La squadra di Dionigi mette in difficoltà il Benevento con giovani come Prestianni e Zilli, ma è ora di aggiungere anche esperienza.
Aspettavo la prima amichevole di “peso” del Cosenza per vedere confermate o meno le buone sensazioni emerse dalle prime sgambature con Sarnano e Foligno. È calcio di estate, si sa, ma la prima impressione è quella che conta. Di amichevoli estive ne ho viste tante, ricordo con piacere quelle che venivano disputate sulla costa per coinvolgere i tifosi che erano in vacanza nonché la provincia, non sarebbe male riprendere questa abitudine che portava i lupi ad Amantea, Paola, Guardia, Scalea o Rossano. Kevin Marulla pensaci!
Proprio in queste partite vengono fuori limiti e pregi di una squadra, d’altronde servono a questo. Partiamo dai pregi: la squadra ha una sua idea di gioco, Dionigi non l’ha cambiata seppure dinanzi ad una squadra più quotata sulla carta come il Benevento, ha mantenuto il suo 4-2-3-1 (ormai riconosciuto da tutti, dopo essere stato presentato come mostro tricefalo di una fantomatica difesa a tre, o come 4-3-2-1, quando invece Prestianni opera costantemente sulla linea di Brignola e D’Urso – come da foto durante la partita con il Foligno)
fatto di corsa, aggressività e saggia occupazione degli spazi. I rossoblù non corrono mai a vuoto, non rincorrono mai gli avversari, ma li pressano attraverso la catena di sinistra con La Vardera o Panico, Vallocchia e D’Urso e quella di destra con uno straordinario Rispoli, Voca e Brignola.
Fondamentale il gioco dei due mediani che devono accorciare la squadra, così come dei due terzini, chiamati a difendere ed a proporre l’azione alternativamente, creando quindi scompensi sia negli avversari che in chi deve commentare la partita! Ancor più delicato il ruolo del trequartista, oggi interpretato egregiamente da Prestianni, ma che dovrebbe essere quello di Florenzi, che svolge il ruolo di “guastatore” tra le linee avversarie, supportando i due mediani nel pressing, ma supportando anche la punta vertice e i due esterni di attacco.
Esterni di attacco che svolgono a loro volta un compito molto difficile, quello di mantenere l’equilibrio in campo, senza il quale la squadra andrebbe a catafottersi. Brignola e D’Urso devono ripiegare in fase di non possesso sulla linea dei mediani, andando a creare un 4-4-1-1, con Prestianni che agisce appunto da guastatore e collegamento con Larrivey. Infine i due centrali difensivi, chiamati a loro volta a guidare la difesa e “spingere” la squadra in avanti facendone salire il baricentro. La punta vertice, Larrivey fino ad oggi, viene saggiamente meno “obbligato” a compiti di copertura, pronto a sfruttare la transizione positiva.
Questo il meccanismo di gioco impostato da Dionigi, una macchina che ha bisogno dei tempi giusti, di tanta gamba, di occupazione spasmodica degli spazi, ma anche di qualità. E qui veniamo ai difetti: mai come quest’anno il Cosenza di Guarascio può contare su tanti giovani validi del proprio vivaio, i confermatissimi Zilli e Florenzi, poi La Vardera e Prestianni che invece hanno dimostrato in questo ritiro di meritarsi, con lode, la convocazione in prima squadra. L’unico modo per valorizzarli è quello di farli crescere in prima squadra, dosandoli sapientemente in campo e mettendoli alle spalle di calciatori di esperienza che possano insegnare loro i trucchi del mestiere.
Un meccanismo di gioco come quello di Dionigi magari non ha bisogno di campionissimi, anche se la qualità, specialmente in avanti fa la differenza, ma soprattutto di gente con personalità che sappia uscire palla al piede nei momenti di difficoltà, soprattutto quando si incontreranno avversari anche loro in palla che cercheranno di pressare i nostri portatori di palla. Questa fase i lupi ancora non l’hanno subita, poco impegnative le prime due amichevoli, mentre il Benevento ieri non ha cercato di fare pressing, convinto delle proprie qualità tecniche.
Quindi, pur apprezzando le qualità di Vallocchia e di Voca, il giocatore è apparso in buona forma e con buone qualità tecniche, bisogna ampliare il reparto di centrocampo con almeno altri due centrocampisti esperti che sappiano giocare a due, ma anche, all’occorrenza, a tre e che sappiano dettare i ritmi della partita. Rimane Kongolo ed i già citati Florenzi e Prestianni. Si può capire benissimo che non si può affrontare un campionato di questo livello con soli cinque centrocampisti.
Così a sinistra, bene La Vardera, ma serve anche un giocatore di personalità, al pari di Rispoli, troppo importante e delicato questo ruolo in questo modulo. A quanto pare Dionigi desidererebbe (il mister è già la quarta volta che sottolinea l’esigenza di rinforzare la squadra e questo lato del carattere me lo fa apprezzare particolarmente) un centrale difensivo di piede sinistro perché, secondo me, non vuole rinunciare all’idea di giocare anche con la “sua” difesa a tre. Perso Camporese, devo dire per l’espressa volontà del calciatore di andare alla corte di Inzaghi, servirebbe un altro centrale di grande personalità e piede “educato”, bene Meroni, ma serve qualcosa in più. Infine il portiere, anche qui serve esperienza per un ruolo molto delicato, in modo tale che Matosevic possa continuare la sua fase di maturazione. Insomma, fino adesso un buon lavoro del mister, ora deve continuare la sua opera Gemmi con il supporto di Guarascio.
PS: belle anche la seconda e terza maglia, si ritorna alla tradizione