Il Cosenza tra le società più virtuose nel rapporto tra equilibri di bilancio e punti in classifica.
Da giorni circola on line la “classifica” del monte ingaggi delle società di serie B e tanti si sono divertiti a rapportare il rendimento sul campo con il costo pagato per ottenerlo. Stonano, per molti, gli stipendi elevatissimi di Samp, Spezia, Pisa, rispetto alla loro classifica, mentre altre società come Parma, Venezia, Palermo, Cremonese e Como, possono pensare di aver fatto fruttare i loro investimenti, almeno al momento. Altre ancora, come il Modena e il Catanzaro, lo stesso Cosenza e Cittadella si sfregano invece le mani perché il rapporto tra quanto investito e quanto espresso sul campo è decisamente alto. Il Cosenza ha un rapporto pari a 2,8 contro lo 0.5 della Samp, così il Cittadella ha un rapporto pari a 4.2 rispetto allo 0,5 dello Spezia.
La classifica assumerebbe ben altri contorni, capovolta se stilata in base al rapporto tra monte ingaggi e punti ottenuti in classifica, con un Cosenza quarto in classifica ed un Lecco quinto.
In sostanza ci sono 9 società, nell’ordine: Catanzaro, Reggiana, Ascoli, Cosenza, Brescia, Feralpisalò, Sudtirol, Lecco e Cittadella che puntano a raggiungere il break even point o più semplicemente il punto di pareggio tra ricavi e costi totali.
Questo perché la somma degli emolumenti fissi dei tesserati (tra giocatori, allenatori e settore giovanile) erogati dalle società di serie B raggiunge la somma di 259 milioni di euro. Viceversa, le società possono contare, tra diritti TV e contributi della Legge Melandri su circa 160 milioni di euro, il che significa 8 milioni per ogni società. Questo significa che le 9 società sopra citate, come si evince dalla tabella sopraesposta, hanno badato bene a non spendere più di quanto introitano mediamente. Il Cosenza, per fare un esempio, spendendo in ingaggi 6,9 milioni e ricevendone 8, può beneficiare di un profitto di 1,1 milione di euro. Questo al netto di qualche altro bonus che viene erogato ai calciatori, in base al personale contratto e non calcolato nel monte ingaggi, costi di trasferte ed altri di importo minore. Un cambiamento di strategia evidente de presidente Guarascio che è passato da una media del monte ingaggi, nei 5 anni precedenti, intorno ai 4,2 milioni di euro, ai 6,9 milioni circa di questa stagione e con un aumento pari a qualcosa in più del 50% rispetto alla singola scorsa stagione.
Al netto anche, però, degli incassi provenienti, a dire il vero sempre minori, dai botteghini ed eventuali servizi per i tifosi (ad esempio walkabout, merchandising, etc.) Il Cosenza, ad esempio, fino ad oggi, in 7 partite, con una presenza assoluta di 39.931 spettatori e una media di 5.704, con un incasso di stimato di euro 700.000.