Il Cosenza rimane in corsa per l’ennesimo miracolo grazie ad un’altra prestazione maiuscola del suo terzino sinistro.
Che questa sarebbe stata un’altra stagione travagliata si era capito sin da agosto. Non tutti lo avevano intuito, soprattutto una società che decise di bloccare il mercato convinta di poter “stupire” il proscenio della serie B. Ci sta, chi non sbaglia, a Benevento e Ferrara ne sanno qualcosa, ma dopo essere stati anche in serie A, un’annata balorda può capitare. Il problema si presenta quando gli errori sono reiterati, frutto di una vision minimalista e speculativa, per nulla passionale. In questa ottica, l’obiettivo massimo di questa società, gratificante e disincentivante allo stesso tempo, diventa la semplice salvezza, e più la salvezza è sofferta e travagliata e più diventa presentabile come un risultato storico, magari da “vendere”, in una finale play out, a 20.000 tifosi felici e trionfanti di aver dato il proprio contributo. Si va avanti così da 5 anni ed anche in questa stagione la finale play out ormai viene percepita come un traguardo di “lusso” rispetto alla retrocessione certa di appena due mesi fa.
Ma il Cosenza in quelle condizioni ci si è messo da solo, non rinforzando a dovere la squadra a gennaio, pur essendo consapevole del grosso rischio che si stava correndo. Sarebbe bastato prendere 5 elementi di categoria, quelli già invocati ad agosto, per ritrovarsi con 5/6 punti in più e godere anche di incassi da zona play off. Invece il portiere, il terzino sinistro ed il centrocampista sono arrivati solo a gennaio ed il bomber, invece di essere acquistato, è stato ceduto! Si è cambiato tutto il reparto offensivo per ottenere risultati, in termini di reti, ancor peggiori. Un disastro!
Non fosse stato per il lavoro di Viali, come quello di Bisoli l’anno scorso, saremmo già a piangere lacrime amare mentre invece siamo a sperare nell’ennesimo miracolo. Su 10 elementi ingaggiati, di cui 7 prestiti, 3 si sono rivelati vitali: Micai, D’Orazio e Marras. D’Orazio, oltre a sopperire alle carenze di chi pensava di fare la serie B con Gozzi e Panico, si è messo anche nei panni del “bomber”, diventando il calciatore più pericoloso dei rossoblù, sulla stessa scia di Camporese nella scorsa stagione. Si, perché un’attaccante che possa definirsi tale al Cosenza manca dai tempi di Riviere e prima bisogna ritornare a Tutino.
Mancando un calciatore che possa finalizzare la manovra, il buon Viali ha puntato tutto sulla fase difensiva, in modo tale che non incassando reti, anche con un golletto si può portare a casa la vittoria. Ci stava riuscendo anche ieri, non fosse stato per un eurogol di Buchel, al pari di quello di Pohjanpalo del Venezia. Cambia poco, perché i risultati scadenti precedenti, anche in caso di vittoria, ci avrebbero messo in condizioni di non poter contare solo su un nostro exploit con il Cagliari per salvarci direttamente, ma di sperare in un passo falso di Cittadella e Ternana. Ora dovremmo vincere con un Cagliari proiettato ad un miglior piazzamento play off e sperare nella contemporanea sconfitta del Citta con un Como che ha infinitesimali possibilità di entrare nei play off come ultimo incomodo. Come scritto già la settimana scorsa al 90%, ora 99%, disputeremo per il secondo anno consecutivo la finale play out, visto che Benevento e Spal sono già retrocesse ed il Perugia può solo sperare di proporsi come avversario ai play out, badando quindi a non farci agguantare o superare dal Brescia, almeno per disputare la extra season con il vantaggio dell’ultima partita in casa e con la possibilità di salvarsi con un doppio pari.
Ed il Cosenza sta diventando specialista in pari, 5 nelle ultime 6, così come ad Ascoli, dove i lupi si sono presentati con un elastico 4-4-2 che sovente diventava 3-5-2. Il tutto dipendeva dalla posizione appunto di D’Orazio, vera spina nel fianco dell’Ascoli sulla fascia sinistra. Sul primo corner, terzo tempo vincente del buon Tommaso che sigla la legge dell’ex non esultando. Ottenuto il gol del vantaggio e messa la partita in condizioni ottimali, i rossoblù si sono posti in campo a difesa dell’importante risultato, non lesinando di proporsi in avanti, ma risultando pericolosissimi solo nell’occasione di Marras, sprecata in modo ancor più banale di come aveva fatto Finotto col Venezia.
Da Finotto e Nasti nessun sussulto, nessun tiro in porta, né tantomeno sono riusciti a tener alta la squadra che è risultata sempre schierata sotto la palla fin quando non è arrivato il meritato pari dell’Ascoli. Nel secondo tempo si sono visti buoni spunti con D’Urso e sempre D’Orazio che ormai si era spostato a fare il quinto di centrocampo, con Marras dirimpettaio, nel 3-5-2. Ma per evitare che i rossoblù si abbassassero di nuovo, Viali ha dato più verve al centrocampo inserendo prima Florenzi, e questa è l’altra buona notizia di ieri, e poi Praszelik e Cortinovis, riportando la squadra al 4-4-2, schierato però a rombo, con Praszelik vertice basso e Cortinovis trequartista, Florenzi e Marras braccetti. Intanto l’Ascoli aveva finito la birra, a poco è servita l’entrata in campo di Marsura e Gondo e poi Lungoyi, i lupi quindi hanno finito per controllare agevolmente la partita anche quando all’ultimo minuto è stato espulso Vaisanen che mancherà con il Cagliari insieme a Nasti.