Cosenza “in ripresa”

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I lupi si meritano il pari nel secondo tempo quando Caserta corregge la formazione iniziale.

Continua la metamorfosi del Cosenza che, da squadra nobile che si permetteva il lusso di schierare quattro attaccanti, cerca di diventare squadra operaia, senza fronzoli e leziosismi per portare la pagnotta a casa. C’ha tentato a Cittadella, ma perdendo il confronto a centrocampo; c’è riuscito con il Parma, costringendo la capolista al pari con il nuovo 352 e si è riconfermato ieri a Bari, cercando di non sbilanciarsi mai per non concedere spazi ai fantasisti di mister Marino. Come scritto nell’editoriale scorso, è un Cosenza che sta cambiando pelle, tanto da sembrare una squadra completamente diversa da quella di inizio stagione.

La formazione schierata a Bari

A dire il vero le squadre che abbiamo visto sono quattro; quella veloce, aggressiva e scaltra della primissima parte, quando ancora dovevano arrivare Forte e Canotto e si puntava tutto su Tutino e Mazzocchi; quella di forte personalità, che metteva paura a chiunque per il potenziale offensivo e che spesso e volentieri costringeva gli avversari nella loro metà campo, quella del quinto posto in classifica per intenderci; poi quella molle, leziosa, confusionaria e arruffona presentatasi da Genova in poi, capace solo di produrre la miseria di 4 gol e 7 punti in 9 partite e che non segna fuori casa dalla vittoria di Pisa del 30 settembre, ben tre mesi senza riuscire a realizzare un gol fuori casa!!

Da questo periodo di crisi, che ha portato a mettere in discussione mister Caserta, sta nascendo appunto la quarta versione, con tutti i pregi e i difetti di un qualcosa di ulteriormente nuovo. Insomma il Cosenza di Caserta continua ad essere un laboratorio di esperimenti, di continui cambi di formazioni, quando a dicembre le squadre dovrebbero avere identificato una formazione base, raggiunto la loro maturità, consapevolezza dei propri mezzi e certezza dei propri obiettivi, da consolidare nel prossimo mercato di gennaio.

Il Cosenza quindi si sta mantenendo a galla, poco sopra la linea di allarme, proprio per quel periodo iniziale, per quei 14 punti conquistati nelle prime nove partite, ad una media di 1,5 punti, contro lo 0,7 delle successive nove. Una media che se moltiplicata per le successive 20 partite ci porterebbe alla quota funambolica di 35 punti!

Il popolo rossoblù a Bari

Di cosa sia potuto succedere ne abbiamo scritto abbastanza, puntando l’indice sulla questione tecnico-tattica, al contrario di chi ci vede una questione psicologica od atletica. Fatto sta che la squadra ha chiesto ed ottenuto un cambio di modulo. Un modulo, per dirla alla Caserta, che fornisce più tranquillità e sicurezza alla squadra, eliminando uno dei problemi che derivavano dall’applicazione “ossessiva” del 4231. Un 352 che elimina anche il forte dispendio di energie sempre generato dal precedente modulo, con un centrocampo a due che se non sostenuto alla perfezione portava la squadra a giocare sempre in inferiorità numerica. In sostanza, problemi mentali e fisici generati dall’applicazione non più corretta del 4231 e non viceversa. A questo si andava ad aggiungere il fatto che gli avversari avevano preso le giuste contromisure, rendendo il vecchio modulo inefficace.

A tutto questo Caserta non ha saputo opporre le sue contromisure, non riuscendo a cambiare l’atteggiamento tattico durante le partite, ma proponendo semplici sostituzioni ruolo su ruolo. Gli infortuni di Canotto e Marras e alcune squalifiche dei centrocampisti hanno fatto il resto, portando all’accantonamento, vedremo se definitivo, del 4231 ed un ritorno dell’utilizzo della coppia iniziale: Tutino e Mazzocchi!

Si è passati prima ad un più coperto 4312 di Cittadella, senza ottenere granché, visto che Caserta ha preferito comunque proporre 4 attaccanti, uno dei quali, Marras, a mezz’ala, rendendo il centrocampo comunque inconsistente dinanzi a quello collaudato dei veneti. Da qui il passaggio ad un modulo ancor più difensivo come il 352. La squadra è riuscita a superare indenne la capolista Parma e ieri il Bari.

Anche a Bari abbiamo visto però due versioni diverse tra primo e secondo tempo. Nella prima frazione di gioco, un Cosenza alla mercé dei pugliesi: Praszelik, “inventato” play, non ha saputo guidare la squadra, Zuccon e Florenzi hanno perso il confronto fisico con i dirimpettai Edjouma e Maita. Il mismatch era troppo evidente alla prova dei fatti e Caserta vi ha posto rimedio solo nella ripresa. Sempre nel primo tempo, Mazzocchi ha corso a ritroso per cercare di aiutare i compagni, lasciando però Tutino da solo nel cercare di fare alzare la squadra. Si è profilata una squadra molto bassa che perdeva tutti i contrasti a centrocampo, in perenne ritardo sulle seconde palle e con Fontanarosa e Martino che non riuscivano a tamponare le iniziative della catena di destra pugliese, composta da Dorval, Maita ed Achick. Quest’ultimo ha fatto quello che ha voluto, con Fontanarosa che non riusciva quasi mai a fermarlo, eppure è il più veloce dei nostri difensori!! Idem a sinistra, con Ricci, Edjouma e Sibilli che, seppur con minori risultati, hanno messo in difficoltà Meroni, Rispoli e Zuccon. Solo la poca brillantezza dei locali ha impedito loro di passare in vantaggio, ma il primo tempo è stato un vero e proprio monologo del Bari.

Di questo si rende conto anche Caserta e nella ripresa ha cambiato tutto: fuori, nell’ordine, Florenzi, Zuccon e Fontanarosa, dentro Voca, Calò e Sgarbi. Soprattutto con l’entrata di Calò, la squadra assume geometrie di gioco, Voca e Praszelik, riportato nel suo ruolo naturale di mezz’ala, reggono il confronto con Edjouma e Maita mentre il Bari comincia a perdere colpi.

Uno dei tiri, nel secondo tempo, di Mazzocchi

Da questo momento il Cosenza assume il controllo del centrocampo e di questo ne beneficia soprattutto Mazzocchi che, liberato da compiti di marcatura, riesce ad essere più pericoloso. Nel frattempo perdiamo però l’apporto di Tutino, sfiancatosi nel primo tempo da calci e gomitate dei biancorossi. Le occasioni migliori le crea il “secondo” Cosenza, meritando il pari e, con un po’ di fortuna, qualcosa in più. Marino cerca a sua volta di riprendere il possesso della partita inserendo più qualità con Aramu, Bellomo e Menez, ma ormai i rossoblù hanno preso il controllo della mediana e la partita scivola verso la fine senza ulteriori problemi.

Il colpo di testa di Fontanarosa, nel secondo tempo, di poco a lato

Ora, a cavallo del Natale, fra due giorni, si ritorna in campo con il Como, senza Praszelik e Florenzi, senza Canotto e Marras. Sicuramente ci saranno dei cambiamenti, ma almeno le assenze dovrebbero rendere meno difficile la scelta per Caserta!

Occasione è gradita per rivolgere a tutti i nostri lettori un sincero augurio di Buon Natale.

Foto Ernesto Pescatore  

screenshot Sky 

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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