Oggi intervisto un’amica e questo è il lato più divertente di quest’avventura giornalistica. Mi riferisco a Luisa Orlando, tecnico del Cosenza Calcio Femminile, con la quale mi sono concessa una piacevole chiacchierata, facendo un po’ il punto sulla situazione attuale del settore femminile. Ci eravamo lasciate al famoso “anno zero” delle Lupe, ovvero alla fase embrionale in cui, tra mille difficoltà e numerose diffidenze, la nostra città ha potuto fregiarsi di una compagine rossoblù, interamente composta da ragazze, che con coraggio e passione hanno sfidato i preconcetti che contraddistinguono il mondo del calcio.
“In realtà, sono tre anni che viviamo l’anno zero” – afferma sorridendo il tecnico Orlando: “E’ come se fossimo bloccate in un déjà-vu che ci costringe a ricominciare ogni volta daccapo. Avevamo concluso il primo anno felici per i numerosi feedback positivi ricevuti durante i primi open day e poi successivamente durante il campionato regionale. Risultati incoraggianti, anche grazie all’enfasi nazionalpopolare che ha caratterizzato i mondiali di calcio femminile e che ha spinto molte ragazze ad uscire allo scoperto e provare ad inseguire i propri sogni sportivi”. E come dimenticare all’epoca la notevole mole di lavoro a cui fu sottoposto lo staff tecnico del Cosenza. Con pazienza ed impegno, si prodigarono ad insegnare altresì i fondamentali del calcio soprattutto a chi, sino ad allora, si era limitata a quattro pallonate nel cortile di casa assieme al fratello o al cugino.
In quell’occasione si registrarono una crescita di interesse e di partecipazione rilevanti, tanto da spingere gli organi di competenza a rivedere con maggiore organizzazione e serietà la pianificazione delle attività legate al calcio femminile, estendendole a tutto il territorio nazionale, strutturando di conseguenza un calendario più organico, che tenesse conto delle numerose adesioni. Si agevolava così un confronto diretto fra piccole realtà sportive e realtà con alle spalle una lunga tradizione calcistica.
“Quando a marzo ricevemmo lo stop al campionato, fu una doccia fredda per le Lupe: si stava infatti per disputare la finale di Coppa Italia femminile contro l’Eugenio Coscarello di Castrolibero e che equivaleva ad un vero e proprio derby cittadino” – sospira e prosegue, ricordando quei mesi difficili: “Temevamo che arrivasse il blocco delle attività…d’altronde, a marzo tutto il Paese ha dovuto fare i conti con questo maledetto virus ed ha imparato suo malgrado il significato di parole nuove come pandemia e lockdown”.
Tuttavia, sul finire di un’estate in cui la situazione generale pareva sotto controllo e con la ripresa annunciata delle altre attività sportive nazionali, la società Cosenza Calcio organizza gli open day, un evento molto importante per il coach Orlando, in cui si svolgono le selezioni, per categorie specifiche (U12-U15-U17 e Prima Squadra), di nuovi talenti e promesse emergenti, provenienti da tutta la provincia.
“E’ stato un successo superiore a quello della stagione precedente, poiché copiosa è stata la partecipazione di bambine/ragazze dalle età più disparate. Era stimolante osservare come eseguivano con estrema concentrazione le mie indicazioni e quelle dell’altro tecnico Alessandro Fiumara (U15). Persino nei genitori si attenuavano gli antichi tabù connessi alla pratica calcistica da parte delle ragazze”. Sorride e si percepisce una punta di orgoglio nelle sue parole. Questa sua fierezza è più che legittima, dato il costante impegno, ormai ventennale, nel cercare di sconfiggere pregiudizi e preconcetti, spesso frutto di una inadeguata cultura ed emancipazione sportiva, attiva solo a fasi alterne. A questo proposito, le faccio notare come il nostro incontro accada in una data che potremmo definire storica per il riscatto di quei sacrosanti diritti che spettano alle atlete. Il mio riferimento è per la nomina di Sara Gama, difensore della Juventus nonché capitano azzurro della nazionale, a nuovo vicepresidente dell’AIC (Associazione Italiana Calciatori), prima calciatrice a rivestire un ruolo di primo piano nel sindacato di categoria, e la designazione del primo arbitro donna, Stéphanie Frappart, chiamata a dirigere l’incontro di Champion’s League fra la Juventus-Dinamo Kiev.
“Beh, della Gama, non si è trattata di una sorpresa, perché lei è sempre stata in trincea per la conquista di un’equità fra calcio maschile e calcio femminile, compreso il riconoscimento di tutte quelle tutele e garanzie che renderebbero l’Italia un paese un po’ più a misura delle donne. La Frappart è un arbitro tosto e sono sicura che saprà svolgere con estrema professionalità il suo incarico senza lasciarsi condizionare dalla pressione mediatica”.
Quali sono le prospettive per il futuro delle Lupe? “Ripartire con un nuovo slancio propositivo e riprendere la preparazione atletica che, seppur a distanza, continua, grazie soprattutto alla collaborazione con il preparatore atletico, Giuseppe Ruffolo, con il quale ci confrontiamo quotidianamente sull’home training da far svolgere alle ragazze. A dire il vero è più prossimo ad un’azione di stalking verso le ragazze, devo ammetterlo, ma… è l’unico modo per evitare cali di entusiasmo e passione, che rappresentano il carburante necessario per far ripartire la macchina del settore femminile locale”.
Ci sarà tra loro una nuova Desirée Chrillo? “Perché no? I talenti non sono facili da scovare, ma nemmeno impossibili. Il prestito della Chirillo alla Pink Bari, società militante in serie A, è motivo di orgoglio, non solo per noi dello staff tecnico, ma anche per la società e la città intera. Ha già fatto il suo esordio nella massima serie contro l’Inter e la Roma ed ha subito dimostrato l’elevata caratura nel gioco offensivo e nel possesso palla. Siamo molto fieri di lei”.
Non posso esimermi dal chiederti un parere sul Cosenza di Occhiuzzi. “Semplicemente, mi piace! E’ una squadra rognosa con una sua precisa identità che le ha consentito di giocarsela a muso duro con squadre meglio attrezzate della nostra e soprattutto con obiettivi di alta classifica. Rispetto alla stagione scorsa, guardo le partite con un animo più sereno, senza più angoscia. E’ già un buon risultato”.
Qual è il giocatore che più ti ha favorevolmente impressionata?
“Adoro Bahlouli per la tecnica di gioco e l’intraprendenza. Mi è piaciuto sin dal suo esordio in maglia rossoblù. Quando entra in campo gli equilibri cambiano e l’intensità di gioco aumenta. Decisamente straordinario”.