Con il Frosinone minimo stagionale di paganti

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Le presenze in stagione sono andate progressivamente diminuendo, bisognerebbe interrogarsi sui motivi.

Avevo deciso di scrivere di questo argomento nel mio editoriale sulla partita, la penna o meglio la tastiera, mi ha portato a dilungarmi sulle cause della terza sconfitta stagionale interna, una sciagura per i lupi che speriamo non porti troppi contraccolpi negativi. La questione delle poche presenze al Marulla è però altrettanto rilevante perché viene a mancare un sostegno importante ad una squadra che sembra necessitarne, anche Alvini ed i calciatori hanno chiesto aiuto ai loro sostenitori, ma l’appello, come spesso accade, è rimasto inascoltato. Un post di un amico tifoso (Ale Ale) mi ha ricordato la cosa. Di seguito il suo post:

Buona sera direttore, al di la dell’episodio tecnico o di valutazione ecc ecc. Abbiamo meritato la sconfitta. La cosa che spero è che mi auguro in questo momento é che la folle iniziativa di portare le curve a 20 € finisca con la partita di oggi. In una giornata di freddo e pioggia dove le TV trasmettono in chiaro la partita qualsiasi e dico qualsiasi presidente NORMALE avrebbe portato le curve a 5 €. Non se ne può più di giocare in un clima surreale fatto di silenzio e apatia. Veramente non capiamo che questi ragazzi hanno assolutamente bisogno di entusiasmo per sopperire alle lacune tecniche e di esperienza che ovviamente si portano dietro ???? Spero veramente che con oggi si metta la parola fine a questa politica di allontanamento dei tifosi dallo stadio”.

Di questa problematica ho trattato diverse volte, è ciclica, ritorna ogni stagione. L’affetto del popolo rossoblù non manca mai, specie nelle occasioni di rilievo, siano esse votate alla conquista della vittoria, ma anche alla salvezza. Sembrano non interessare i campionati senza infamia e senza lode, come quello passato e, pare, anche l’attuale. Non voglio dilungarmi sulle potenziali cause socio-economiche, andrebbe fatta una indagine più approfondita, certo non possiamo disconoscere una difficoltà finanziaria da parte di tante famiglie, lo sarebbe in qualsiasi zona d’Italia visti gli stipendi e salari ridotti all’osso, le famiglie fanno molta difficoltà ad arrivare a fine mese, figuriamoci in Calabria dove i tassi di disoccupazione sono i più alti d’Europa.

Altri potrebbero avere problemi di orario, da tempo non si gioca solo di domenica, altri lamentano la vetustà dello stadio: scoperto nei settori popolari, scomodo da raggiungere per i tanti divieti, sporco, poco confortevole, senza servizi, se non nella tribuna vip, altri parlano di controlli esagerati. Aggiungiamoci il poco interesse delle giovani generazioni, non certo invogliati da grandi risultati e sicuramente proiettati verso altri tipi di svago.

Per lo zoccolo duro della tifoseria, quei 3/4 mila sempre presenti, queste ultime sono tutte scusanti, a loro dire mancherebbe la vera passione, quella che porta anche al sacrificio di migliaia di chilometri o a rinunce per racimolare i soldi per il biglietto. Biglietto però che negli anni è diventato sempre più costoso fino a raggiungere gli attuali 19 euro. In questa stagione anche la novità del prezzo variabile in base all’importanza della gara, il cosiddetto match di cartello, 16 euro per le altre partite. Sicché per una famigliola composta da padre e due figli tifosi, il costo a partita raggiunge i circa 60 euro in curva, se non possono usufruire della tessera lupacchiotto, anche questa aumentata di recente. Questo in concomitanza con i costi, sicuramente inferiori, di un abbonamento alle tv a pagamento, di circa 10 euro al mese, addirittura le ultime offerte parlano di circa 5 euro per i primi tre mesi di abbonamento. È evidente che durante l’inverno, con uno stadio scomodo, con prezzi ritenuti elevati e magari un avversario non esaltante come il Frosinone, molti preferiscono stare al calduccio delle proprie mura domestiche e così ieri si è registrato il minimo stagionale con 4.407 presenze di cui 93 ospiti e 702 abbonati per la miseria di 3.612 paganti.

Un trend in continua discesa con qualche picco, tenuto conto che con la Cremonese si sono registrate 6.840 presenze; con lo Spezia, 8.006; con la Samp 8.171; con il Sassuolo 7.922; con il Sudtirol 6.771; con la J. Stabia 5.542; con la Salernitana 7.440; con il Modena 5.031; con il Frosinone 4.407 appunto. Per un totale di 60.130 presenze e una media di 6.681 che non è poco visti i tempi, ma nemmeno esaltante considerato il trend.

A questo punto, tenuto in considerazione che gli incassi da botteghino più gli abbonamenti rappresentano, da bilancio del Cosenza calcio al 31/12/2023, circa il 9% dei ricavi, un cambio della strategia dei prezzi dovrebbe cominciare a farsi largo. Se si ritiene fondamentale il contributo dei tifosi per la salvezza, a mio avviso, sarebbe più opportuno avere più tifosi allo stadio con prezzi minori, in quanto la percentuale sui ricavi potrebbe diminuire solo di qualche decimo di punto percentuale. Anche abbassando i prezzi dei settori popolari del 20%, con un auspicabile aumento delle presenze, la differenza non inciderebbe di molto sul conto economico. In sostanza non è che con i prezzi così alti si alleviano di tanto le perdite di esercizio, serve ben altro.

Guarascio potrebbe obiettare che anche abbassando i prezzi le presenze non sono sostanzialmente aumentate, con un decremento degli incassi più sostanzioso. In questa stagione nemmeno le vittorie fuori casa di Reggio e Brescia hanno portato ad un aumento delle presenze e nemmeno le partite disputate di domenica. Un buon test per capire se i tifosi non vengono allo stadio perché non invogliati da prezzi alti e da un presidente antipatico che li determina o perché non ritengono l’appuntamento allettante potrebbe essere il derby con il Catanzaro. Dovesse registrarsi il pienone vorrà dire che come in tutto il mondo i soldi si spendono se lo spettacolo merita e non vi si può mancare!

 

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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