Cosenza, segnali di ripresa in una partita condizionata dall’arbitraggio

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Aureliano “decide” di riequilibrare una partita che ha evidenziato spunti positivi dei lupi ed altri meno.

Sabato al Marulla si erano presentate due squadre con interessi opposti di classifica e con una precisa impostazione tattica: il Brescia del Pippo nazionale, aveva impostato la partita di rimessa, con due ali molto veloci (Tramoni e Leris) a supporto di un altro attaccante di profondità, Ayè. Inzaghi sapeva benissimo che Occhiuzzi a sua volta avrebbe giocato di rimessa ed ha cercato di stravolgergli i piani. Che il ragazzo di Cetraro avrebbe giocato in contropiede è apparso fin da subito evidente dalla formazione, con un trequartista, Caso, ed una seconda punta, Laura, velocissimi, ma senza un riferimento centrale, senza un centravanti da area di rigore che potesse capitalizzare il lavoro dei due velocisti e questo è stato un errore decisivo quanto quelli dell’arbitro Aureliano, cambiato all’ultimo momento per venire a fare danni a Cosenza.

La formazione del Cosenza che ha affrontato il Brescia

La partita, come spesso accade, però si è messa subito su binari diversi da quelli immaginati dai due allenatori, in funzione dell’espulsione strameritata del nuovo arrivo in casa Brescia, l’ex Cittadella Adorni. Il Cosenza da quel momento è stato avvantaggiato nella sua gara dall’espulsione del centrale avversario, ma è anche vero che avrebbe potuto passare in vantaggio e questo il signor Aureliano non l’ha tenuto in debita considerazione nel momento che ha palesemente deciso di rimettere in equilibrio le sorti della gara, ammonendo due volte, in pochissimi minuti, Ndoy, per altro per almeno uno dei falli completamente inesistente, visto che è apparso chiaro a tutti, tranne al prode arbitro, che il nuovo lupo ha preso nettamente una palla, per altro già in su possesso. Il prode si è ripetuto anche nella ripresa per un presunto fallo di Carraro, anche lui ammonito. Insomma il solito arbitro brizzolato, malato di protagonismo, che decide di orientare la partita a suo piacimento, ossia quello di tutelare la società più potente e la squadra più forte.

Dopo l’espulsione di Adorni, il Cosenza cambia strategia e diventa arrembante, cercando di approfittare della superiorità numerica, mentre il Brescia rimane in attesa di tempi migliori, non sostituendo un attaccante, ma arretrando solo il raggio di azione di Leris e mandando a sedere in panchina il centrocampista Bertagnoli (mentre Mangraviti prendeva il posto di Adorni).

Nella prima mezz’ora circa, prima dell’espulsione di Ndoy, Occhiuzzi cerca, con gli uomini che ha messo in campo, di vincere la partita: Laura è inarrestabile, proprio perché in prima battuta si trova davanti Leris (un attaccante) e poi Pajac, molto più lento di lui. Laura dimostra di avere grandi doti fisiche e di velocità, ma anche di avere bisogno di un riferimento là in mezzo che ieri non c’era (Gori ancora è indisponibile, Larrivey a detta di Occhiuzzi non poteva giocare dall’inizio e Pandolfi è stato lasciato fuori per scelta tecnica). Laura non è un bomber e si è visto, ma è una seconda punta che vive di assist e qualche gol.

L’occasione sprecata da Laura

Caso invece è un solista. Insomma i due non hanno e non potevano dialogare. Ciononostante la squadra, sempre nella prima mezz’ora, ha supportato i due attaccanti, è salita per cercare di andare in vantaggio, lo stesso Ndoy ha dato prova di uno dei suoi inserimenti al tiro, purtroppo molto fiacco perché è risultato evidente che l’albanese non fosse in forma. A Brescia aveva giocato solo 50 minuti nell’intero girone di andata, dopo 10 minuti aveva già le mani sui fianchi ed è risultato anche poco lucido in occasione del presunto fallo. Ma il Cosenza aveva ed ha bisogno di uno come lui come il pane per venire fuori dall’equivoco tattico creato dalla compresenza di Carraro e Palmiero. Finalmente ieri Occhiuzzi lo ha dissipato, come gli ho riferito in sala stampa, ed i benefici si sono visti, grazie anche alla presenza di un’altra mezz’ala vera, Kongolo (anche lui ha resistito solo un’oretta).

Insomma, in quella prima mezz’ora si sono visti i segnali incoraggianti di cui sopra. Le prospettive non mancano, la squadra è stata, di riffa o di raffa, migliorata tecnicamente, il tasso tecnico è molto più elevato rispetto a prima, ci sono tante varianti tattiche, ora bisogna saperle applicare nel modo e nel momento giusto ed il parametro è dato solo dalle vittorie di cui il Cosenza ha assoluto bisogno. Il Cosenza deve vincere 7/8 partite per salvarsi, i pareggi (terzo su 5 partite dell’era Occhiuzzi) ci portano direttamente in serie C, né più né meno come la scorsa stagione, quando questi furono ben 17.

Dopo l’espulsione di Ndoy, la partita cambia nuovamente: pian piano il Cosenza arretra sempre di più il baricentro, lasciando sempre più isolate le due punte mentre, in parità numerica, viene fuori la superiorità tecnica del Brescia. Inzaghi non vuole lasciare punti a Cosenza ed inserisce prima Moreo, poi Palacio, Jagiello e Proia. Anche Occhiuzzi cambia: prima Di Pardo per uno stanco Liotti, veramente ottimo il debutto dell’ex Vicenza;

L’occasione sprecata da Liotti

poi Carraro e Voca per dare fiato ad un centrocampo in difficoltà per l’assenza di un uomo; nel finale vengono sostituiti gli esausti Laura e Caso con Larrivey e Boultam, il quale è chiamato ad equilibrare il centrocampo in un 5-3-1. Soprattutto nel secondo tempo si sono rivisti i fantasmi di Cittadella: una squadra impaurita che cerca a tutti i costi di portare il punticino a casa benché in questa occasione ce ne fosse ben donde vista la caratura dell’avversario. Ma vedere Laura fare 60 metri di corsa completamente solo e non appoggiato che dal solo Caso è deprimente, ed è un difetto che va assolutamente eliminato. Il ragazzo, al contrario di altri, è riuscito sempre ad arrivare in area avversaria, pur contrastato da uno, due, tre, a volte quattro avversari, ma poi la trovava desolatamente vuota e impossibilitato ad appoggiare la palla ad un compagno. Questo perché la squadra rimaneva bassa a difesa del risultato, ma anche perché non c’era un centravanti d’area che potesse usufruire dei suoi assist. Quando è entrato Larrivey, che poteva usufruire di questi assist, Laura è uscito e siamo tornati punto e a capo. In questo modo si rimane in balia di avversari che si proiettano avanti anche con i centrali difensivi, come succedeva spesso anche con Zaffaroni, e portare a casa un risultato positivo diventa difficilissimo.

Anche ieri spalti vuoti al Marulla

Risultato che non potrà non arrivare da Vicenza, scontro direttissimo per la salvezza. Il Vicenza è squadra che si fionda in area avversaria con 8/9 uomini, il nostro contropiede potrebbe essere letale a patto che venga condotto con i crismi giusti, intelligenti pauca.

Foto di Ernesto Pescatore

 

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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