Nella consueta rubrica delle interviste del Corriere Sportivo di Calabria, questa settimana abbiamo dialogato con Adriano Fiore, ex calciatore del Cosenza calcio, con il quale abbiamo analizzato la delicata situazione che sta vivendo il Cosenza sia dal punto di vista sportivo che quello societario.
- Come inquadra attualmente questo campionato di Serie B? Per quanto concerne la classifica, la vede già delineata oppure potrebbe essere stravolta?
Il campionato di Serie B è ormai da tanti anni un torneo equilibrato ed avvincente per cui molti verdetti arriveranno nelle ultime giornate. La delusione del campionato è sicuramente la Sampdoria in quanto doveva disputare tutt’altro campionato mentre attualmente si ritrova nella zona play-out. Il Sassuolo ha un margine rilevante dalle inseguitrici per cui ritengo non farà molta fatica a raggiungere la Serie A. Per la seconda promozione sarà un duello tra Pisa e Spezia. Per ciò che concerne la zona play-off e la zona play-out sarà bagarre fino alla fine in quanto la classifica è abbastanza corta.
- Riguardo alla situazione attuale e complicata del Cosenza, quale idea si è fatto sulle potenzialità della squadra e su Mister Alvini.
Da premettere che seguo sempre il Cosenza, soprattutto le partite casalinghe e quello che mi è piaciuto sin dall’inizio è lo spirito combattivo che mettono in campo. Il Cosenza è una squadra omogenea in cui non vi sono calciatori determinanti. L’avvio è stato positivo e la squadra dimostrava una certa compattezza. A parte la sconfitta di domenica con la Juve Stabia, difficilmente il Cosenza ha perso una partita con un ampio margine in questo campionato, per cui ciò significa che è una squadra difficile da affrontare. Sembrava che in un certo periodo avesse trovato una fisionomia, però successivamente ci sono state alcune incertezze nelle scelte, però ciò andrebbe chiesto al Mister in quanto sono dinamiche interne. Il Cosenza ha spesso cambiato formazione: ritengo che in una squadra ci debba essere un undici titolare ed affidabile. Sinceramente faccio fatica a capire in quale preciso momento della stagione il Cosenza abbia smarrito il suo punto di equilibrio, il quale era il suo punto di forza. Ciò detto, sicuramente nel mese di gennaio al calciomercato invernale si doveva intervenire maggiormente rinforzando a modo la rosa di una squadra la quale non dimentichiamo è ultima in classifica.
- Domenica al Marulla arriva il Palermo, squadra blasonata ma che non sta vivendo un buon periodo. Che tipo di partita ci dobbiamo aspettare?
È una partita indecifrabile. Il Palermo è una squadra molto forte composta da calciatori dal tasso tecnico elevato. Le ambizioni dei rosanero sono sotto gli occhi di tutti: vogliono posizionarsi nel miglior modo possibile in ottica play-off. Attualmente non vivono anche loro un buon periodo. Prevedo una partita in cui può i lupi potranno dire la loro in quanto il Palermo vorrà assolutamente vincere, ragion per cui si sbilancerà in avanti e la squadra di Mister Alvini potrà trarre vantaggio dagli spazi che lasceranno, ammesso che il Cosenza giocherà una partita attenta senza sbavature.
- Vista la grande contestazione e la presa di posizione della tifoseria rossoblù nei confronti del Presidente Guarascio, quale messaggio si sente di mandare alla Società Cosenza calcio attraverso le nostre pagine del giornale? Oppure, vista la sua grande esperienza che consiglio le darebbe?
Non sono in grado di dare consigli in termini di gestione societaria. Quello che mi sento di dire è che nel corso degli anni questa Società, rappresentata dal Presidente Guarascio non ha mai trasmesso passione verso il calcio ma nonostante ciò ha ottenuto dei risultati inaspettati attraverso però una grande sofferenza. La tifoseria rossoblù sicuramente ad oggi è abbastanza stanca di vivere questi campionati approssimativi e senza una seria programmazione. Ritengo sia totalmente errato partire da zero ogni anno, ma per qualsiasi Società di calcio. Nel calcio si deve programmare, ma soprattutto avere la pazienza e la voglia di strutturare la Società con delle figure fondamentali come ad esempio il Direttore Generale e l’area scouting.
- Quali sono i suoi prossimi obiettivi dal punto di vista professionale? Adriano Fiore, in futuro lo vedremo al Marulla solo da tifoso o lo potremo rivedere con un ruolo da protagonista, magari insieme a suo fratello Stefano?
Attualmente gestisco l’azienda di famiglia, ovvero la Sala Ricevimenti Villa Dei Fiori insieme a mio padre per cui il tempo è davvero poco per dedicarmi ad altro. Detto ciò, se un giorno avrò nuovamente l’onore di rappresentare o far parte del Cosenza calcio è perché sarò in grado di portare un vantaggio a questi colori. Solo nel momento in cui mi renderò conto che posso essere utile alla causa Cosenza calcio prenderò in considerazione qualsiasi tipo di ruolo e di proposta.
- Ci vuole raccontare un aneddoto o un ricordo piacevole che la lega ancora all’ambiente calcistico della Città di Cosenza.
Posseggo nella mia mente diversi ricordi piacevoli legati al Cosenza calcio, specialmente quelli vissuti nella mia gioventù. Non potrò mai dimenticare l’annata 2000/2001 in cui facevo parte di una squadra composta da calciatori incredibilmente forti. Ricordo che abbiamo passato il girone d’andata primi in classifica ed abbiamo sfiorato la Serie A. In quella stagione ho iniziato seriamente a percepire cosa significava giocare per il Cosenza in quanto anche da giovane vi era una bella pressione. Per me è stato meraviglioso calpestare il manto erboso del San Vito in quanto era pura adrenalina. Sicuramente quella stagione è stata davvero bellissimo e indimenticabile.