Il Cosenza non sa più vincere

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A Reggio 17° pari di una squadra insicura che non punta più decisa alla vittoria.

Ancora un pari per il Cosenza di Occhiuzzi e non è certo questa la notizia, visto che ormai è l’unico risultato che la squadra riesce a portare a casa. L’ultima vittoria risale ad un mese fa ed è sembrata abbastanza casuale visto come si è sviluppata. Ultimamente si riesce ad andare in rete nei minuti iniziali (è successo ieri, con il Vicenza, con il Frosinone) ma poi, inspiegabilmente la squadra si blocca, si abbassa di conseguenza a difesa del gollettino e non esprime più gioco, non accenna nemmeno al contropiede, consentendo agli avversari di catapultarsi con tutti gli effettivi nella nostra area di rigore, così che anche i centrali di difesa diventano un pericolo. Il pressing alto è ormai solo un pallido ricordo, con i tre attaccanti che corrono solo a vuoto, non riuscendo nemmeno a chiudere le linee di passaggio verso i costruttori di gioco avversari. Non può considerarsi più un caso isolato. Anche con il Chievo successe la medesima cosa, solo che i veneti, nonostante svariate occasioni, non sono riusciti a raggiungere il pareggio.

L’ultima vittoria in cui si è imposto il gioco per tutta a gara è stata quella di Chiavari, dove, andati in svantaggio si è insistito fino a trovare la vittoria. La stessa cosa che accadeva solo pochi mesi fa, quando si attaccava a prescindere. Si dirà, ma quella era tutta un’altra squadra e io invece ricorderò che la squadra dell’anno scorso fu sottoposta alle stesse medesime critiche di quella di quest’anno, se non peggio. Ma l’anno scorso l’atteggiamento era opposto a quello odierno. Occhiuzzi fu scelto dal presidente Guarascio perché ritenuto in grado di imporre un gioco offensivo, cosa che, visti i risultati, gli è valsa la riconferma ed addirittura un contratto di tre anni. Un gioco che doveva essere l’opposto a quello ritenuto molto meno offensivo praticato da Pierino Braglia. Ma il calcio non fornisce mai certezze in questo senso e quello che può essere vero in un determinato momento e situazione contingente, non è detto che si possa riproporre all’infinito. Fatto sta che quest’anno, lo stesso allenatore, certo con una squadra diversa, sta dimostrando molte più incertezze.

Imposto nuovamente il 3-4-3 o 3-4-1-2, pian piano questa squadra ha visto perdere la sua identità propositiva, per poi andare in paura in vista dell’esito finale.

Intendiamoci bene, l’ho scritto più volte, se si è in questa situazione evidentemente altri errori sono stati commessi, a cominciare dall’arrivo in squadra di calciatori non perfettamente confacenti a gioco desiderato da Occhiuzzi. Si è cominciato con centravanti statici che non fornivano alla squadra quella profondità ed il primo pressing difensivo desiderato da Occhiuzzi, con esterni come Vera e Bouah che non avevano l’esperienza necessaria per sostenere il peso in fase difensiva ed offensiva, centrocampisti che non sapevano fare i mediani e si è continuato con l’arrivo di attaccanti che, ad oggi, non hanno dato un minimo di contributo in termini di realizzazione alla squadra, con Gerbo inserito come ala, quando invece è una mezz’ala pura e via dicendo con queste contraddizioni di sorta. Per non parlare della cessione di Baez ad una ex diretta concorrente e del mancato investimento della plusvalenza in calciatori “pronti all’uso”.

Insomma una completa antitesi tra desiderata dell’allenatore ed intenti del Direttore sportivo di cui, molto probabilmente, non conosceremo mai i motivi. Risultato? In campo abbiamo visto una squadra non perfettamente congeniale al modulo immaginato.

Detto questo bisogna registrare l’ennesima incompiuta dinanzi ad una squadra tutt’altro che trascendentale come la Reggiana. Allora se non si vince con la Reggiana o con un Vicenza ridotto in dieci e con un rigore sbagliato, con chi, di grazia, si dovrebbe vincere? Non si può rinviare la vittoria sempre alla prossima battaglia. La Reggiana era alla frutta, quattro sconfitte consecutive, tant’è che Alvini aspettava il pari come una boccata di ossigeno! Eppure in campo se si è vista una squadra tenace che non voleva retrocedere questa è sembrata la squadra emiliana.

Il Cosenza invece ha dato l’impressione di svolgere il compitino. Gol e pali nei primi 5 minuti, poi il nulla fino al pari dei locali, quando si è tentato nuovamente di raggiungere la vittoria. Due tiri nei primi 5 minuti, il terzo al novantesimo! Nelle precedenti partite stessa solfa. In questo modo è difficile entusiasmarsi benché la salvezza è ancora possibile, foss’anche ai play out, ma se si cambia atteggiamento, quanto meno ritornare a quello della prima parte della stagione, dove sembrava che l’unica cosa che mancasse fosse l’attaccante. Ora l’attaccante non c’è nemmeno, anzi speriamo che almeno Gliozzi si riprenda perché è rimasto l’unico in grado di capitalizzare la manovra, ma non c’è nemmeno la voglia di stupire del periodo post lockdown. E di questo pare se ne sia reso conto anche il patron Guarascio!

Ecco non registriamo la voglia di meravigliare, alcuni dei calciatori sembrano ormai rassegnati alla retrocessione ed a ritornare alle società madri, come qualcuno ha già dichiarato mediante il proprio procuratore. Uno di questi è Kone, cui oggi è stata data l’occasione di “meravigliare”, restituendo una prova senz’anima. Ma quando mai che avuta l’occasione di puntare l’area di rigore avversaria, ha invece cincischiato fino a perdere inopinatamente il pallone, lo stesso Tremolada sembra un pesce fuor d’acqua e Trotta è finito in panchina senza un perché. Sacko non si capisce perché lo si tenuto a gennaio e Sueva non viene fatto giocare per non bruciarlo! Menomale che c’è sempre un Falcone super, un Tiritiello e Idda che sembrano leoni ed un Petrucci indomabile. Poi i soliti su cui contare sempre: Sciaudone, Corsi, Gerbo e Crecco, Gliozzi, mentre Carretta si danna l’anima, unico che può dare profondità alla squadra, ma alla fine dei conti porta poco a casa.

Ora la sosta ed in questo periodo Guarascio e Trinchera devono capire al più presto dove si potrà arrivare continuando con questi pareggi che in un campionato con i tre punti equivalgono solo a tenere a galla Occhiuzzi. A lui avevo chiesto quale obiettivo intendesse raggiungere continuando ad accumulare pareggi, ma la domanda è stata ridotta facendone perdere il significato e quindi non lo sapremo mai, magari ritenteremo la prossima volta. Ora resta da capire se ed in quale modo questa squadra può evitare la retrocessione, foss’anche all’ultimo minuto dei play out.

Forza lupi

 

 

 

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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