liotti.
La rete di Collocolo
Fatta la frittata, si è continuato sulla stessa falsa riga anche quando Bittante è stato ammonito. Tutti gli allenatori di serie B, avendo a disposizione 5 cambi, lo avrebbero sostituito, a maggior ragione viste le difficoltà tecniche incontrate. Ma niente, abbiamo aspettato l’espulsione mantenendo lo status quo, anzi peggio, sostituendo un acerbo Pandolfi con un Tiritiello messo a fare il terzino destro!! Togliere una punta ed inserire un difensore quando si deve recuperare la partita e per di più in un ruolo non suo mostra una grande confusione che non credo potrà essere recuperata con l’arrivo di nuovi calciatori, a questo punto non penso nemmeno di grande personalità. Insomma c’erano diverse possibilità di schierare una difesa molto più amalgamata e consona alle caratteristiche degli avversari, ma si è preferito seguire le presunte indicazioni di mercato di Goretti, benché poi si è comunque dovuto ricorrervi.
Il tiro di Boultam finito di poco a lato
Chi mi segue sa che rispetto il ruolo degli allenatori e non voglio cimentarmi in ruoli non miei, ma in questo momento serve per sottolineare uno stato confusionale, non solo del mister, ma di tutta la società. Lo stesso Goretti sta smentendo sé stesso nel momento in cui decide, o avrebbe deciso, di mettere fuori dal progetto parecchi dei calciatori che lui stesso ha scelto in estate ed altri che aveva deciso di confermare. Insomma un guazzabuglio da cui sarà difficile venire fuori se non con un radicale azzeramento ancora possibile visto che rimane qualche giorno di mercato. Conoscendo i tempi biblici di Guarascio la cosa è pressoché impossibile, ma rimane l’unica cosa da fare se si vuole dare un senso a questa seconda parte del campionato. Vivere questa agonia non è più concepibile, la misura è colma e questo mio pezzo non è scritto per criticare questo o quello o esacerbare gli animi (questa situazione non è comoda per nessuno) ma per cercare di salvare il salvabile.
Del nostro Cosenza non è rimasto niente, si è persa tutta la nostra identità di squadra combattiva e coriacea, che lotta fino all’ultimo respiro per conquistare la posta in palio e l’ammirazione dei propri tifosi. Neppure quelli ci sono più e come dargli torto, ieri gli assenti hanno avuto ragione. Altri, come me, vanno allo stadio trascinati dalla forza interiore che ci spinge da anni a non abbandonare la squadra, ma lasciare il S. Vito ancor prima della fine della partita, per manifesta inferiorità è ancor più doloroso. Anche l’urlo ad un gol rimane strozzato e manco una imprecazione all’arbitro è rimasta. Abbiate pietà, ridateci il nostro Cosenza.
Foto di Ernesto Pescatore