Benvenuto al nostro ospite Gianluca Di Marzio, giornalista e telecronista sportivo, che non ha bisogno di presentazioni. Lui che ha “un microfono per amico e un sorriso per tutti”, uomo di sport e per lo sport, oggi si concede ai nostri di microfoni.
- Buongiorno dott. Di Marzio e grazie molte per essere con noi. Perdoni l’emozione, che faccio fatica a trattenere. Da umile giornalista sportivo al più grande giornalista sportivo, partiamo dalle origini, dalle sue radici, che potremmo racchiudere in “Pane e pallone, sempre e comunque”. Ci racconti…
Hai detto tutto tu (ride)…Già… Pane e pallone… Perché sono nato figlio di un allenatore di calcio e quando nasci figlio di un allenatore di calcio vivi il pallone a 360 gradi, vivi le gioie e i dolori della squadra del tuo papà, che trasporta in casa tutta l’emotività, positiva e negativa. Il risultato della squadra condizionava la nostra giornata, della nostra famiglia. Tutto ciò in seguito ha cambiato anche molto le mie abitudini e sostanzialmente mi ha cambiato la vita, perché non sono cresciuto in una sola città, ma ho cambiato tante città e di conseguenza tante amicizie. Mi sento sicuramente un giramondo. Questo da ragazzino ha influenzato la mia vita e poi da adulto l’ha completamente travolta perché ho deciso di lavorare nel mondo del calcio, parlato e non giocato. Il mondo del calcio fa parte della mia vita, da quando mi sveglio a quando vado a dormire.
- Sappiamo che, praticamente da sempre, Lei è legato a questa terra e a questi colori. Sta seguendo il percorso dei ragazzi di mister Occhiuzzi? Cosa pensa dell’approccio della squadra in un campionato così ostico come l’attuale campionato di SERIE BKT?
Ovviamente sì, sono legatissimo al Cosenza. Ho tanti ricordi vivi e fantastici degli anni della promozione in serie B. Naturalmente, ho continuato nel tempo a seguire il Cosenza, sempre con un occhio di riguardo ed anche durante le ultime stagioni. Lo scorso anno, per esempio, ho vissuto la soffertissima e rocambolesca salvezza nel finale, apprezzando molto il grande lavoro di Occhiuzzi. Quest’anno le difficoltà sicuramente ci sono perché ci sono squadre che hanno speso milioni di euro per attrezzare la squadra; il Cosenza ha comunque fatto un buon mercato con il suo budget per raggiungere una salvezza meno sofferta dell’anno scorso e sono convinto che alla fine centrerà l’obiettivo.
- Di Marzio: un continuum familiare. Dopo Gianni, Gianluca. Quanto ha influito su di Lei lo stile di vita di Suo padre? Che ricordi ha di quei periodi? Le radici della Sua passione e professione sono da ricercare in quei momenti?
Lo stile di vita di mio padre, il suo lavoro, hanno inevitabilmente influito sulla mia vita. Il periodo vissuto a Cosenza è stato meraviglioso! Quegli anni coincidevano con gli anni della mia adolescenza, quindi cominciavo ad essere un po’ più grande e a vivere lo spogliatoio di mio papà e tutto ciò che lo circondava. Mi sentivo coinvolto: ero in ritiro pre – campionato con loro, viaggiavo in pullman con la squadra, pranzavo con la squadra, mi allenavo con i giocatori… Insomma, mi sentivo quasi uno di loro, ma ero il figlio dell’allenatore! C’era proprio un contrasto: da un lato i calciatori mi vedevano come una sorta di mascotte, ma dall’altro io non potevo avere un rapporto troppo confidenziale come avrei voluto perché comunque dovevo rispettare i ruoli. Mi sono molto legato a quel gruppo, a quella squadra, a tutte le persone. Ho dei ricordi bellissimi del ritorno da Monopoli, della promozione dopo molti anni, i festeggiamenti, l’unione. Ero abbastanza grande e li ho ben impressi nella mia memoria e poi Bergamini, Catena, Marulla sono i miti cosentini, che io ho conosciuto, anche bene, che rimarranno sempre nel mio cuore. La mia passione e il mio lavoro, partono da qui, assolutamente sì! Perché tutti quei momenti, quelle esperienze, mi hanno fatto appassionare al dietro le quinte, ai retroscena, a tutto ciò che io vedevo e vivevo, negli spogliatoi. Vedevo la squadra quando pranzava, quando saliva sul pullman… Tutte cose che oggi si vedono con le telecamere quando riescono a fare delle serie tv come quelle sul Tottenham o quelle sul Manchester City. Vedi l’interno degli spogliatoi e io lo vivevo! Ero lì con loro e mi appassionavo a tutto ciò che gli altri non potevano vedere. Questo ha creato in me quella fame di curiosità che poi ho trasposto nel mio lavoro, nel mio ruolo di giornalista, nel cercare di sapere sempre di più, di andare oltre la notizia.
- E’ nata da qui l’idea del suo libro “Grand Hotel Calciomercato” ?
Sì, è nata dalla mia esperienza di giornalista ed è nata da diverso tempo, mesi, forse anni. Mi era stato proposto di fare qualcosa, cercando di racchiudere la mia esperienza ma non solo. L’obiettivo, infatti, è cercare di trasmettere, all’appassionato ma allo sportivo in generale, la magia del calciomercato. Che cos’è il calciomercato e perché è così forte la passione popolare che ha superato persino il termine in sé. Oggi, infatti, si parla di calciomercato anche quando si parla del Governo. Siamo abituati a sentire espressioni quali “Calciomercato del Governo”, tant’è che Mentana (Enrico, n.d.r) mi ha recentemente invitato in un suo programma, o quando Conte parlava di “trattative” nella suddivisione in fasce (rossa, arancione, gialla). Quindi, sicuramente ha superato il confine prettamente calcistico o sportivo e da qui ho capito che era giunto il momento di racchiudere questo “settore”, questa passione e far capire alla gente di che cosa si tratta. Devo ammettere, inoltre, che in questo il lockdown mi ha aiutato, da un punto di vista pratico, fattivo, ho avuto più tempo per raccogliere le testimonianze dei protagonisti. Ho sicuramente abbreviato i tempi, anche nella scrittura.
- Può darci un parere sul campionato di serie A? Lei crede che i giochi siano fatti con Inter campione d’Italia e il Crotone, l’altra squadra calabrese, con un piede in serie B?
Mah, secondo me i giochi non sono mai fatti quando c’è una distanza così minima tra due squadre, perché può sempre succedere di tutto. Però è chiaro che l’Inter ha il vantaggio di avere una rosa forte, la più forte secondo me e inoltre, non dovendo giocare le Coppe, ha la possibilità di preparare settimanalmente la singola partita. La squadra ha ormai raggiunto una sua identità, un suo equilibrio, una sua compattezza in ogni reparto quindi sicuramente oggi è la favorita ed ha tutte le carte in regola per poter vincere lo scudetto. Il Milan, d’altro canto, si è dimostrato osso duro e non mollerà fino alla fine e sta facendo davvero un miracolo perché la squadra non era stata certamente costruita per vincere lo scudetto. La Juventus è in ritardo e non penso riuscirà a recuperare lo svantaggio, dunque penso che il Milan sia l’unica squadra capace di poter contendere con l’Inter fino alla fine. Per quanto riguarda il Crotone, è chiaro che è decisamente lontana dalle altre squadre e sinceramente mi è dispiaciuto per Stroppa, che credo sia un allenatore in grado di trovare altrove le cose buone che aveva fatto lo scorso anno. Evidentemente si era creata una situazione in cui non bastava giocare bene per riuscire a centrare determinati risultati e forse la società ha pensato che servisse un uomo di motivare la squadra all’ennesima potenza e credo che Serse Cosmi, da questo punto di vista, possa essere l’uomo giusto, anche per cercare di provarci fino alla fine.
- Il campionato cadetto è invece ancora molto combattuto. La lotta per non retrocedere è sempre serratissima e le sorti del nostro amato Cosenza sono ancora in bilico. Secondo lei, abbiamo possibilità di salvezza anche quest’anno? Empoli e Monza si giocheranno il primato? E chi i play-off?
Sicuramente sì! Il Cosenza ha idee ed è una squadra che ha un bravissimo allenatore. Ha lavorato molto bene anche a gennaio, con innesti di qualità con Tremolada, Trotta, Mbakogu; mi piace molto anche Gerbo. E’ chiaro che se si cambia tanto a gennaio, si potrebbe poi avere qualche difficoltà nel mantenere continuità, perché tanti giocatori si sono inseriti strada facendo. Io però non sono solo convinto, sono sicuro che il Cosenza alla fine si salverà, soffrendo leggermente meno rispetto all’anno scorso. Lottando fino all’ultimo. Magari sarà la penultima gara a concedere la salvezza, ma credo che il Cosenza conquisterà l’obiettivo. Credo anche che Empoli e Monza siano le due squadre destinate ad arrivare nei primi due posti in classifica e poi sul terzo può succedere davvero di tutto perché con i play-off solo chi sarà più in forma sia dal punto di vista fisico che psicologico in quel momento potrà raggiungere il podio.
Ringraziamo ancora il Dottor Di Marzio per la cordialità e la disponibilità con cui ci ha accolto, Cosenza la aspetta sempre a braccia aperte!