Il Cosenza gioca, il Sassuolo vince

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Grosso cambia le carte in tavola e complica la vita ad Alvini. Buona la prestazione della squadra, ma non basta.

Nel calcio moderno, in questa serie B, è difficile che una squadra, seppur di valore monetario della rosa sette volte superiore, si dimostri allo stesso modo superiore di sette volte sul campo. C’è molto equilibrio e le sorprese sono dietro l’angolo se la squadra, sulla carta potenzialmente più forte, non esprime oltre che valori tecnici elevati anche altrettanta grinta a cattiveria agonistica.

Così che ieri al Marulla, il Cosenza non è apparso affatto inferiore al Sassuolo, anzi, ha sciorinato la sua solita prestazione tutta grinta e cuore, ha avuto anche un possesso palla superiore (56% contro 44%), ha effettuato il doppio dei tiri del Sassuolo, insomma ha espresso un volume di gioco da non meritare la sconfitta, ma questa è arrivata lo stesso.

È il calcio, il gioco più imprevedibile del mondo, dove non si vince ai punti, ma vince chi mette la palla in fondo alla rete. Bene, allora si dirà il Sassuolo ha vinto per pura casualità, frutto di un episodio come tanti nel calcio? Non credo. Il Sassuolo ha vinto perché Grosso ha saputo scoprire i punti deboli del Cosenza. I suoi calciatori, e di questo gli ho dato merito in sala stampa, hanno affrontato la partita con grande umiltà e concentrazione, sapendo di affrontare una squadra capace di battere, testuali parole di Grosso, la Cremonese e la Samp e tante altre, ha ribadito, ci lasceranno le penne al Marulla.

Parole che dovrebbero inorgoglire i tifosi del Cosenza, ma anche il tecnico Alvini. Tecnico del Cosenza che invece ha interpretato male la mia domanda che appunto tendeva a sottolineare come il Sassuolo avesse dovuto cambiare pelle per poter affrontare nel miglior modo possibile il suo Cosenza. A quel punto mi sarei aspettato una risposta che prendesse in considerazione il cambio di modulo del Sassuolo e le contromisure adottate.

Ma partiamo dall’antefatto. Alvini in conferenza stampa pre partita aveva detto di aspettarsi, sicuramente, una partita molto difficile con un Sassuolo che avrebbe portato molti giocatori in avanti ed una partita in verticale. Solitamente, infatti, Grosso gioca con il 433 e porta in area avversaria non meno di 8 calciatori. Ieri invece ha cambiato totalmente pelle alla propria squadra, via un attaccante e dentro un altro centrale difensivo, passando dal 433 al 532. Di conseguenza il Sassuolo ha rinunciato al suo possesso palla ed a fare la partita e deciso di aspettare il Cosenza nella propria tre quarti, puntando tutto sulle ripartenze che al Cosenza avevano tanto fatto male già a Mantova.

Il Cosenza di conseguenza, con un Sassuolo molto basso, ha dovuto fare la partita, non potendo aggredire i portatori di palla avversari e giocare in transizione positiva, sfruttando gli ampi spazi concessi dagli avversari. Stessa cosa era successa a Mantova, dove, con la squadra molto sbilanciata in avanti, abbiamo subito due reti in contropiede.

Nel primo tempo abbiamo visto un Cosenza propenso ad attaccare, ma che trovava sempre una difesa avversaria molto ben schierata sia centralmente che lateralmente ed un Sassuolo che sulle ripartenze arrivava molto facilmente davanti a Micai, ma non riusciva ad andare in rete.

Nella ripresa Grosso decide di tentare la carta Pierini rinunciando al centrale Odenthal, in modo da aprire ancora di più la difesa rossoblù. Alvini risponde sostituendo il centrocampista Charlys con il trequartista Rizzo Pinna. In pratica Alvini ha cercato di sfruttare il difensore in meno del Sassuolo per mettere in difficoltà la loro retroguardia. Purtroppo gli esiti di questa mossa verranno vanificati dal gol subito in apertura di ripresa, uno dei tanti subiti in questo frangente e che cominciano a destare preoccupazione nell’allenatore.

Il Cosenza batte una punizione con Rizzo Pinna e porta tutti i saltatori in avanti, compresi i difensori, l’azione non comporta guai agli emiliani e la palla viene rilanciata immediatamente da Moldovan verso Pierini, Florenzi cerca di intervenire, ma viene scavalcato dalla palla che arriva sui piedi di Laurientè che, più veloce di Ciervo, batte Micai. Classico gol in contropiede con due tocchi. Gol che si sarebbe potuto evitare se solo al posto di Florenzi, ancora una volta schierato, incomprensibilmente, da mediano, ci fosse stato un giocatore più strutturato che quella palla l’avrebbe controllata agevolmente.  Ulteriore aggravante il fatto che già nel primo tempo altre 2/3 volte si era verificata la stessa situazione. Urge correre ai ripari.

La rete di Laurientè

Florenzi mostra tutte le sue qualità quando gioca 20 metri più in avanti e anche ieri si è reso pericoloso quando ha potuto giocare a ridosso dell’area avversaria. Va bene che i centrocampisti di Alvini devono, a sua detta, saper fare tutte le fasi, ma ieri Florenzi ha perso tutti i contrasti con i centrocampisti del Sassuolo.

Abbiamo visto una coppia di mediani come Charlys e Kouan fare un lavoro egregio nella partita con la Samp, adesso si è cambiato nuovamente!

Passati in vantaggio, gli uomini di Grosso, non hanno avuto alcuna difficoltà a chiudere la partita, nonostante i tentativi di Alvini con gli inserimenti di Sankoh e Zilli. Ormai i buoi erano scappati. Inoltre, non essendo il Cosenza dotato di difensori veloci Venturi andava sempre in difficoltà nell’affrontare il passo diverso di Laurientè. Rimane da capire perché non sono stati inseriti Mauri e Ricciardi invece di spostare Kourfalidis sulla fascia!

Da tenere in considerazione anche che Sankoh non è riuscito ad incidere minimamente sulle sorti della partita e così nelle altre, ma anche che Rizzo Pinna poteva essere più fortunato. Insomma, alla fine il pari sembrava il risultato più giusto, nonostante gli errori del Cosenza. Non ci si può che augurare che questa sconfitta serva da esperienza.

Screenshot da DAZN

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Nato a S. Marco Argentano (Cs) il 27 settembre 1962, sociologo di professione e giornalista per passione. Laureato in Scienze Economiche e Sociali all’Università della Calabria con una tesi sui “Significati del Calcio, sport, società e tifosi, con particolare riferimento alla vicenda cosentina”. Ho iniziato la carriera giornalistica nel 1994 presso l’emittente TEN e poi a Cam Tele3. Lasciata l’attività per motivi legati alla professione di sociologo, pur continuando a seguire le vicende del Cosenza come per quasi tutta la mia vita, sono ritornato al giornalismo nel 2010 iniziando la collaborazione con il quotidiano Cosenza Sport ed in seguito con il Gazzellino della Calabria. Dal 2012 al 2016 cronista tecnico delle partite del Cosenza calcio per conto di Jonica Radio/Tv Sud e Lupindiretta. Nel 2013 ho collaborato anche con l’emittente televisiva RTI, con la testata on line News di Calabria e Magico Cosenza. Dal 2016 conduttore di Lupus in Forum su Mediaterronia Tv, emittente comunitaria della quale da gennaio 2017 ne sono diventato Direttore responsabile. Dal 2012 collaboro con il Corriere Sportivo di Calabria, dal 2019 come caporedattore.

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