Cosenza arruffone ..!!

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Caserta cambia modulo, ma genera ulteriore confusione e la terza sconfitta consecutiva.

La partita finisce all’ora di gioco quando si decide di fare “cassa”.

Ho pensato e ripensato a quale aggettivo usare per definire il Cosenza visto a Cittadella e quello più adatto mi è sembrato appunto “arruffone”, ritenendo quello di “sbandato” eccessivo a rivedere la partita. Siamo dinanzi ormai ad una squadra che ha perso tutte le proprie sicurezze, che non controlla più la partita come ha fatto nella prima parte di questo inizio di campionato, ma in completa balia dell’avversario. Una squadra insicura e di conseguenza maldestra, pasticciona, arruffona appunto, che esprime in campo tutte le incertezze del proprio allenatore.

I calciatori corrono, ma a vuoto, si dannano l’anima, ma senza costrutto, vanno al tiro, ma in modo sempre scomposto (rivedete nella vostra mente come sono andati al tiro Forte o Tutino nel primo tempo). Il Cosenza è riuscito a peggiorare anche la prestazione con la Ternana, dove quanto meno si era vista una squadra che aveva dominato per tutto il primo tempo, per poi scomparire dalla scena nella ripresa. In Veneto nemmeno quello. Nei primi minuti il tentativo di sorprendere gli avversari, ma effettuato in modo disordinato, scomposto come i tiri di Forte e Tutino. In poche parole non si vede un gioco armonico, lineare, ma palloni buttati in avanti nella speranza che i tre lì davanti riescano a combinare qualcosa. In cosentino si direbbe “ara vurri vurri”.

Subiti i due gol, nel breve volgere di un quarto d’ora e su calcio piazzato, la squadra ha cercato di recuperare, ma attaccando sempre a capocchia, senza un filo logico, perdendo le misure e sbagliando sempre i tempi di gioco, un disastro insomma. Ha continuato così fino all’ora di gioco, fin quando qualcuno ha pensato di fare almeno “cassa” con l’entrata in campo dei giovani Zilli, Cimino, Florenzi e Crespi.

Una squadra che continua a fare passi indietro, quando a questo punto del campionato avrebbe dovuto raggiungere il pieno della maturità tattica ed agonistica. E questo nonostante l’estremo tentativo di un allenatore che sicuramente lavora e fa lavorare la squadra, ma che non riesce a tradurlo in un gioco efficace, ma soprattutto in punti. Ieri ha anche provato un nuovo modulo di cui nessuno si è accorto, tantomeno il telecronista di Sky.

Il Cosenza a Cittadella ha giocato con un inedito 4-3-1-2, cercando in qualche modo di equilibrare la squadra, come ormai tutti consigliano al tecnico, infoltendo quindi il centrocampo. Abbiamo visto pertanto la solita linea a quattro dei difensori; un Praszelik davanti alla difesa e due braccetti come Marras e Zuccon. Altra novità lo spostamento sulla tre quarti di Mazzocchi, spostato in una zona più centrale e forse più congeniale a chi per 15 partite ha fatto più che altro l’esterno difensivo a sinistra pur essendo un centravanti. Infine lo spostamento di Tutino a fianco di Forte, anche qui nel tentativo, più volte suggerito dalla critica, di non lasciare Forte troppo solo in mezzo ai due centrali avversari.

due momenti della gara (al 5° ed al 32°) in cui si vede l’applicazione del 4312

Bene, diamo merito a Caserta di aver lasciato da parte il suo credo calcistico, di aver dimostrato di non essere rigido nelle scelte tattiche e di aver lavorato su nuove soluzioni, nella speranza che non siano state dettate dalla sola assenza di Calò, ma dobbiamo anche registrare che pur cambiando l’ordine dei fattori il risultato non è affatto cambiato. Molto probabilmente la squadra non ha ancora assimilato il nuovo modulo, sta di fatto che nonostante l’uomo in più a centrocampo Zuccon e Marras non hanno reso, perdendo lo scontro con i dirimpettai (anche il Citta si è disposto con il 4-3-1-2) Carriero, Branca e Vita che, d’altronde, applicano questo modulo da sempre. Sicuramente i nostri non sono riusciti a legare i reparti e sebbene si siano dannati per aiutare la difesa, rincorrendo gli avversari più che contrastandoli, non sono mai riusciti a proporre idee per gli attaccanti, lasciando sempre l’iniziativa al lancio lungo dalla difesa e tantomeno sono riusciti ad inserirsi in area avversaria da mezze ali.

Esperimento non riuscito, almeno ieri, anche per Mazzocchi. Come al solito il Mazzo ha aiutato parecchio in fase difensiva, perdendo però lucidità in fase offensiva, non riuscendo mai a rendersi pericoloso di suo e tantomeno in appoggio alle due punte Forte e Tutino. Come scritto, i nostri due attaccanti sono arrivati, in quelle due/tre occasioni, sulla palla sempre in modo scomposto, non risultando mai efficaci, così come la manovra che li ha portati al tiro. Tantomeno Mazzocchi si è potuto rendere utile alla causa nel momento in cui, sul finale di partita, è stato passato addirittura a mezz’ala, con Voca centromediano, e Florenzi secondo braccetto di destra; Crespi trequartista dietro a Tutino e Zilli, come si vede chiaramente nella immagine sottostante

A tutto questo va ad aggiungersi anche la giornata negativa dell’arbitro Bonacina di Bergamo che non prende nemmeno in considerazione uno dei due falli in area del Cittadella, il secondo dei quali clamoroso.

L’episodio del netto fallo di mano del difensore del Citta

Insomma, la squadra sembra essersi infilata in un tunnel dal quale fa fatica ad uscire ed i numeri sono lì a confermarlo: nelle prime 9 partite, i lupi avevano ottenuto 14 punti (raggiungendo il quinto posto in classifica a 8 punti dalla zona play out) con 14 gol fatti 9 subiti; dalla Samp altre 7 partite con soli 5 punti in carniere (undicesimi al netto delle partite che si disputeranno oggi e a 3 punti dai play out) 4 reti realizzate e ben10 subite (non si segna fuori casa da due mesi e mezzo, 1-2 a Pisa) con 4 sconfitte di cui 3 consecutive.

Una involuzione di gioco e di risultati evidente, una china che non sembra avere fine. Le partite di Venezia, Palermo, Pisa, ma anche con la Cremonese e le vittorie, anche altisonanti, al Marulla, sembrano un pallido ricordo di una squadra che sembra essere evaporata nel frattempo. Quelli che sembravano difetti da correggere per ottenere risultati ancor più importanti, si sono rivelati invece essere una cancrena che ha pervaso tutto il sistema di gioco di Caserta. I cali fisici nella ripresa; la difficoltà del centrocampo a due ad arginare la superiorità numerica degli avversari; la difficoltà di Caserta a cambiare la partita e, di contro, l’estrema facilità nel cambiare ruolo ai propri calciatori per adattarli al 4231; i limiti di un reparto difensivo non all’altezza degli altri, privo di un leader ed in affanno sugli esterni, specie sulla fascia sinistra; il mancato inserimento in squadra di Canotto o di Viviani, di Sgarbi; financo alcune partite prese sottogamba come a Brescia, con la Samp e con la Feralpi, invece di essere risolti si sono aggiunti a quelli di ieri, lasciandoci una squadra arruffona ed un tecnico confuso, che hanno perso via via autostima e certezze.

Screenshot da Sky

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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