La squadra segue il tecnico, offre un’ottima prova a Bologna, ma sono evidenti i limiti tecnici.
Continuano gli esami per la squadra rossoblù, dopo l’amichevole con il Benevento e con la Virtus Francavilla, non tengo in considerazione le prime due prove, è arrivato quello più probante, con una squadra di serie A. I lupi non sono usciti con le ossa rotte come nella scorsa stagione a Firenze e questo è già un passo in avanti!
La squadra è ad un buon livello di preparazione, come tutte le altre in questo periodo tiene un’ora abbondante, occupa bene il campo: le quattro linee di difesa, centrocampo, trequarti ed attacco sono sempre compatte, difficilmente si allunga e soprattutto è aggressiva. Tutti ingredienti importanti in un campionato di rilievo come la serie B che ci indicano che la squadra segue i dettami del tecnico, suda e corre, mai a vuoto, e questo piace molto ai tifosi.
È riuscita ad imbrigliare pur sempre una squadra di serie A come il Bologna che, a sua volta, non sarà al top, ma è pur sempre di una categoria superiore. È anche vero che il passivo non è stato molto pesante per una prestazione importante di Matosevic, ma posso dire che tutto sommato non ha affatto dato l’impressione di soffrire e questo è emerso anche dal commento tecnico televisivo.
Tutto ciò lascia ben sperare per l’inizio del campionato che è più che prossimo (tra cinque giorni ci sarà l’esordio a Benevento). Credo che Dionigi abbia impostato una preparazione per partire veloce e cercare di colmare il gap tecnico che, al momento, si preannuncia di un certo rilievo.
E qui arrivano le note dolenti come, ahimè, scrivo da ormai qualche settimana. A prescindere dal risultato e dall’avversario blasonato, sono apparsi i limiti tecnici di una squadra che ancora è costretta, come dice anche mister Dionigi, a dover schierare calciatori di serie D e C perché ancora l’organico è largamente incompleto anche nei numeri.
Ma quella che ancora manca è la qualità: se di riffa o di raffa la squadra tiene a livello difensivo, grazie alla collaborazione di tutti i reparti, soprattutto dei trequartisti, la stessa manca a livello offensivo, nelle ultime due partite è andata al tiro in un paio di occasioni scarse.
Ciò è dovuto alla mancanza di giocatori di qualità e personalità, ossia gente che non ha alcuna difficoltà a tenere palla e soprattutto non sente il peso della categoria superiore. La differenza tra la catena di destra dove opera Rispoli e quella dove opera Panico è evidente, peccato che si sia infortunato La Vardera che aveva raggiunto un’ottima intesa con D’Urso. Stesso dicasi per il centrocampo, Voca e Vallocchia chiudono bene, sono aggressivi quanto basta, ma non riescono a rilanciare l’azione tant’è che D’Urso, spesso e volentieri, è dovuto tornare a centrocampo per prendersi qualche pallone. Brignola invece sembra troppo oberato dal lavoro di copertura, è uscito stremato (quando la squadra è in fase di non possesso si schiera con il 4-4-1-1) e non riesce mai a far salire la squadra come riusciva a fare egregiamente Caso. Florenzi ancora non è in forma campionato e Larrivey, che aspetta i palloni in mezzo all’area, può dormire sonni tranquilli, ieri nemmeno una conclusione, il che a lungo andare può essere avvilente.
Anche ieri la squadra si è schierata con il consueto 4-2-3-1, dopo qualche minuto di indecisione se ne sono accorti anche su Italia uno, con buona pace di chi ha ancora il coraggio di affermare che il Cosenza ha giocato fin ora con il 4-3-2-1.
Come già scritto altre volte, l’idea di gioco ci piace anche perché applicata e tollerata dalla squadra, però risulta evidente che servono quei 4/5 elementi che devono dare sostanza al modulo. Lo ripetiamo per la quinta volta, come ha fatto anche Dionigi: un centrale di piede sinistro che sappia impostare da dietro, uno con i piedi “educati” e tanta esperienza; un terzino sinistro di pari livello di Rispoli; un altro centrocampista, in attesa di capire quale contributo può fornire nel Cosenza e in questo modulo Brescianini; a questo punto ritengo sia necessario anche un altro esterno di attacco che possa giocarsi il posto con Brignola; infine un portiere esperto che possa giocarsela con Matosevic.
Che l’organico sia scarno è stato confermato quando Dionigi ha dovuto schierare, dal ‘79, Brignola mezz’ala ..!?! Tra le perplessità dei telecronisti. In quella fase della partita Dionigi ha schierato un inedito 3-5-2 (speriamo che qualcuno non abbia a ridire) con Venturi, Rigione e Vaisanen centrali, Panico e Martino quinti di centrocampo, Brignola (subito sostituito con Prestianni) e Florenzi mezze ali e Voca centrale, Butic e Zilli di punta.
Gli effetti sono stati nulli, ormai la partita era decisa ed il Cosenza non aveva più la forza di replicare ai felsinei, però è stata l’occasione per verificare l’applicazione di un altro modulo di gioco, questa volta con la difesa a tre, vecchio pallino dell’allenatore modenese.
Insomma, se questa partita doveva dare delle risposte a Dionigi, credo abbia confermato, ancora una volta, che l’organico va rinforzato. Cosa di cui, sono sicuro, è consapevole anche Gemmi, bloccato dalle esigenze di sfoltimento della rosa attuale: prima via gli esuberi e poi, se rimane qualcosa, si può passare agli altri ingaggi, con buona pace di Dionigi che aspetta di sostanziare il suo gioco. Saremo anche quest’anno l’eterna incompiuta? Magari quest’anno con un “tantinello” di coraggio in sede di calcio mercato si può vivere una stagione tranquilla.