Finalmente l’esordio fra le mura amiche, con una ottima risposta di pubblico, complice la scelta della societ? di far valere i tagliandi della partita col Verona.
Il Cosenza parte col solito 3-5-2, con alcune modifiche. Saracco fra i pali, coperto dai soliti Dermaku, Capela e Legittimo. Centrocampo con D’Orazio e Corsi esterni, torna Bruccini al centro del reparto, recuperato dall’infortunio, supportato da Mungo e dal nuovamente disponibile Garritano. Tutino e Maniero a sostenere il peso dell’attacco.
Molte variazioni nell’11 dei toscani, con l’esterno Fazzi che si ferma durante il riascaldamento. Modulo speculare: Mazzoni difende la porta, Di Gennaro, Dainelli e Gonnelli completano la difesa. Maicon, Valiani, Luci, Agazzi e Porcino formano i 5 di centrocampo. Coppia inedita davanti con Raicevic e Murillo.
PRIMO TEMPO – Inizio a tinte amaranto, con gli ospiti che spingono molto. Al 7′ Raicevic stacca in mezzo all’area su un cross di capitan Luci, senza trovare lo specchio della porta. Qualche minuto dopo, Mungo, fino a l? molto attento, perde un pallone sanguinoso e serve involontariamente Murillo, che da solo davanti a Saracco alza troppo il tiro. La risposta del Cosenza ? affidata a Tutino, il cui tiro sfiora l’esterno della rete.
I Lupi iniziano a salire, spronati da Braglia, che chiede di non farsi schiacciare e di pressare alto. Il Cosenza ora controlla molto bene la sfera, per? manca di velocit? di esecuzione. Crea qualche buona occasione in contropiede ma non impegna mai seriamente Mazzoni. Garritano al 18′ prende palla in area e scarica un tiro molto potente ma trova il corpo del difensore.
Il gioco ? spezzettato da qui in poi per un infortunio al portiere Mazzoni, che in uscita si infortuna al ginocchio.
Il Cosenza continua a crescere, mentre il Livorno ? sempre pi? in difficolt?. Mungo ragiona bene con gli attaccanti, costruendo azioni pericolose dopo aver chiuso delle ottime triangolazioni ed arrivando addirittura al tiro, sprecato.
? al 34′ che il Cosenza raccoglie i frutti del proprio lavoro. Il cross di Corsi, che riceve palla dalla bandierina, ? sporcato dalla difesa del Livorno, per? la palla arriva sulla testa di Dermaku, bravissimo a fare la sponda per un Tutino reattivo e pronto a gonfiare la rete.
I Lupi non corrono particolari rischi da qui in poi, gestendo palla e provando a pungere, senza fare mai davvero male. L’ultimo squillo nasce da Tutino, bravo a dribblare in area, che trova libero Maniero, il quale ? rapido a servire Garritano sulla corsa. Il suo tiro ? respinto da Mazzoni, che evita il raddoppio.
La risposta del Livorno non ? pervenuta in questa frazione.
SECONDO TEMPO – Primi minuti contrassegnati da molti errori da entrambi le parti, le azioni non decollano facilmente e se le squadre arrivano in prossimit? della porta non sono per nulla pericolose.
Dopo un quarto d’ora, Lucarelli cambia il volto della propria squadra, inserendo Giannetti per un anonimo Raicevic e Diamanti per Agazzi, dandogli licenza di agire libero dietro le punte. Anche Braglia sceglie la sostituzione, con Varone che prende il posto di un Mungo attento e convincente.
Nonostante le variazioni, il Livorno non si affaccia pericolosamente dalle parti di Saracco, grazie anche al lavoro di Bruccini in chiusura su Diamanti. La pericolosit? del giocatore rimane ed alla prima palla utile serve Maicon in area, che di testa non trova la porta, coperto bene anche dalla difesa.
Lucarelli al 74′ prova anche la carta Kozak, bomber di esperienza, passando al 4-2-3-1.
? al 78′ che si registra l’azione pi? pericolosa fino a quel momento, con Garritano che esegue un cross teso che attraversa l’area e trova Maniero libero. Il tentativo in acrobazia ? da apprezzare ed ? di poco sopra la traversa.
Il Livorno ? bravissimo a sfruttare l’unica azione davvero pericolosa. Dagli sviluppi di una punizione guadagnata da Diamanti, il cross di Luci pesca Giannetti, bravo a schiacciare il pallone, beffando Saracco sul suo palo. Pareggio del Livorno quasi inaspettato, che galvanizzato prova a vincerla. Il San Vito suda freddo quando Diamanti prova a sorprendere Saracco da centrocampo, mancando di poco la porta.
Sono 3 i minuti di recupero nei quali non succede nulla di clamoroso ai fini del risultato.
Il racconto ? quello di una “solita” partita del Cosenza. Bravo a segnare, bravo a gestire fino ad un certo punto, poi la luce si spegne e gli avversari sfruttano una delle poche occasioni disponibili. Bisogna maturare, per? i punti lasciati per strada iniziano a pesare.