L’arbitro della Guinea raggiunto da pesanti frasi razziste durante una partita di calcio.
È di qualche giorno fa l’ennesimo episodio di razzismo, purtroppo solo uno di quelli che riescono ad avere una cassa di risonanza, a fronte di altre centinaia di cui non si saprà mai nulla. Domenica 12 febbraio, durante la partita di Seconda Categoria veneta tra Bessica e Fossalunga, l’arbitro di 35 anni e origini della Guinea, Mamady Cissé, a seguito del pareggio degli ospiti, giunto dopo un calcio di rigore concesso all’87°, si è visto rivolgere degli insulti razzisti. A quel punto l’arbitro ha interrotto il match, facendo ritornare le squadre negli spogliatoi. A qualche giorno di distanza è giunta la pesante sanzione da parte del Giudice sportivo che ha disposto la perdita a tavolino per 0 3 della società di casa ed un’ammenda di 300 euro. Si è saputo anche che a rivolgere le frasi razziste è stato un ex dirigente del Bessica, tutt’oggi tifoso della stessa squadra, tale Gastone, uomo molto maturo che dopo i fattacci si è dichiarato pronto ad incontrare di persona il direttore di gara per porgergli le scuse. Non è la prima volta che Cissé viene insultato durante una partita di calcio, successe anche nel 2018 a causa di un altro dirigente poi inibito per sei mesi. Insomma, una cattiva abitudine che, per fortuna, viene sanzionata con scrupolosa attenzione dalla Federazione.
La storia di Mamady Cissé è molto simile a quella di tanti altri africani, giunti in Italia per cercare lavoro ed integrarsi in un’altra società e cultura. L’AIA di Treviso lo ha accolto tanto da essere considerata da Mamady la sua seconda famiglia. Da buon sportivo ha deciso di accettare le scuse di Gastone e di perdonarlo e tramutare l’episodio di violenza verbale razzista in un messaggio forte ed incisivo: “Questa storia deve finire, dice, il calcio è altro. Bisogna insegnare alle persone anche come stare sugli spalti per lanciare i giusti messaggi ai giovani che amano questo sport. Noi arbitri ci impegniamo tanto per questo”.
Il Respect Cosenza Club, sorto qualche anno fa nella città dei Bruzi, anche per portare all’attenzione dell’opinione pubblica episodi di questo genere, si schiera senza alcun dubbio dalla parte di Mamady Cissé, dalla parte dello sport, del calcio e dei sani valori etici che contraddistinguono una società solidale, multiculturale e antirazzista come quella cosentina. A Cosenza nessuno è straniero recita lo striscione del nostro club che campeggia allo stadio Marulla, ci auguriamo che questo messaggio possa diventare patrimonio di ogni città italiana, contro ogni discriminazione, in ossequio alla pari dignità e rispetto dei diritti civili e morali di ogni persona.
Il presidente del club, Ahmed Berraou, a riguardo esprime parole di forte condanna: “Purtroppo il lato oscuro del calcio italiano è la questione del colore della pelle, ora non si può più transigere, bisogna adottare misure di esemplari contro ogni episodio di razzismo perché lo sport è stato creato per diffondere il rispetto, l’uguaglianza e la civile convivenza umana, mentre in Italia simili episodi si ripetono troppo spesso e non solo nel calcio. Bisogna partire dall’educazione all’interno delle famiglie e nelle scuole calcio”. Conclude poi annunciando la dedica dell’organizzazione da parte del Respect Cosenza Club della prossima edizione di IDENTITÀ DIVERSE UGUALI DIRITTI, in occasione della settimana d’azione contro il razzismo, a Mamady Cissé.