I lupi cambiano pelle e subiscono una sconfitta cocente a Brescia. Ora una decina di giorni per Caserta per capire il gioco consono ai calciatori in organico.
La prima cosa che mi sono chiesto, guardando la partita del Cosenza a Brescia, del perché i rossoblù avessero cambiato l’impostazione della gara rispetto alle precedenti. Tutti ricorderanno che l’inizio arrembante, in forte pressing, molto alto, mise notevolmente in difficoltà l’Ascoli, tanto da indurli in diversi falli di frustrazione che portarono a ben tre espulsioni e poi alla vittoria per 3 a 0; a Venezia con lo stesso atteggiamento si mise in difficoltà una delle squadre più forti del campionato, addirittura andando in vantaggio e “rischiando” di vincere la partita; con il Modena stesso arrembaggio nel primo tempo, con annesso vantaggio. Avversari annichiliti e surclassati sia nel gioco che nella prestazione fisica.
In tutte le partite, tranne con l’Ascoli, anche il risvolto della medaglia: il calo fisico nella ripresa visto l’enorme dispendio di energie. Un dispendio che avrà dato da pensare all’allenatore dei lupi che ha esplicitamente dichiarato di dover cercare un modo per dosare le energie in campo. A Brescia i lupi infatti cambiano il proprio atteggiamento: niente pressing alto, nessun raddoppio di marcatura, solo controllo degli avversari e gestione della partita con il solito possesso palla. Il Brescia, dal canto suo, era altrettanto guardingo, come se si aspettasse tutt’altra gara da parte del Cosenza, qualche sorpresa, ed ha badato soprattutto a non lasciare profondità a Tutino e Marras. Su di loro subito interventi pesanti, quasi ad avvertire che non c’era trippa per gatti. Il risultato del primo tempo è stato una partita noiosa, priva di occasioni da rete ed un possesso palla simile: 52% a 48% in favore dei Lupi.
Ho pensato, allora verremo fuori nella ripresa per evitare cali pericolosi sul finale!! Ma, fatto sta che il Brescia è passato quasi subito in vantaggio, bella triangolazione in area, difesa rossoblù a guardare lo spettacolo come spesso accade, e il neo arrivato Bjarnason porta in vantaggio le rondinelle. Da quel momento la partita è finita, i padroni di casa non hanno permesso al Cosenza di giocare e lo stupido fallo di Sgarbi ha chiuso definitivamente i giochi. Inutili i tentativi di Caserta di riprendere il risultato, i cambi non hanno lo stesso peso dei titolari, con Forte squalificato e Canotto arrivato il giorno prima la partita del Cosenza si è tramutata in un’incompiuta.
È come se i lupi non siano riusciti a dare un senso a questa trasferta, rinchiusi nella indecisione di come affrontarla: di petto, rispondendo colpo su colpo alle botte dei bresciani, impedendogli di ragionare come fatto con gli avversari precedenti, anticipandone ogni mossa ovvero controllarli, giocando al gatto con il topo, sicuri di poterli battere in qualsiasi momento.
Troppa presunzione o strategia sbagliata? Avrei voluto chiederlo a Caserta! Certo è che si è perso e che la seconda sconfitta consecutiva non può che portare malumori, specie dopo il sontuoso mercato finito poche ore prima. Chi pensava che si potesse fare un sol boccone del Brescia è stato servito, le rondinelle sono una squadra di serie B che in un giorno di mercato ha ingaggiato Moncini, Dickmann, Bjarnason e Borrelli e li ha pure mandati in campo, che aveva fatto la preparazione e tante amichevoli e giocava con il dente avvelenato, cosa che non ho riscontrato nei lupi. Forse gli mancavano ritmo, intensità e cattiveria del campionato, ma è sicuro che i lupi non glielo hanno ricordato.
Detto che il Cosenza non si può permettere di sottovalutare nessun avversario anche quando la formazione sarà al completo, rimane da capire perché del cambio di interpretazione della gara: forse perché era la terza partita in pochi giorni, perché si giocava per la prima volta alle 16.15, fatto sta che adesso, con l’arrivo di giocatori importanti, restii a dannarsi l’anima per fare pressing sugli avversari, ma più dotati in fase offensiva, Caserta dovrà capire come far giocare la squadra: giocare da squadra che deve salvarsi, in pressing, lottando pallone su pallone, correndo per tutte le zone del campo o giocare da squadra importante che, conscia delle proprie capacità tecniche, aspetta l’errore dell’avversario per trafiggerlo cinicamente?
Ben tornato Aldo
Alla fine credo che questo dubbio abbia imballato le scelte dell’allenatore e le congiunture della partita, insieme ad un organico non disponibile abbia fatto il resto. Ora una decina di giorni per rimettere a posto le idee, recuperare qualche infortunato e lo squalificato Forte, inserire negli schemi Canotto e tentare di rimettere in sesto la baracca, sciogliendo anche i dubbi di cui ho parlato, oltre a definire su quali giocatori puntare per la squadra titolare: Voca va bene da guastatore tra le linee fin quando non c’è Florenzi (prossimo al rientro); ora che è arrivato Canotto si può restituire Mazzocchi al suo naturale ruolo di centravanti e dovrà definire chi tra il rossanese e Marras giocherà a sinistra. È notorio che ambedue giocano sulla fascia destra, chi verrà sacrificato?
L’assenza di Sgarbi per squalifica inoltre ripropone la questione difesa, da inizio campionato sempre in ambasce anche per l’infortunio di Martino. Direttore Gemmi e mister Caserta, siamo proprio sicuri che non abbiamo bisogno di nessuno li dietro? Per esempio siamo sicuri che Venturi sia il centrale adatto per impostare l’azione dal basso? Che possiamo dare la responsabilità del reparto ogni volta al pur talentuoso Fontanarosa? Siamo sicuri che La Vardera ha imparato a gestire la fase difensiva? Fatto sta che i gol subiti non mi lasciano sereno. Buon lavoro