L’addio che nessun tifoso del Cosenza avrebbe mai voluto affrontare si è materializzato in queste ore: Gennaro Tutino non è più un giocatore rossoblu.
L’annuncio a sorpresa del suo riscatto, lo scorso 14 giugno, aveva illuso l’intera tifoseria bruzia, che sognava traguardi importanti insieme al suo beniamino – leader tecnico e trascinatore morale (nonché bomber implacabile) della scorsa stagione.
Molti tifosi sono rimasti delusi dal recente silenzio del centravanti napoletano che, da quel giorno di metà giugno, non ha mai preso posizione e non si è mai sbilanciato sul suo futuro – rinforzando, fin dal primo istante, le parole del suo agente che lo hanno sempre voluto lontano dai Lupi.
L’opinione comune, in sostanza, è: il desiderio di giocare in Serie A è legittimo, in Serie B fedeltà al Cosenza. Città che lo scorso maggio, fra le altre cose, gli ha anche consegnato il Sigillo della Città – benemerenza civica che si attribuisce a coloro che si sono distinti nei rispettivi settori, inorgogliendo l’intero territorio.
Eppure, come capita spesso nella vita, l’amore e la passione non bastano: le ambizioni doriane di conquistare immediatamente la Serie A hanno fatto vacillare Tutino, che ha deciso di intraprendere una nuova avventura. Un’avventura che, supponiamo, pensa possa garantirgli un maggior successo.
Certo, ripetere la stagione appena trascorsa – 20 goal e 3 assist – non sarà semplicissimo in una squadra dove sarà uno dei tanti, come già accaduto in piazze come Parma e Palermo. La Sampdoria, ricordiamo, ha già in rosa due attaccanti di categoria come Borini e Coda, con i quali “primeggiare” non sarà facile. E Tutino, lo abbiamo capito, ha bisogno di sentirsi coccolato e di potersi ritagliare il suo spazio vitale – dentro e fuori dal campo. A Cosenza Gennaro avrebbe potuto scrivere la storia ma così, purtroppo, non sarà.