Timidi segnali di miglioramento, ma per la salvezza servono concretezza e cattiveria in tempi brevi.
Nell’analisi della partita con il Perugia non si può non partire dai timidi segnali di miglioramento della manovra e dai tre risultati utili consecutivi ottenuti, 5 punti che fanno più morale che classifica (al momento i lupi sono un punto fuori dalla zona play out, ma alla miseria di un punto di distanza dal penultimo posto, dove convivono squadre come Benevento, Como, Spal e Venezia, poi il fanalino di coda, appunto il Perugia affrontato ieri pomeriggio al Marulla).
Una classifica ingannatrice, che ti prospetta il miraggio dei play off a soli sei punti e allo stesso tempo ti pone ad un solo passo dal dirupo. Guai a non cogliere il messaggio, soprattutto se si ragiona in termini di prossimo mercato. Tutte le società citate, come espresso anche dall’ex DS del Cosenza Luigi Condò, sono in grado di recitare un ruolo di primo piano sul mercato di riparazione e rinforzare delle rose che sono già molto più competitive del nostro Cosenza. A questo punto il gap sicuramente rimarrà quantomeno tale, nella speranza che non si aggravi. Non a caso nella trasmissione di Sky dedicata alla serie B, l’unica squadra tacciata di sicura retrocessione è il Cosenza. Società avvisata, mezza salvata! È da agosto che mi sgolo, affiancato da tantissimi tifosi, per richiamare l’attenzione sulla inadeguatezza al campionato di B di questo organico, generato da strategie un tantinello al ribasso e scelte incomprensibili a noi comuni mortali. Un esempio? Sono stati ingaggiati ben 5 nuovi attaccanti per poi ritrovarci titolari Larrivey e Zilli. Fosse rimasto Bisoli si sarebbe partiti dagli ultimi due per affiancargli ali o seconde punte in grado di sostenerli. Non parliamo poi delle opzioni di terzini e portieri. Il tutto reso ancor più paradossale dalla scelta di un allenatore pluriesonerato, preferito all’artefice della miracolosa salvezza della scorsa stagione, che tra le sue perle ha incastonato la panchina proprio per Zilli e per Calò, regista di cui Viali non può fare a meno.
Dopo lo scempio, anche un pareggio con il Perugia ultimo in classifica (caro Viali sarebbe meglio ricordare le 9 sconfitte ottenute fino ad oggi dai grifoni e non la vittoria su un Genoa al collasso) può sembrare un toccasana. Dopo le alchimie tattiche di Dionigi, la saggia disposizione degli uomini in campo da parte di Viali ci tranquillizza e rassicura, quanto meno non veniamo completamente soggiogati dagli avversari, non siamo in balia dei centrocampisti avversari e qualche volta, come con il Palermo e nel secondo tempo di Cittadella e Perugia riusciamo financo a metterli sotto. Poi però, arrivati ad un certo punto ti devi fermare perché sei costretto a schierare un centrale come Venturi terzino destro ed un altro come Gozzi terzino sinistro; alternare due portieri che non ti fanno la differenza come l’ha fatta il portiere del Venezia Bertinato; rispolverare i due attaccanti dell’anno scorso perché Butic e Nasti non hanno ancora fatto un tiro in porta, Brignola fino all’altro ieri ha fatto il terzino, Merola e D’Urso vanno a corrente alternata; aspettare un centrocampo che non riesce a sostenere le due fasi, cosi che quella offensiva risulta, almeno per un’ora, molto vicina al nulla cosmico.
Così ieri abbiamo tenuto il campo con ordine cercando di ribattere colpo su colpo, ma infrangendoci sul muro preparato, come al solito, dal vecchio Castori e riscoprire che a fine primo tempo le occasioni del Perugia sono state 5 contro quella clamorosa capitata sui piedi sbagliati di Voca dietro assist di Zilli.
Il tiro di Voca alla fine del primo tempo
Per battere il Perugia abbiamo insistito solo con attacchi frontali venendo respinti dagli airbag biancorossi. Dalle fasce non è arrivato un cross che sia uno, Venturi è un centrale sacrificato nel ruolo di terzino destro per mancanza in contemporanea di Rispoli e Martino, mentre Gozzi è stato sacrificato in copertura, almeno nella prima ora, poi capita l’antifona, Viali lo ha lasciato libero di scendere sulla fascia e qualche pallone in mezzo si è visto in più, ma questo nel momento in cui non c’erano più le due torri in mezzo, Larrivey e Zilli, quest’ultimo inspiegabilmente sostituito per fare entrare Brignola.
l’apertura di Florenzi per Venturi
la ciabattata di Venturi
Cosi che, nel momento in cui avevamo le due torri cross non se ne sono visti, poi sono arrivati ma senza chi in campo potesse coglierli, il risultato lo conosciamo tutti. Abbiamo messo alle corde il Perugia che non ne aveva più, ma di clamoroso c’è stata solo l’incursione di Florenzi maldestramente sprecata da Venturi ed il palo colpito da Calò. A poco sono valsi anche gli inserimenti di un sempre evanescente Butic e Brescianini.
il tiro di Calò che ha colpito la patte alta del palo
Insomma poche luci e tante ombre ancora e se non si è riusciti a vincere con il Perugia viene più difficile pensarlo al cospetto del Brescia. La speranza è che Viali trovi la formula giusta anche in considerazione del fatto che il Brescia non attraversa un grande momento. Diventa fondamentale fare nelle prossime 4 partite almeno altri 6 punti, girare sotto i 20 punti sarebbe molto deleterio in un campionato in cui la quota salvezza si annuncia molto alta, intorno ai 45/46 punti.
foto di Ernesto Pescatore