La storia dei lupi e dei sette nani

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Bisoli riesce a far impattare bene i lupi alla gara, ma rovina tutto nel finale per contrastare i sette nani del Crotone ..!!

Bastava continuare un altro quarto d’ora, recupero compreso, con gli stessi ruoli in campo e si sarebbe portata a casa una vittoria tutto sommato meritata e che avrebbe dato la carica giusta ai lupi per affrontare il finale di campionato con più convinzione e autostima. Invece stiamo a commentare l’ennesimo nulla di fatto ed allungare la striscia di pareggi che non può portare a nulla di buono. Eppure alla fine del primo tempo in tanti non si credeva ai nostri occhi, uno 0 2 fuori casa non si vedeva dai tempi di Annibale e che 0 2. Dopo l’esperimento fallito del 5-4-1 di Como, camuffato da 3-4-3, Bisoli ritorna all’antico, forse troppo, e rispolvera il 5-3-2 di Zaffaroniana memoria, poi proseguito, dopo aver tentato anche lui il 3-4-3, da Occhiuzzi. Questa squadra è nata per il 3-5-2 ed a gennaio il modulo è stato ribadito con altri acquisti funzionali allo stesso. Sono arrivate quelle mezze ali che sono tremendamente mancate nella prima parte del campionato. Mancanza apparentemente risolta con l’equivoco della contemporanea presenza in campo di Carraro e Palmiero. E che il problema tecnico-tattico del Cosenza sia rappresentato proprio dalla fragilità del centrocampo è stato confermato anche ieri sera, ma su gli aspetti negativi torneremo dopo.

La rete di Laura

Mi piace prima sottolineare gli aspetti positivi del derby di ieri sera: innanzitutto approccio adeguato, nonostante la debacle di Como lasciasse pensare al peggio, Bisoli invece è riuscito a toccare, evidentemente, le corde giuste per dare serenità, carattere e convinzione nei propri mezzi ai ragazzi, cattiveria agonistica se è vero com’è vero che alla fine si sono collezionati ben 6 cartellini gialli. Modulo che si è rivelato appropriato, almeno fin quando sono stati rispettati i ruoli che lo definiscono, al confronto con il 3-4-2-1 di Modesto. Nel primo tempo, Kongolo, Palmiero e Ndoy, sono apparsi una spanna sopra a Estevez, Awua e Giannotti, mentre Laura e Caso (come al solito incontenibili) hanno fatto sicuramente più male di Mulattieri e Maric. I lupi di Bisoli hanno pressato gli squali ferocemente, andandoli a prendere fin nella loro tre quarti e limitando al massimo le loro iniziative. La squadra, al contrario di Como, è riuscita a fare più di tre passaggi di fila, il che non è poco di questi tempi, attaccare gli spazi e giocare in verticale. Fatto sta che la prima frazione di gioco si è conlcusa con tutti i numeri a favore de Cosenza: vantaggio di due reti, possesso palla a favore dei silani (51% a 49%) 10 tiri del Cosenza contro i 7 del Crotone, 6 calci d’angolo contro 3. A questo punto viene da chiedersi quale partita abbia visto tal Turino rossoblù che alla fine della partita, in sala stampa, dichiarava di non aver visto il Cosenza fino al 39°, gli consigliamo vivamente un bel paio di occhiali, ma di quelli bifocali.

La rete di Rigione

Poi, alla ripresa, dopo che Caso ha “rischiato” di chiudere la partita, ci son stati i tre minuti di follia nei quali la squadra si è rilassata subendo il pari su corner e calcio di rigore, a dire il vero netto (a Cosenza si aspettava tanto questa VAR, dopo che ogni volta che vi si è ricorso ci è andata male, comincio a pensare che era meglio fosse rimasta nella sola serie A).

Ma i Lupi erano davvero in forma ieri sera e con un’azione corale, riempiendo l’area avversaria con almeno 7 uomini, come successo spesso nel primo tempo, si sono riportati in vantaggio con un Liotti recuperato nello spirito e nella concretezza (badare a come abbia ponderato il tiro dopo l’occasione mancata contro il Brescia). Crotone ancora una volta traumatizzato dallo svantaggio e Cosenza che sembrava tranquillamente avviato alla sua prima vittoria stagionale in esterno.

Ma né i tifosi e tantomeno i calciatori avevano fatto i conti con mister Bisoli anche lui, come Occhiuzzi, colto da pareggite acuta, particolare forma di infiammazione delle meningi che coglie gli allenatori che devono chiudere le partite. Al 77° pensa e male di sostituire Liotti con Hristov, spostando Situm a sinistra (cosa buona e giusta) ma posizionando il bulgaro, di 2 metri, su kargbo che di cm ne conta appena 172. Così facendo ha assicurato al buon Andrea il mal di testa per il resto della gara. Troppo diverso il passo tra i due, stesso errore che fece Occhiuzzi lasciando Bittante su Bidaoui. Proprio da quella zona sono partite le azioni pericolose del Crotone nell’ultimo quarto d’ora e così anche l’azione della tripletta di Maric (evento così raro in Italia che in Croazia hanno deciso per il 23 di febbraio di stabilire una nuova festa nazionale). Ma non finisce qui, all’88° termina, ahinoi, anche la partita di Kongolo (Dio lo preservi sempre da malanni e infortuni) e Bisolone che ti combina? Inserisce Venturi davanti alla difesa, con braccini, come dicono gli esperti di calcio, Palmiero e Carraro. In pratica, negli ultimi 7 minuti il Cosenza ha giocato con 5 centrali più Situm e due registi come mezzeali, tutti arroccati in difesa per bloccare il mastodontico attacco del Crotone. Si, perché Bisoli ha addotto il cambio di Venturi con il fatto che dall’altra parte ci fossero i giganti della Sila che ci avrebbero impensieriti sulle palle buttate la in mezzo. Poi vai a vedere ed in campo per il Crotone c’erano: Kargbo, come detto, 172 cm, Marras 168, Kone 172, Awua 171, Calapai 179 e poi Sala 182 e Mulattieri 183, praticamente i sette nani con tre Biancaneve sopra i 190 cm: Maric, Golemic e Nedelcearu!!

Modesto, che aveva sbagliato formazione (tra l’altro con altri due watussi come Borello, 168 cm e Giannotti, 170) non credeva ai suoi occhi ed ha ordinato l’assalto dei sette nani al castello della regina, riuscendo nell’intento di portare a casa un pari ormai insperato. Sarebbe bastato inserire Florenzi, Vallocchia o Gerbo al posto di Venturi per avere un centrocampo in grado di tenere palla lontano dall’area di rigore, con brevilinei al passo di quelli del Crotone e magari uno in copertura su Kargbo per lasciare Modesto nel porto delle nebbie. Invece si è preferito lasciare tutta la squadra sotto la linea della palla con gli esiti ormai passati alla storia. Speriamo solo che il tutto sia servito da lezione.

Screenshot da Sky

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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