Cosenza impalpabile, il Benevento vince in scioltezza

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La squadra di Zaffaroni sbaglia l’approccio alla gara, poi si smarrisce al raddoppio dei sanniti. Il mister potrebbe trovare soluzioni alternative.

In questa stagione decifrare il Cosenza è diventato un rebus poiché la partenza ritardata finisce per condizionare tutte le analisi. A giudicare l’opaca prestazione di sabato non si può non tenere in considerazione il fatto che questa squadra è sempre in ritardo di preparazione rispetto alle altre (alcune fonti vicino alla società riferiscono che in questo periodo si è caricato sulla preparazione atletica e quindi la squadra si sarebbe appesantita) mentre alcuni addetti ai lavori ritengono che, ormai, dopo due mesi dall’arrivo degli ultimi giocatori questo gap dovrebbe essere compensato, e poi bisogna tenere in considerazione anche la qualità dell’avversario, sicuramente tra i più forti della categoria ed il COSENZA DEVE SALVARSI IL PRIMA POSSIBILE. Premesso questo, un trend molto negativo fuori casa (un solo punto su 5 partite) ed un approccio alle gare sovente remissivo, impongono alcune riflessioni. Ben inteso, fatte da un semplice osservatore che si pone dei quesiti e ben lungi dall’apporre critiche a chicchessia, tantomeno al mister. Se infatti il Cosenza gode di una posizione tranquilla di classifica il merito non può essere che accreditato a Zaffaroni che ha saputo trarre il meglio da una squadra costruita in netto ritardo.

Entriamo nel merito: Il Cosenza si è presentato a Benevento con il canonico 3-5-2 (inutile pensare ad altri moduli, non c’è il tempo per prepararne di altri, almeno in questo momento, meglio pensare ad ottimizzare questo, sul quale si è costruita la squadra), ma con alcune novità rilevanti, visto che c’era da sostituire l’infortunato Boultam e il convalescente Palmiero. Zaffaroni decide di sostituire il primo con Vallocchia ed il secondo con Gerbo, lasciando Carraro mezz’ala. Qui mi pongo i primi quesiti e magari all’occasione li porrò a Zaf: questo Cosenza, visto come ha preso in mano nella seconda parte della ripresa la partita, può rinunciare a Carraro come regista? O meglio, può rinunciarci anche quando Palmiero è indisponibile, visto il completo fallimento dell’esperimento con Gerbo in regia? Non sarebbe stato meglio giocare con i rispettivi calciatori nei loro ruoli naturali? Magari si sarebbe perso comunque, ma almeno ci saremmo tolti un dubbio! Zaffaroni è persona seria ed equilibrata, capirà le mie incertezze.

Il Benevento di mister Caserta si è contrapposto con un offensivo 4-2-3-1, ma nella dinamicità della partita, soprattutto quando c’era da imporsi nel risultato, i sanniti hanno giocato praticamente con un 2-4-3-1, questo perché un Cosenza sempre sotto la palla nei primi 20 minuti di gioco (fig.1) ha dato la possibilità ai terzini Foulon e Letizia di

Fig.1

giocare sempre sulla linea dei centrocampisti Calò e Viviani, e a Barba e Glik la possibilità di aggiungersi nell’impostazione del gioco, annullando, di fatto, la plausibile superiorità numerica del Cosenza. Tutt’altro, i lupi sono andati completamente in confusione sulla catena di sinistra dove Sy, Vallocchia e Pirrello si sono fatti infilare spesso dalle sovrapposizioni di Brignola e Letizia (fig.7).

Fig.7

L’80% delle azioni si sono sviluppate sulla nostra sinistra e proprio da lì è arrivato sia il vantaggio che il raddoppio dei padroni di casa. La partita si è persa, secondo me, in quella zona di campo: Vallocchia era sempre fuori posizione, messo in mezzo da Brignola e Letizia; Sy invece, seppur dotato di buona tecnica, fisico e corsa, ha troppe amnesie, (vedere il secondo gol dove prima regala la palla agli avversari e poi rinuncia a rincorrere Letizia (fig.8) che metterà in mezzo la palla del raddoppio di Lapadula.

Fig.8

Un comportamento inaccettabile a questi livelli, nonostante ciò è rimasto in campo fino alla fine. Nel primo tempo i lupi hanno tenuto botta solo per dieci minuti, dal 20° al 30° quando Zaf, accortosi dell’approccio troppo remissivo, ha ordinato di aggredire gli avversari nella ¾ avversaria (fig.4) e nel quale periodo abbiamo creato anche un paio di azioni decenti.

Fig.4

Come spesso accade, nel momento migliore è però arrivato il vantaggio del Benevento, indovinate con chi, il centrale difensivo Barba, libero di catapultarsi in area, ignorato da Pirrello. Primo tempo che si conclude quindi con una sostanziale difficoltà del Cosenza sulla catena di sinistra e con Gerbo che non è riuscito a prendere in mano la squadra, con un 70% di possesso palla dei padroni di casa ed un solo tiro in porta del Cosenza!

La ripresa comincia con una bella azione di Caso che riesce anche a scambiare(!) con Gori, ma poi Vallocchia si fa sorprendere e comunque l’azione risulta viziata da fuori gioco. Al 56° il paperacchio di Sy e la partita praticamente finisce anche se Zaf cerca di recuperarla rimettendo un po’ di cosine al loro posto. Al 60° infatti entrano Anderson per Vallocchia ed Eyango che va a prendere il posto di Carraro spostato a regista al posto di Gerbo. Si vede subito la differenza anche se bisogna dire che il Benevento era già appagato. Comunque la squadra, con molta più qualità in campo ed un Carraro in cabina di regia, gira molto meglio. Anderson viene schierato da mezz’ala, molto probabilmente perché non in condizione di giocare come esterno, si vede che è di una classe superiore, ma anche che è fuori ruolo, mentre Eyango entra bene in partita, tocco e visione di gioco da serie superiore, da lui partono tre azioni interessanti che sono tanta roba in questo momento. L’unico motivo per il quale non è stato schierato titolare può essere la sua tenuta atletica, ma credo che da oggi in poi debba essere più tenuto in considerazione.

Così, mentre si fanno prove di assestamento tattico con nuovi calciatori, nel frattempo vengono sostituiti Gori, Caso e poi Situm, con Millico, Pandolfi e poi Bittante, il tempo che Pandolfi perda palla sulla ¾ del Benevento e i sanniti chiudono il match in bellezza con la rete di Tello. 3 a 0 e tutti a casa, compresi i magnifici 700 che hanno seguito la squadra da ogni dove e l’hanno sostenuta per tutta la gara ed applaudita nonostante la sonora batosta.

A ben rivedere la partita quali conclusioni trarre? Sicuramente che c’è ancora tanto lavoro da fare, a prescindere dal ritardo di preparazione, dalle condizioni fisiche di ciascuno, dagli infortuni e dalle cacherelle, dagli approcci alla partita: se ti difendi basso anche le ripartenze risultano più difficoltose, un conto è rubare palla a 20 metri dalla porta avversaria e un altro a 70 metri.

Bisogna dare un assetto definitivo alla squadra. Raggiunta una condizione fisica accettabile bisogna aggiungere più qualità possibile in campo, specie sulle fasce. Questa squadra non può fare a meno di Palmiero, ma Carraro è un’altra grande mente e come mezz’ala risulta sprecato; c’è bisogno di vere mezz’ali che tamponano a centrocampo, ma contemporaneamente si inseriscono al tiro; c’è bisogno di Situm e Anderson sulle fasce se si vogliono supportare gli attaccanti o Bittante se si vuole fare una fase difensiva più accorta; c’è bisogno del ritorno di Vaisanen, in ottima intesa con Rigione e a gennaio di un centro destra perché Tiritiello è un buon difensore, ma non ha i piedi per proporsi a supporto della fase offensiva. C’è bisogno di mettere più palloni in area, sebbene si tenti di fare densità in area avversaria, si arriva in almeno 7, questo viene fatto ancora con poca continuità e lucidità, sbagliando spesso l’ultimo passaggio al compagno libero. Tutto questo ed altro, per giunta, deve essere fatto in grande fretta: non possiamo partire con la mentalità che siccome gli altri sono più forti siamo battuti in partenza; in campo, come chiede sempre Zaffaroni, non bisogna mollare mai e vendere cara la pelle a chiunque, perché questa è una componente che non può mancare mai in nessuna squadra, pena sconfitte come quella di Alessandria. Potrebbe essere, eper esempio, una nota positiva il fatto di essere la squadra che ha subito meno ammonizioni in serie B (solo 12 a fronte di 35 del Vicenza) ma anche negativa per certi versi!

In definitiva, sursum corda e tutti allo stadio mercoledì per supportare i ragazzi a battere la Ternana. Ci aspettano Lecce, Reggina, Parma, Spal, Monza, Cremonese, etc e ci vogliono lupi in campo.

Alcune foto della gara di Ernesto Pescatore

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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