Pirlo vince il doppio confronto tattico con Caserta ed i lupi perdono l’ennesima occasione per fare il salto di qualità dinanzi ai 15 mila del Marulla.
Non è la prima volta, era accaduto anche all’andata al Ferraris di Genova e con le due squadre nelle medesime condizioni: una Samp alla ricerca di un riscatto dopo tanti risultati negativi e un Cosenza in cerca di conferme e del salto di qualità. Allora scrissi di “Miracolo a Sampdoria”, i lupi decisero di non affondare i colpi su una Samp in grande difficoltà che mise la partita sull’agonismo e l’irruenza fisica, che prese via via coraggio dinanzi ad un Cosenza pavido ed inconcludente. Primi segnali di una crisi che si concretizzerà nel derby.
Vinta la prima partita da Pirlo, alla rivincita è cambiato poco. Più o meno gli stessi uomini in campo, all’epoca partirono titolari Marras e Calò, con una difesa completamente diversa visti i nuovi arrivi di gennaio, la Samp con Borini, Esposito e Verre, invece che gli attuali De Luca e Alvarez. All’epoca Pirlo schierò un 4312, ieri un 352 con l’intento di bloccare sulle fasce Canotto e Frabotta più che altro, visto che Mazzocchi ormai è un “difensore” aggiunto” – alla mia domanda Pirlo risponde “abbiamo preparato la partita sapendo che loro giocavano con due giocatori sempre larghi e quindi abbiamo tolto loro l’opzione di creare superiorità sugli esterni, mentre in fase difensiva loro abbiamo optato per avere 5 giocatori contro la loro difesa a 4” – e bisogna dire che gli effetti sono stati soddisfacenti: Canotto non si è reso mai pericoloso, sappiamo che per esprimersi al meglio la partita gli deve offrire ampi spazi in avanti e lui avere la palla a scorrere, risulta meno efficace nell’uno contro uno dove invece eccelle Marras – sulla sinistra molto meglio Frabotta che ha culminato la sua ottima prova con il suo terzo gol stagionale.
I problemi maggiori li abbiamo avuti però in fase difensiva: Canotto non riesce a coprire e questo lo sa anche Caserta benché avesse giurato al tempo che Luigi sapesse fare anche la fase difensiva. Barreca lo ha superato come e quando ha voluto e dai piedi del doriano è partita l’azione del raddoppio. Sul primo gol invece la difesa non è riuscita a contrastare l’inserimento del quinto uomo di cui parlava Pirlo, ossia la mezzala Darboe che aveva tagliato con estrema facilità il centrocampo a due di Zuccon e Praszelik. Una difesa che ha acquistato maggiore qualità in fase di palleggio con Fontanarosa, ma minore robustezza rispetto a Venturi.
Nell’evoluzione di una partita tutto questo ci può stare anche perché il Cosenza aveva cominciato molto bene la partita non subendo affatto l’aria di festa che qualcuno vorrebbe far passare come motivo principale della sconfitta di ieri. La verità è che le partite si perdono e si vincono sul campo e sempre più hanno importanza decisive le mosse tattiche degli allenatori, il resto sono chiacchiere di chi non ha argomenti.
I lupi avevano approcciato molto bene la partita, aggredendo gli avversari e rendendosi pericolosi con Tutino, e chi se no, in almeno tre occasioni. La partita è cambiata dopo i due gol in tre azioni della Samp. La squadra ha avuto il solito sbandamento psicologico da cui sostanzialmente non si è mai ripresa e così, come accade ogni volta che va in svantaggio, perde sistematicamente la partita. Riducendo all’osso l’argomento: se la squadra va in vantaggio è probabile che riesca a vincerla da sola, se va in svantaggio, si complica maledettamente il tutto e l’allenatore non riesce mai a cambiarne le sorti.
Eppure questo è un campionato ricco di recuperi e la Samp una squadra che ha perso ben 18 punti sui recuperi degli avversari. 9 volte su 10 Caserta effettua solo cambio uomo su uomo, spostandoli da destra a sinistra, dal centro all’esterno, ma mantenendo sempre lo stesso modulo, rendendo facile la vita agli allenatori avversari che sanno ben prima come affrontare il Cosenza, benché il mister reggino cerchi di non far trapelare nulla attraverso le conferenze stampa!
Lo stesso Gianluca di Marzio in telecronaca sottolineava come mai il Cosenza di Caserta tentasse una sovrapposizione, uno schema diverso, tra l’altro ad una velocità pachidermica. E con questi presupposti risulta davvero difficile metter in difficoltà una squadra compatta e completamente schierata a difesa del vantaggio.
Caserta sembra non raccapezzarsi dinanzi a squadre che si abbassano sotto la linea della palla, ha dichiarato più volte questa difficoltà della squadra, anche ieri, senza riuscire però a trovare mai la soluzione, eppure siamo alla 26ema giornata! Quando si gioca contro squadre che si coprono il destino sembra segnato, ineluttabile. Ricordiamo a Caserta che il Catanzaro ci ha già battuto in questo modo e verrà per giocare di rimessa. Sarebbe opportuno cercare qualche contromisura visto l’organico ricco e completo che si trova a disposizione.
Mi piacerebbe capire anche da chi questo organico non lo ritiene soddisfacente, quando mai hanno visto una squadra di tale livello a Cosenza e se sono in grado di paragonare l’organico del Cosenza con quello di altre squadre o parlano senza cognizione di causa.
Se non fosse ancora chiaro, qualora questo organico non dovesse raggiungere i play off sarebbe da considerare una stagione fallimentare. Tutti gli addetti ai lavori, a cominciare da Pirlo, hanno definito questa squadra molto forte, Aglietti ha detto che ha perso già tante occasioni per centrare i play off, lo stesso Caserta ha dichiarato che *“potenzialmente questa squadra può fare meglio”.
Anche la società è uscita allo scoperto, Guarascio non ha resistito oltremodo ed ha detto, ad inizio partita a Sky, quello che tutti già sapevano e che qualcuno fa finta di non sapere: “Serie A? Penso che i tifosi lo meritano, ce lo meritiamo e stiamo facendo bene. Il pensierino c’è, intanto puntiamo ai play off”.
Dall’altra parte mister Caserta, in risposta alla domanda di un collega sui passi falsi fatti ogni volta che si deve tentare il salto di qualità, ha dichiarato: “nei momenti cruciali non riusciamo a fare il salto di qualità, evidentemente non siamo ancora pronti per questo!”. Un’affermazione pesante, contraddittoria rispetto alle dichiarazioni precedenti che ho riportato*, non in linea con i desiderata della società, ma soprattutto arrendevole, l’amara consapevolezza dei propri limiti e di non sapere come ottenere di più da questo organico! Una dichiarazione che rischia di annullare l’entusiasmo di Tutino che, da vero leader, trascinatore di questa squadra e vice capocannoniere della serie B, ha affermato che: “vuole portare il Cosenza in un’altra dimensione”. Visto che siamo a 32 punti e con ancora 36 punti a disposizione spero che la squadra smentisca nei fatti la dichiarazione del tecnico.