Da più parti si grida al miracolo per la conquista dei play out, ma l’obiettivo vero deve essere ancora raggiunto e le sole finali non possono essere appaganti per calciatori e tantomeno per la società.
Tribuna B ancora chiusa e giovedì molti resteranno fuori?
Dopo il pari con il Venezia, quando ancora i play out non erano certi, ma molto probabili, Viali in sala stampa ebbe ad essere molto chiaro: la squadra non può e non potrà sentirsi appagata dal raggiungimento dei play out, obiettivo impossibile per chi, solo un paio di mesi fa veniva, erga omnes, dichiarato retrocesso! Tantomeno, lo scrivevo nel dopo Ascoli, i play out possono rappresentare per la società una medaglia da apporre al petto, un traguardo di “lusso” o un risultato storico, quando invece rappresenta il risultato dell’ennesima stagione “arronzata”, gestita in modo disastroso, con un mercato estivo e di riparazione fatto con i piedi, che ha portato la squadra a disputare una delle partite più importanti della stagione con dei ragazzini come Zilli ed Arioli, quando dall’altra parte venivano schierati Lapadula e Pavoletti e come cambi Nandez e Viola.
Qualsiasi persona sana di mente cosa avrebbe potuto chiedere ai due ragazzi? Invece per evidenti carenze di organico, con un reparto offensivo che nel complesso non è riuscito a superare la doppia cifra, tutto il peso offensivo della squadra è stato riposto sulle spalle dei validi, ma inesperti giovanotti. Ma ne riscriverò, ora tocca salvarsi e bisogna ancora riuscirci, in una doppia finale con il Brescia che non si preannuncia certo una passeggiata. Ed allora si mettano da parte fuorvianti entusiasmi e potenziali appagamenti perché la salvezza è ancora tutta da conquistare ed il solo raggiungimento dei play out non può essere appagante per i 15.000 della partita con Cagliari ed i potenziali 20.000 mila della finale con il Brescia (a proposito, vorrei capire dove sono finite tutte le buone intenzioni di rendere agibile almeno la parte inferiore della tribuna B. Con il Cagliari niente, eppure se ne parla già da un mese, quindi figuriamoci se si risolverà per la partita di giovedì, con tifosi che non avranno la possibilità di vedere la partita dal vivo e, cosa più importante, sostenere la squadra).
Alla storia, ai tifosi, ed aggiungo anche al sottoscritto, che la società del Cosenza non ha i soldi per comprare i calciatori importanti, che Viali ha avuto grandi difficoltà per assemblare una squadra, prima non costruita da lui e poi rattoppata alla meno peggio, interessa poco, quella che conta è il risultato finale e quindi battere il Brescia. Ogni altro risultato non verrà tollerato da una piazza già costretta a subire umiliazioni su umiliazioni, campionati deficitari su deficitari e squadre che fanno fatica a confrontarsi con le rivali del campionato di serie B.
Abbiamo l’esempio fresco di venerdì sera, con un Cosenza che ha potuto fare ben poco contro una squadra molto più forte tecnicamente e strutturalmente. Il mismatch tra Azzi e Marras era evidente e l’esterno sardo ha imperversato sulla fascia sinistra, così come è apparsa evidente la superiorità fisica di Pavoletti su Martino o il controllo del centrocampo da parte di Rog e Deiola. Poi quando devi fare i cambi e Ranieri può contare su Nandez e Viola e Viali su Arioli e Finotto, con tutto il rispetto, ma la differenza si nota tutta. Niente da dire sui calciatori, un giovane in piena fase di maturità ed un calciatore che si impegna sempre al massimo delle sue possibilità, ma è difficile ottenere risultati se il confronto non regge. Ed il Cosenza quest’anno aveva uno degli organici più deficitari della categoria, checché qualche parvenu sostenga il contrario per compiacere la proprietà.
Viali ha fatto quello che poteva, con gli uomini a disposizione. All’inizio con un 4-4-1-1, con Marras quarto di centrocampo di destra e Florenzi sostenuto da D’Orazio sulla catena di sinistra, Cortinovis a sostegno dell’unica punta, Zilli, l’unico arruolabile! L’altro attaccante, D’Urso, ormai viene schierato da Viali nella ripresa, quando gli avversari sono stanchi e lui può venire fuori con la sua tecnica sopraffina. Quando c’era poco da difendere sono usciti Voca e Praszelik per dare spazio ai più offensivi Brescianini e Calò, ma insieme a Finotto ed Arioli non è cambiato molto. Ranieri si è coperto con il 3-5-2 e la partita si è chiusa senza eccessivi grattacapi. Qualcosa ha fatto Marras nel primo, ma predicava nel deserto.
Questa è la situazione, posto che rientreranno Vaisanen e Nasti dalla squalifica, Rigione era già in panchina e potrebbe ritornare utile anche Delic e non è poco. Sicuro è che il Cosenza non vince da due mesi e otto partite e in una extra season dove contano le differenze in termini di punti e reti non è poco. Dall’altra parte c’è anche una squadra con i suoi problemi, che ha fatto gli stessi 40 punti del Cosenza e con pesante contestazione nei confronti del presidente. Come in tutte le finali, conteranno diversi aspetti psicologici più che tecnici e, visto il regolamento, bisognerà gestire bene le partite di andata e ritorno.
A beneficio di molti, ricordiamo il regolamento: Il playout prevede una partita di andata e di ritorno a campi invertiti. Gioca in casa per prima la squadra peggio piazzata. Per stabilire chi resta in Serie B conta il punteggio delle due partite. Se però al termine delle due partite ci fosse parità di punti ottenuti nel doppio scontro, viene valutata la differenza reti delle due partite. Se anche questi valori fossero pari, resta in Serie B la squadra meglio piazzata nella classifica della stagione regolare. Se però le due squadre avessero finito il campionato con lo stesso numero di punti, la partita di ritorno avrà l’appendice dei tempi supplementari ed eventualmente dei calci di rigore.
Calendario playout Serie B 2022-23: andata al Marulla il 25 maggio ritorno a Brescia 1 giugno. Orario sarà comunicato dalla Lega nella giornata di lunedì.