I lupi iniziano male, ma nel secondo tempo Zaf corre ai ripari, castigando un Crotone evanescente con una prodezza di Carraro.
Al S. Vito tra Cosenza e Crotone non c’è mai stata storia, i lupi hanno sempre prevalso, alcune volte anche nettamente: in 28 partite di campionato i lupi hanno vinto ben 20 volte, mentre il Crotone ha strappato solo 7 pari e la sola vittoria (20 gennaio 2020) è arrivata grazie ad una disattenzione dell’arbitro di turno, Abbattista, e del suo collaboratore di linea, che non sono riusciti a vedere come la palla, su colpo di testa di Sciaudone, avesse nettamente oltrepassato, di oltre un metro, la linea di porta. Insomma un “furto” in piena regola in un periodo nero che poi portò anche all’esonero del tecnico Braglia. La tradizione anche in questa occasione è stata rispettata, gli squali a Cosenza rimangono sempre a bocca asciutta. Il Cosenza vola in zona play off a 10 punti, con 3 vittorie su tre al Marulla, più il pari di Perugia. Peccato solo che ad inizio campionato non si è potuta schierare la migliore formazione altrimenti, con il solo pari di Ascoli, il Cosenza sarebbe oggi terzo in classifica.
Il Crotone invece annaspa nei bassifondi, quart’ultimo con soli 3 punti, nessuna vittoria in campionato in sei partite e ben 13 gol al passivo. Nella squadra pitagorica c’è sicuramente qualcosa da rivedere: nel primo tempo ha si avuto un cospicuo possesso palla, ma assolutamente sterile, condito più che altro da tiri dalla distanza sparacchiati alti. Una squadra che riesce a gestire molto bene la palla sin fino alla trequarti avversari, ma poi, dinanzi a difese ben coperte va in amnesia. Non è più il Crotone di Simy e Messias, ma quello di Maric e Kargbo e si vede, menomale che è riuscito a trovare questo Mulattieri, altrimenti sarebbe stato peggio. Ieri sera, le vie centrali erano ostruite dalla difesa silana, Mulattieri completamente solo tra i tre centrali rossoblù non è riuscito mai a tirare, mentre Kargbo, nonostante avesse un passo diverso da Sy, è riuscito sempre a inciampare su se stesso, così che Benali non ha avuto fonti di ispirazione. Le cose sono addirittura peggiorate nella ripresa, quando Zaffaroni ha posto rimedio con alcuni cambi all’impasse iniziale della propria squadra.
Un tiro di Caso
Dobbiamo quindi ritenere che il predominio iniziale dei pitagorici è stato generato più che altro da un approccio titubante dei silani, dovuto non si sa a cosa. La stanchezza dovuta a tre gare in otto giorni ed in una fase della preparazione non ancora completata? Dall’impatto con i 9000 del Marulla? Fatto sta che i lupi nel primo tempo non hanno azzeccato il più facile dei passaggi, la squadra non riusciva a salire palla al piede e tantomeno innescare Caso e di conseguenza nemmeno Gori. Sy, dovendo preoccuparsi e male di Kargbo, non riusciva mai ad affondare sulla fascia, idem Situm impensierito da Molina. Zaf ha parlato infatti di superiorità creata dal Crotone sugli esterni, ma poi il Crotone non concretizzava, mentre i rossoblù non riuscivano proprio a superare la metà campo avversaria.
Nella ripresa sono cambiate un po’ di cosine, fuori Sy per Corsi e uno stanco Caso per Millico. Il Cosenza acquista in tranquillità sulla fascia sinistra e imprevedibilità in fase offensiva, mentre i cambi di Modesto non migliorano la situazione: Maric e Sala sono meno incisivi di Kargbo e Molina. Il Cosenza prende sempre più fiducia e riesce a proporsi in avanti con le serpentine di Millico, finché non entra anche Eyango al posto di Boultam che da ancor più nerbo al centrocampo silano. Proprio da una delle sue incursioni scaturisce il fallo che dà la possibilità a Carraro di dimostrare le sue potenzialità balistiche. Erano anni che non si vedevano tiri piazzati di tale bellezza al S. Vito, una palla di sinistro che aggira la barriera ospite e va a togliere le ragnatele dell’incrocio dei pali, con Contini immobile a guardare.
La rete di Carraro su punizione
Il resto della partita, 13 minuti più 7 di recupero per un infortunio accorso alla collaboratrice di linea, senza particolari sussulti se non quelli dei tifosi al fischio finale che si liberano finalmente di un anno di angosce.
Francesca di Monte assistente di gara
Cosa trarre da questa ennesima vittoria, l’ho scritto già: se una squadra ancora incompleta e in ritardo di preparazione di un mese rispetto alle sue avversarie fa 10 punti in 6 partite non possiamo che aspettarci ulteriori margini di miglioramento, sia in termini tecnici che tattici. Questa squadra potrebbe migliorare con l’innesto di Bittante a sinistra o spostando Situm sul piede opposto e Anderson a destra e con l’inserimento di Gerbo o Eyango a mezz’ala. Questi attualmente mi sembrano i punti deboli da potenziare, intanto i calciatori acquisiranno sempre più fiato ed intesa, Zaffaroni potrà pensare a qualche soluzione offensiva diversa, completando il profilo tattico.
la festa finale davanti alla curva Catena
È vero anche che sta per arrivare quella parte di calendario in cui si dovranno affrontare gli squadroni della serie B: Frosinone, BENEVENTO, LECCE, dopo la Ternana in casa, il derby con la Reggina, poi PARMA, Spal, MONZA, Cremonese, e poi il Pisa e CITTADELLA, dopo il Pordenone. Li si potrà capire che campionato sono in grado di fare i lupi. Le sensazioni sono positive in tutti sensi, compreso l’afflato con il pubblico e anche un tantino di fortuna che si spera non ci volti mai le spalle. Zaffaroni garantisce equilibrio alla squadra, anche ieri non l’ha fatta sbilanciare seppur la spinta dei 9 mila del Marulla potesse invogliare ad attaccare a testa bassa, invece ha saputo aspettare il momento per colpire conscio delle potenzialità anche tecniche dei suoi ragazzi. Il bomber c’è, Gori garantisce ed è affiancato da ottime spalle, bisogna migliorare nella intesa tra i reparti, trovare, come scritto, l’assetto definitivo a centrocampo e sui quinti, mentre la difesa offre ampie garanzie. Una squadra che potrebbe galleggiare, con un po’ di fortuna e l’aiuto del Marulla in zona tranquilla, distante dalle ansie e preoccupazioni della zona play out.
Foto di Ernesto Pescatore