A Bolzano la conferma che la squadra è tornata ad esprimersi sui livelli di inizio stagione. Tanto pressing, densità nella metà campo avversaria ed un Fra-botta in più riportano il Cosenza alla vittoria fuori casa dopo quattro mesi ed in una posizione di classifica più consona al valore dell’organico.
Ci eravamo lasciati con il Cosenza in cerca della continuità che non aveva trovato per l’intera stagione (mai più di tre risultati utili consecutivi) e con la necessità di dimostrare che i quattro gol rifilati al forte Venezia non fossero un caso. La conferma che la squadra di Caserta è ritornata sui livelli di inizio stagione ci arriva dalla prestazione e non tanto dall’episodio del gol di Frabotta. Il Cosenza è riuscito a superare il Sudtirol, ed anche il momento di sbandamento dopo l’errore dal dischetto di Forte, perché ha saputo esprimere un alto livello di gioco e attenzione per tutti i novanta e passa minuti della partita.
Gioco caratterizzato, come nelle prime giornate, da un pressing molto alto che ha messo in grande difficoltà tecnica i padroni di casa e permesso ai rossoblù di riconquistare quasi sempre la palla agli avversari, di fatto impedendo loro ogni tentativo di azione offensiva.
Nel primo tempo i sud tirolesi non hanno quasi mai superato la loro metà campo e comunque non si sono resi mai pericolosi, idem nel secondo tempo, tranne in quei dieci minuti successivi all’errore dal dischetto di Forte, stop. Un particolare, non di poco conto, che ci conferma come il Cosenza non abbia nulla a che fare con i bassifondi della classifica e con le squadre che vi orbitano intorno. La differenza tecnico-tattica tra Cosenza e Sudtirol è balzata subito agli occhi sin dai primi minuti della partita, quando era evidente che gli uomini di Valente non riuscivano ad imbastire alcuna trama offensiva.
Questo merito della saggia occupazione degli spazi degli uomini di Caserta che facevano densità nella metà campo avversaria. Mai meno di otto rossoblù a pressare Arrigoni e co., capaci di chiudere tutte le linee di passaggio, con la conseguenza di costringere Poluzzi al lancio lungo per cercare di superare il centrocampo rossoblù, ma non facendo altro che regalare palla ai centrali del Cosenza.
densità in fase offensiva
pressing alto in fase difensiva
In questa situazione tattica non si doveva fare altro che aspettare, con tanta pazienza, l’occasione giusta. Caserta d’altronde era consapevole che il Sudtirol non era il Venezia e che oltre all’assenza di Tutino, avrebbe dovuto superare le difficoltà di una squadra che si sarebbe posta sempre sotto la linea della palla per intasare la propria tre quarti per poi cercare la transizione positiva. Tipico atteggiamento di una compagine che è consapevole di essere tecnicamente inferiore agli avversari di turno.
Valente si è presentato dunque con una difesa a tre per cercare di bloccare i due attaccanti rossoblù, Forte e Mazzocchi, e con un terzino sinistro, Cagnano ed un esterno destro, Ciervo, per bloccare i due esterni, Marras e Florenzi. Tutto sommato c’è riuscito, visto che il Cosenza si è potuto rendere pericoloso solo con tiri dalla distanza, non riuscendo ad impensierire la difesa locale con cross, sempre preda della prestante difesa biancorossa, e tantomeno con azioni in verticale o scambi tra le due punte.
i tifosi in festa al Druso dopo il gol di Frabotta
Marras ha messo qualche palla in mezzo dalla tre quarti, non riuscendo a sfondare, nemmeno con le sovrapposizioni di Gyanfi, per il cross dal fondo; Florenzi in coppia con Frabotta, sulla catena di sinistra, hanno prodotto qualcosa in più, ma il muro biancorosso ha retto bene. Evidente la difficoltà di Florenzi ad agire sulla fascia, il mismatch fisico con gli avversari gli impediva di vincere ogni contrasto, nonostante ciò è riuscito ad inserirsi molto bene in un frangente, ma la sensazione è che si è persa un’occasione per vederlo giocare nella sua posizione naturale che è quella da trequartista e “guastatore tra le linee nemiche”. Agendo centralmente avrebbe potuto dettare il passaggio in verticale a Forte e tentare l’inserimento in area e sfruttare le sue caratteristiche di velocità e tecnica per impensierire la lenta difesa avversaria. In area il minimo contatto, come avvenuto in altre partite, avrebbe generato un penalty e sfruttato a nostro favore il gap fisico.
Si è persa un’occasione per valorizzare al meglio un patrimonio del Cosenza, ma in questo momento era importante uscire dalla zona pericolosa e questo è stato possibile grazie ad un altro tiro dalla distanza, quello di Frabotta. Tiro non certo casuale, visto che fa parte del bagaglio tecnico di un giocatore che ha calcato campi ben più importanti e che ci aveva provato già qualche minuto prima.
il gol di Frabotta
Il gol è arrivato poco dopo la sostituzione di Florenzi e di Forte, ma questo è un dettaglio solo per rimarcare il cambio di modulo, dal 4-4-2 della prima parte al 4-2-3-1 della parte finale della gara, con Mazzocchi spostato in quello che è ormai diventato il suo “nuovo ruolo”, ala sinistra e con Voca sotto punta, il nuovo entrato Crespi. Strano che Caserta preferisca un mediano come Voca, nel ruolo di trequartista, a Florenzi che ha doti tecniche più consone. Ma questo rimarrà un mistero eterno.
il 4231 nella fase finale della partita con Voca sotto punta a Crespi
Alla fine tutti felici e contenti però, il Cosenza ha imboccato la strada giusta ed ora viaggia in una tranquilla metà classifica con la possibilità di staccarsi definitivamente dalla zona play out. Vitale fare altri tre passi in avanti con un Pisa però incarognito dalla pesante sconfitta casalinga con lo Spezia.
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