La vittoria di Benevento permette di guadagnare tempo sull’arrivo di altri rinforzi.
Il Cosenza di Dionigi sbanca Benevento e già questa di per sè è una notizia esaltante visto che non accadeva da decenni, così come da tempo immemore i lupi non vincevano fuori casa. Per qualcuno tutto questo potrà essere normale, ma non vincere fuori casa per lunghi 17 mesi significa che si è lavorato male e che bisogna migliorarsi.
Lo spunto può partire dal lavoro che, indubitabilmente, sta facendo Dionigi. Se questa squadra sta cogliendo delle soddisfazioni lo si deve a lui, al suo staff ed ai giocatori che lo seguono nelle sue richieste. Ho già scritto dei lati positivi di questa compagine, confermati anche in terra sannita: saggia occupazione degli spazi di una squadra che riesce a non allungarsi quasi mai; ricerca del pressing continuo e molto alto; abnegazione massima di tutti i calciatori, a cominciare dagli attaccanti che pressano i difensori avversari impedendogli di manovrare indisturbatamente.
Se la difesa appare più robusta degli altri anni è proprio per questo lavoro sincrono di attaccanti e centrocampisti. Il Benevento ha faticato sia a luglio nell’amichevole e sia domenica in campionato, proprio perchè i loro difensori e centrocampisti hanno fatto fatica ad impostare ed innescare le punte. Questo è il frutto di un modulo che consente ai rossoblù di difendersi molto alti, al contrario di quello che accadeva nelle stagioni passate dove, per esempio, proprio a Benevento, la squadra rinculava nella propria trequarti lasciando libertà di inserimento persino ai centrali di difesa avversari.
Proprio dall’applicazione del pressing alto è venuta fuori la rete di Larrivey che, come una volpe, ha intuito il passaggio arretrato di Tello, pressato da Florenzi, per inserirsi sulla traiettoria e successivamente beffare Paleari. Ad alcuni può sembrare una cosa scontata, ma dietro quell’azione c’è tanto lavoro e tanta intuizione di un calciatore esperto come Larrivey.
Una mentalità, un modo di inquadrare la partita in modo diverso, sebbene con non tantissima qualità a disposizione. Allora viene da pensare cosa potrebbe dare una squadra così motivata se venisse supportata da qualche elemento di esperienza di serie B?
Quando Dionigi sottolinea la presenza in squadra di tanti ex primavera e tanti giocatori di serie D e C, non lo fa per passatempo, ma implicitamente per ricordare che la squadra è carente di elementi di categoria e che l’entusiasmo dei giovani esordienti varrà fino ad un certo punto del campionato, se va bene come sta accadendo, perchè poi verranno fuori i veri valori della serie B.
Dionigi è riuscito a dare alla squadra una buona organizzazione difensiva, ma la stessa fa fatica ancora a proporre la fase offensiva. Gli esterni di attacco, domenica Florenzi e Brignola (mentre D’Urso è stato spostato a trequartista puro dietro Larrivey in un 4-2-3-1 che spesso e per necessità è diventato 4-4-1-1) sono più impegnati a coprire sui terzini avversari più che proporsi in fase offensiva e in questo ruolo quello che sembra avere più difficoltà a fare le due fasi è Brignola. Ottimo ed oscuro il suo lavoro di interdizione, ma ancora non riesce ad essere incisivo in avanti. Sebbene più brillante, anche D’Urso ancora non incide e domenica Larrivey palloni ne ha visti pochini pur avendolo alle spalle.
Per qualche minuto è andato in onda anche il 4-3-2-1, il che conferma l’estrema duttilità del modulo di Dionigi che, guidato dal match analyst Hiroshi Komatsuzaki, cambia le pedine in base ai movimenti degli avversari.
Buone le prestazioni di Panico e Martino. I due terzini hanno coperto e spinto a dovere. Martino è sembrato a suo agio anche sul piede invertito, andando alla conclusione un paio di volte con il suo piede preferito. Insomma Dionigi cerca di fare di necessità virtù, intanto che gli portano il terzino titolare, un calciatore con esperienza di B che possa mettere qualità nelle giocate.
Ottimo l’esordio di Brescianini, il calciatore ha già di suo ottime qualità strutturali e tecniche, ma ha dimostrato di avere anche buona personalità e potenzialità di inserimento nel breve negli schemi di Dionigi. Insomma uno dei centrocampisti è stato individuato, manca l’altro.
Nella lista della spesa manca, come scritto da settimane, un portiere di esperienza che possa giocarsi il posto con Matosevic (dietro allo sloveno ci sono solo due ragazzini) e un’alternativa a Brignola posto che Nasti è una seconda punta. Il ruolo richiede grande lavoro e sacrificio, quella forza fisica per contrastare ed estro e tecnica per proporsi in avanti che al momento Brignola non dimostra di avere.
Queste sono alternative necessarie per fornire a Dionigi un organico adeguato alla categoria anche in termini quantitativi oltre che qualitativi, cosa che gli permetterà di adottare scelte tattiche con tranquillità. Viceversa dovrà ricorrere a strataGemmi per portare a casa la salvezza.