Ma, forse, come nella canzone di Mr. Rain riusciranno a volare restando l’uno accanto all’altro.
Le reti di Nasti contro la Reggina e le vittorie dei Lupi contro Spal e Frosinone, grazie al magico sinistro di Brescianini, raccontano ai più increduli di cosa è capace il Cosenza nei momenti più tragici della sua tormentata sopravvivenza in questa dannata Serie B. Sembra un film già visto o una storia svagatamente raccontata che riemerge ogni volta da un passato sofferto e pieno di trepidazioni, ma dal quale la squadra riesce comunque a riemergere più viva che mai, come un indomito personaggio dantesco che risale dagli inferi in cerca di luce, quella però accecante.
L’incauto centrocampista Scuola Milan, oltretutto, si prende l’azzardo di sfidare il maestro Fabio Grosso che assiste inconsapevole dalla panchina al gesto che lo avrebbe condannato alla sconfitta, quando nel dipingere con il piede sinistro una traittoria arcuata quanto impossibile, simile a quella che nel 2006 spalancò le porte all’Italia verso il trionfo azzurro ai Campionati del Mondo, trafigge come un Centauro il cuore impavido degli avversari.
Tuttavia, a queste latitudini, purtroppo o per fortuna, è questa la realtà con la quale ci si deve continuamente confrontare. D’altronde, non è la prima volta che si assiste all’impossibile rinascita di uomini umiliati, dati ormai per sconfitti, ma che in realtà sanno terribilmente soffrire e dalla loro sofferenza trarre, come sovente accade, una spinta talmente vigorosa da renderli i supereroi di uno scanzonato ritornello sanremese. Basta, infatti, soltanto crederci.
Se ne sono visti, dopotutto, in città, di clamorosi tracolli ed improvvise risalite. Per chi conserva una memoria storica, anche recente, non può certo dimenticare il Cosenza dell’estate 2020, quando in piena pandemia, al culmine di una faticosa e tribolata Stagione, arrivò una inaspettata salvezza a lenire le profonde ferite inferte ad una tifoseria inerme, che ancora chiede al suo principale carnefice un attimo di tregua, prima dei commiati e degli eventuali sospirati addii.
Tra l’altro, è prematuro pensare quale sarà il destino di un imprevedibile Presidente, perché in fondo è abbastanza difficile interpretare cosa passa nella testa di Guarascio, personaggio dall’indole complessa e a tratti artefatta, sospeso fra il mitologico ed il manzoniano aspetto. Intanto, mentre tutto rotola dietro ad un pallone impazzito, il Cosenza corre e si appresta a compiere l’ennesima impresa, sapendo che al di là di tutto c’è poco da inventarsi, nella speranza che anche l’anno prossimo si resti, pur sempre, in Serie B.